'Negri' d'America di A. Berlendis

 

Dopo gli  orgasmi della sinistra moderata e gli entusiasmi della sinistra radical(e), è toccato al noto intellettuale che da tempo è andato ‘Oltre Marx’, ammannirci sulla scia retorica del neopresidente USA, che aveva solennemente dichiarato che la sua vittoria  È stata costruita da uomini e donne lavoratrici che hanno scavato nei pochi risparmi che avevano e hanno dato cinque dollari e dieci dollari e venti dollari per questa causa.”  (fonte : <http://www.fondazioneitaliani.it/ index.php/ Elezioni-Usa.-Il-discorso-integrale-di-Obama-dopo-la-vittoria.html>). Vediamo quindi dove la spasmodica ricerca del mitologico soggetto rivoluzionario può condurre : "Cinquanta anni fa cominciava questa lotta negli Stati Uniti ed è stata una lotta che è arrivata adesso ad esprimersi. Dietro a questa vittoria [di Obama – ndr] ci sta la grande lotta moltitudinaria, vale a dire la somma delle tre lotte, come minimo : quella di classe, la lotta di genere e la lotta di “razza”. Dietro la vittoria di Obama c’è la capacità di affrontare in maniera differente anche il dato elettorale. Il protagonismo di milioni persone, l’entrata in scena delle nuove generazioni, dei migranti, disegnano un tratto differente." (‘Dietro questa vittoria, la grande lotta moltitudinaria.’ Intervista al Prof. Antonio Negri  Mercoledì 5 novembre 2008) .

Non per mania citatoria o deferenza al principio di autorità, ma semplicemente perchè, anche se ammantate di (pseudo)nuovismo teorico, ci troviamo di fronte sempre alla ennesima ripetizione, penso che siano  più che appropriate  per Negri le sprezzanti parole di Marx verso Proudhon, secondo cui nei suoi scritti "si trova un pretenzioso guazzabuglio speculativo …. E poi vi ronzano continuamente all’orecchio, su un tono fanfaronesco e da saltimbanco, i suoi autoelogi e il suo noioso farneticare, le sue continue rodomontate sulla sua pretesa ‘scienza’." Perchè appare chairo che  "assieme agli utopisti, egli si metta alla ricerca di una pretesa "scienza" che gli deve fornire una formula bell’e pronta per la "soluzione della questione sociale", invece di attingere la scienza alla conoscenza critica del movimento storico, movimento che deve esso stesso produrre le condizioni materiali dell’emancipazione sociale." (Marx ‘Lettera a J. B. von Schweitzer ‘ Su P. J. Proudhon  – 1865).

Probabilmente  la visiera del famoso passamontagna deve essergli da tempo immemorabile scesa sugli occhi impedendogli di vedere anche ciò che è più che evidente, se è giunto a sostenere che " la pace, parola di cui Obama per prima sembra si sia impadronito per farne bandiera della sua vittoria; pace in quel Medio Oriente che va da Israele fino al Pachistan. La direzione che Obama prenderà in merito alla soluzione di questi due grandi problemi ci farà capire fino a che punto non ci si trovi di fronte all’ennesimo spettacolo mediatico ma di fronte ad una vera trasformazione storica ed epocale. Una trasformazione epocale di cui sono protagonisti i milioni di persone che hanno portato a questo risultato." (idem ‘Dietro questa vittoria, la grande lotta moltitudinaria…)

La possibile revisione strategica Usa orientata a mantenere, in modi in parte differenti e più efficaci rispetto alle contingenze politico-militari sviluppatesi, la supremazia mondiale statunitense, viene scambiata e propinata come possibile opzione pacifista : qui ci può venire in soccorso solo film di Russell ‘Stati di allucinazione’ in cui il protagonista tenta di regredire a fasi di sviluppo precedenti del genere umano… Ma si capisce anche perché certa produzione ‘intellettuale'(sic) piace così tanto ai dominanti, da diffonderla a piene mani con tutti i potenti mezzi comunicativi a loro disposizione…

 

A me piace un altro  rappresentante dei neri americani, che riferendosi all’insieme dei parlamentari statunitensi (democratici o repubblicani che fossero) disse

"Tutte queste persone sono in combutta fra di loro. Non vi illudete che non sia così poiché colui che dirige l’ostruzionismo contro le leggi sui diritti civili è un senatore della Georgia di nome Richard Russell. Quando Johnson divenne presidente, la prima persona che mandò a chiamare al suo ritorno a Washington fu «Dicky». Questo fatto vi dà un’idea di come sono amici. Russell è il suo preferito, il più intimo, il più caro dei suoi amici. Eppure tutti e due giocano a quel vecchio giochetto in cui uno ti fa credere di essere dalla tua parte mentre l’altro ti è così decisamente contrario da non essere affatto obbligato a mantenere alcuna promessa." Malcom X ‘La scheda o il fucile’.

Faccio notare di passaggio che quella combutta assomiglia come una goccia d’acqua al lagrassiano ‘gioco degli specchi’ delle attuali destra e sinistra italiane, per cui dovrebbe valere per noi la proposta di  Malcom x, allora rivolta a coloro che non ci stavano a quel gioco: "Credo che si possano mettere insieme tante di queste persone comuni e spazzar via tanti di quei personaggi importanti. Quelli non hanno nulla da perdere e nulla da guadagnare e te lo dicono subito che per ballare il tango bisogna essere in due e quando si muove l’uno anche l’altro è costretto a muoversi."