LOTTA DURA PER LA VERDURA di G.P. (11 ago)

Dalla lotta di classe alla lotta di piante. Dall’assalto al capitale internazionale al blitz floristico regionale. Se era falce e martello ora è felce e mirtillo o fiore e pompelmo. In alto i simboli della rossa primavera. Mettete boccioli nei vostri cannoni che con l’odore delle rose stordiremo i padroni.
Lotta dura con la verdura, rape rosse di tutto il mondo unitevi. A questo sono giunti i cosiddetti no global che combattono il sistema calpestando le aiuole. Due giorni fa un commando di disobbedienti, armato di suole, ha distrutto un terreno in quel di Pordenone dove veniva coltivato presunto mais transgenico. Vero è che in Italia tali coltivazioni non sono autorizzate ma che c’entra il panciuto capitale di Marx e di Engels con tutto ciò? Sono davvero alla frutta le schiere impazzite dei rivoluzionari agresti che dai campi di grano, non è la rosa e non è il tulipano ma piuttosto l’effetto stordente dei papaveri rossi, lanciano l’ultima battaglia per la semina dura senza paura. E in questo gesto scellerato c’è tutto il passatismo degli zombies con i lombrichi nel cervello. Come sostiene il fisico e matematico Tullio Regge il governo italiano farebbe bene ad eliminare il divieto sugli OGM perché  privo di senso dal punto di vista scientifico e anche economicamente dannoso. Di fatti, grazie agli OGM si evitano i pesticidi. Continua Regge: “La prima lotta ecologista, quella di Rachel Carson, è nata proprio contro i pesticidi e, oggi che esiste la soluzione, combattono anche quella. La realtà è che odiano la scienza e la tecnologia”. E se da un lato si sbarra la strada al futuro dall’altro si spalanca il portone all’arretratezza e al medioevo. Ovvero, si contesta anche l’uso dei fertilizzanti chimici, dei fitofarmaci ecc. ecc. per far spazio alle produzione biologiche. Ma non tutti sanno, come ci ricorda il chimico Franco Battaglia, che senza i pesticidi occorre il concime animale,  quello più ricco di dannosi batteri; e senza fitofarmaci e pesticidi appropriati, oltre al danno economico della riduzione del raccolto, si ha quello sanitario dovuto al fatto che ogni vegetale si fabbrica da sé le proprie difese naturali, che consistono di sostanze spesso tossiche a chi intenderebbe di quel vegetale cibarsi (basti pensare alle mandorle, che per difendersi dai roditori producono cianuri). Il vegetale biologico, poi, non protetto dall'uomo, produce maggiori quantità di naturali tossine, che sono difese per esso e tossiche per noi. È stato accertato che, rispetto a chi usa cibo tradizionale, chi si nutre di cibo biologico è più esposto agli attacchi non solo del batterio della Salmonella, ma anche, fino a 8 volte più esposto, di un pericoloso ceppo del batterio Escheria coli.. Come vedete, per prevenire le critiche dei sinistri all’acqua di rose ho citato uno scienziato simpatizzante per la sinistra e uno legato alla destra. Il buon senso è spesso trasversale al contrario della stupidità che si diffonde più agilmente nel brodo di coltura dei semicolti demo-socialisti, i quali sono un improbabile innesto che dà prodotti disgustosi.
Già, e se in questa battaglia scriteriata i dissidenti ambientalisti incontrano pure le simpatie dei leghisti non c’è speranza di ricondurre le fitte schiere della foresta ad apprezzare i vantaggi della civiltà e del progresso. Così vanno le cose in Italia, in questa contemporanea età della pietra.

Il curatore di questo blog va in ferie per una settimana ma gli altri redattori continueranno a scrivere e pubblicare articoli. Buone ferie. (Gianni)