MUOIA “SANSIONETTI” E TUTTI I FILISTEI COMUNISTI di G.P.

 

La vicenda di Liberazione, quotidiano comunistardo del XXI secolo, sta finendo a falce e coltelli, rigorosamente spuntati. Il ridicolo teatrino messo in scena da Sansonetti e dal Segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero, getta l’ennesima spalata di ridicolo su una sinistra sedicente radicale, la quale occupa ormai tutto il tempo a scrivere il proprio epitaffio con il sangue che stilla dalla guerra tra correnti interne. Il risultato è un lungo e interminabile corteo funebre che gli esponenti di RC stanno scambiando per l’ennesima, meravigliosa, marcia verso il comunismo.

Ma veniamo a quest’ultima sceneggiata in nome della libertà. Liberazione è un giornale pessimo, come la linea politica di cui è espressione. Sono rimasti in pochi a leggere questo fogliaccio, sempre più brutta copia dell’Unità (da dove proviene l’attuale direttore), che ha come unico obiettivo quello di seppellire i fatti per compiacere la destra vendolian-bertinottiana del partito, tutta pace e nonviolenza, e rientrare nel centro-sinistra, a guida Pd, dopo una “doverosa” ripulita ideologica, con tanto di abbandono del simbolo e del nome. Per questo Sansonetti, servo fedele della vecchia dirigenza, resiste! resiste! resiste! E non lo fa per interessi di bottega (ci mancherebbe!) ma per il bene della democrazia, della libertà, del diritto all’informazione. E come si esprime questo diritto? Con gli articoli della Nocioni contro Cuba e contro Chavez, con gli editoriali inverosimili, sbattuti in prima pagina, del saltimbanco post-operaista Bifo  e con il travisamento delle citazioni dei padri immemorabili del Partito Comunista, al solo fine di pararsi il culo e tenere buono popolo identitario.

E’ proprio vero che all’oscenità non c’è mai fine. Ma basterebbe far notare a Sansonetti che, dal punto di vista imprenditoriale, la sua gestione è stata fallimentare (tre milioni di buco di bilancio) e  che il quotidiano, di cui è direttore indesiderato, perde lettori a causa del suo imprinting movimentista, nonviolento e politically correct.

Per queste cose c’è già l’Unità, e non si capisce perché uno dovrebbe comprare un surrogato, peraltro malfatto, senza nemmeno i Dvd e i CD allegati.

D’altro canto, le ragioni per cui Ferrero vorrebbe sbattere fuori Sansonetti (che ha già pronto il posto da vice-direttore nel regno della ninfa veltroniana Concita De Gregorio) sono quasi peggiori delle falsità sparate sulla rotativa dall’attuale redazione. Perché non sta scritto da nessuna parte che il giornale deve esprimere la linea del partito. Il compito del giornale deve essere quello di fare la guerra alla disinformazione degli altri quotidiani, demistificare la costruzione ideologica delle notizie, così come vengono date dagli organi dominanti della stampa, proporre dibattiti intellettuali e culturali, che non siano la farsa liquidazionista attuale, affidata agli articoli di Bifo contro Lenin e la rivoluzione Bolscevica. Tanto per tenere fede alla sua indecenza, l’altro giorno, Liberazione ha pubblicato un ulteriore vaneggiamento di costui che perora l’ “Abolizione degli straordinari, [la] riduzione della giornata lavorativa, [il] reddito di cittadinanza sganciato dal tempo di lavoro”. Io non commento queste stronzate da ciambellano di corte che gioca a fare il rivoluzionario sulla pelle altrui.

Infine, qualcuno nel PRC ha detto bene che, se la soluzione a cotante dispute dovesse essere un’altra scissione, i problemi all’interno del partito diverranno roba da fisici, perché si dovrà fare la scissione dell’atomo. Più che nella scissione, io spero in una vera e propria esplosione atomica che ce li tolga dai piedi definitivamente.