Marx: ma li mortacci vostra!

Karl-Marx

 

“ALL’ELISEO VA IN SCENA IL PROCESSO A KARL MARX: DOMENICO DE MASI INTERPRETA IL FILOSOFO COMUNISTA, ACCUSATO DAL PM FIAMMETTA PALMIERI – FAUSTO BERTINOTTI VESTE I PANNI DELL’AVVOCATO DIFENSORE….

l’accusa del Pubblico Ministero Fiammetta Palmieri (Magistrato del CSM) che ha sottolineato quanto Marx, pur partendo da fatti veri e corretti come il tema della lotta di classe e dello slittamento del proletariato, abbia poi proposto soluzioni illusionistiche e irragionevoli, diventando il motore di una rivoluzione violenta che aveva come fine ultimo il cambiamento radicale della società con lo smantellamento dello Stato in favore dell’autogoverno….

[Bertinotti, avvocato difensore] le accuse rivolte a Marx sarebbero più correttamente da destinare a Vladimir Il’ic Ul’janov, meglio noto come Lenin e Iosif Vissarionovic Dzugašvili, meglio noto come Stalin. Il concetto di rivoluzione marxista non era concepito come un colpo di Stato, ma come lotta di classe, quella tra oppressi e oppressori che fa parte da sempre della storia dell’umanità.

De Masi, alias Karl Marx, ha concluso il suo intervento ricordando quanto la sua opera sia stata un lungo e densissimo percorso finalizzato alla felicità dell’uomo e del genere umano”.

Va bene, è solo un gioco, ma perché costoro non si sono fatti una partita a burraco invece di rompere i coglioni a Marx?

1. Al pubblico Ministero. Marx non parte da fatti veri (ammesso che questo significhi qualcosa). Marx parte da ciò che non si vede sensibilmente, appunto, da ciò che è l’esatto contrario di un fatto (i fatti, per lo più, sono sempre ingannevoli). Già Hegel diceva che ciò che è noto è meno conosciuto. Marx vuole smontare i fatti, ciò che appare come dato inequivocabile ma non lo è, in quanto tra “l’essenza delle cose e la loro forma fenomenica” non c’è diretta coincidenza. E scrive nella “Prefazione”: “Che ogni inizio sia diffìcile, vale per ogni scienza. Perciò la comprensione del primo capitolo, specialmente nella parte dedicata all’analisi della merce, presenterà le difficoltà maggiori. Ho invece reso per quanto è possibile divulgativa l’analisi della sostanza del valore e della grandezza del valore. La forma valore, di cui la forma denaro è la figura perfetta, è vuota di contenuto ed estremamente semplice. Eppure, da oltre due millenni la mente umana cerca invano di scandagliarla, mentre d’altra parte l’analisi di forme molto più ricche di contenuto e molto più complesse è almeno approssimativamente riuscita. Perché? Perché è più facile studiare il corpo nella sua forma completa che la cellula del corpo. Inoltre, nell’analisi delle forme economiche non servono né il microscopio, né i reagenti chimici: la forza dell’astrazione deve sostituire l’uno e gli altri. Ma, per la società borghese, la forma merce del prodotto del lavoro, o la forma valore della merce, è la formaeconomica cellulare elementare. Alla persona incolta, sembra che la sua analisi si smarrisca in mere sottigliezze; e di sottigliezze in realtà si tratta, ma solo come se ne ritrovano nell’anatomia microscopica”.

Che da questa indagine – che poi è “ricerca sul modo di produzione capitalistico e sui rapporti di produzione e di scambio che gli corrispondono” – siano potute nascere “soluzioni illusorie e irragionevoli”, sfociate in violenza, è una tale sciocchezza da non meritare nemmeno commenti. Da un Pm, del resto, di più non ci si può aspettare, questi metterebbero tutti in galera senza uno straccio di prova.

2. All’ Avvocato difensore. La responsabilità, secondo Bertinotti, noto Bertinights dei salotti romani, sarebbe di quelli che non hanno capito Marx, il giusto. Lenin e Stalin sono i veri colpevoli, i truci assassini della buona idea e degli uomini di buona volontà. Cosicché ora abbiamo un sospettato e due colpevoli certi. Come leguleio Berti(notti)è un vero disastro, proprio come ex Segretario comunista. In ogni caso, Marx non era Gesù, non voleva liberare gli oppressi nel senso religioso bertinottiano. Marx riteneva che dalle contraddizioni del capitale sarebbe sorto un nuovo rapporto sociale, non più fondato sull’estorsione del pluslavoro nella forma del plusvalore. La Classe intermodale che avrebbe garantito questo passaggio era il General Intellect (braccia e menti, giornalieri e ingegneri della produzione), non la classe operaia tout court, sfruttato dai capitalisti ma non genericamente oppresso. Berty, sempre meglio in cachemire che in toga.

3. L’alter ego. De Masi, dopo il lavoro a gratis, ci propina questa coglionatura di Marx San Francesco che cercava la felicità dell’uomo, no che dico, dell’intero genere umano, come se fosse un santo e non uno scienziato. In verità, Marx in vita non fece altro che disprezzare gli umanisti alla De Masi, quelli che parlavano degli interessi “del genere umano, dell’uomo, in generale, dell’uomo che… non appartiene neanche alla realtà, ma soltanto al cielo nebuloso della fantasia filosofica”. Marx non sopportava la “dolce rugiada traboccante amore” degli umanisti, dei protettori degli animali, dei fautori di progressivi miglioramenti delle condizioni di vita degli oppressi, non perché fosse cinico ma perché odiava l’ipocrisia.

I signori di cui sopra, alla fine, hanno mandato assolto Marx. Quest’ultimo, se li avessi giudicati, li avrebbe senz’altro condannati alla sua derisione.