Nella periferia dell’Eurozona, i partiti di sinistra prendono forza.

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[Traduzione di Alfredo Musto da: In the Eurozone Periphery, Left-Wing Parties Gain Strength | Stratfor ]

Sommario

Con l’aggravarsi della crisi europea, il sostegno popolare per i partiti di sinistra è in crescita nei paesi lungo la periferia della zona euro che sono i più colpiti dalla disoccupazione. Sebbene questi partiti critichino le misure di austerità, la maggior parte di loro condivide la posizione filo-europea dei partiti tradizionali. Ciò differenzia i paesi periferici da quelli del nucleo, dove la crisi sta portando a un crescente sostegno per la destra, per i partiti euroscettici.

Analisi

La Giornata internazionale dei lavoratori di quest’anno giunge quando la zona euro sta affrontando livelli senza precedenti di disoccupazione. Secondo l’Unione europea, la disoccupazione nei 17 paesi che condividono l’euro ha raggiunto il livello record del 12,1 % della popolazione attiva a Marzo – dal precedente record del 12 % nel mese di Febbraio – il che significa che più di 19 milioni di persone sono fuori dal lavoro nella zona euro.

Vi è un chiaro divario nord-sud in termini di disoccupazione. I tre paesi con i più alti livelli di disoccupazione – Grecia (27,2 %), Spagna (26,7 %) e Portogallo (17,5 %) – sono nell’Europa meridionale, mentre quelli più bassi sono registrati nel nord: Austria (4,7 %), Germania (5,4 %) e Lussemburgo (5,7 %). Solo sei anni fa, la disoccupazione era l’8,3 % in Grecia e in Spagna e 8,9 % in Portogallo.

Mentre la crisi europea passa da una crisi finanziaria a una di disoccupazione, il sostegno popolare per i partiti politici tradizionali è sceso nei paesi della zona euro più colpiti dalla depressione economica. I partiti moderati sono riusciti a rimanere al potere, ma ad ogni ciclo elettorale la loro popolarità è diminuita. Come nel caso della disoccupazione, c’è un divario nord-sud nella zona euro anche per quanto riguarda la popolarità dei diversi tipi di partiti politici. Dall’inizio della crisi, paesi come Francia, Paesi Bassi e Finlandia hanno visto rafforzarsi i partiti nazionalisti e anti-immigrazione. Nella periferia, invece, vi è un crescente sostegno ai partiti di sinistra, che mancano degli elementi nazionalistici ed euroscettici dei loro corrispettivi di destra.

I ricordi delle recenti dittature sono ancora freschi in Spagna, Portogallo e Grecia, ed il supporto per il progetto europeo è ancora forte nonostante la crisi. I sondaggi di opinione indicano che la maggior parte delle persone nella periferia della zona euro continua a sostenere l’euro, dal momento che la crisi è più spesso vista come il risultato di politiche sbagliate applicate dai governi nazionali anziché di carenze strutturali dell’unione monetaria.

Questi partiti criticano le misure di austerità e richiedono un cambiamento completo nelle politiche applicate dai governi attuali; vogliono aumentare la spesa pubblica e favorire una più equa distribuzione della ricchezza. Essi condividono anche una visione critica della posizione sul debito dei loro paesi, spesso proponendo di tagliarlo o addirittura di proclamare il default. La maggior parte di questi partiti sono critici circa la leadership della Germania durante la crisi e chiedono una massiccia monetizzazione del debito pubblico senza grandi tagli di spesa. Tuttavia, la maggior parte di loro ancora difende l’adesione all’UE dei loro paesi e vuole rimanere all’interno della zona euro.

La loro strategia si è rivelata vincente; il supporto per la moneta comune rende questi partiti più accettabili per gli elettori indipendenti e moderati che credono che i paesi della zona euro possano tornare alla situazione precedente alla crisi, senza lasciare l’Unione europea o prendere altre drastiche misure. Tuttavia, la strategia potrebbe anche portare alla percezione pubblica che i partiti di sinistra siano collegati ai moderati partiti tradizionali, che sono in gran parte filo-europei. La maggior parte dei partiti di destra ha già affrontato questo dilemma adottando una forte posizione euroscettica. La sinistra sta discutendo la sua posizione internamente, con alcune fazioni che chiedono un passaggio a piattaforme anti-UE.

Cicli politici in Spagna, Portogallo e Grecia

I partiti di centro-sinistra governavano in Spagna, Portogallo e Grecia quando la crisi è cominciata. L’opposizione conservatrice li ha sostituiti quando la situazione economica è peggiorata, e le forze di centro-sinistra hanno perso voti a favore dei partiti di sinistra.

In Spagna, l’ex primo ministro Jose Luis Rodriguez Zapatero del Partito Socialista Operaio Spagnolo si è dimesso sei mesi prima della fine del suo mandato nel bel mezzo di un aumento della disoccupazione e di costanti proteste popolari. E’ stato sostituito nel novembre 2011 da Mariano Rajoy, il leader del Partito Popolare di centro-destra. Qualcosa di simile è accaduto in Portogallo, dove il governo socialista guidato da José Socrates, dopo essere stato costretto a chiedere un salvataggio impopolare da parte dell’Unione europea e del Fondo Monetario Internazionale, ha perso le elezioni di aprile 2011 a favore del candidato conservatore Pedro Passos Coelho. In Grecia, George Papandreou, il leader del Movimento Socialista Panellenico di centro-sinistra, è stato costretto a indire elezioni anticipate nel novembre 2011 tra un crescente disagio sociale e disoccupazione di massa. Dopo diverse settimane di incertezza politica e dopo due turni di elezioni, è stato formato un governo di unità nazionale, guidato dal partito conservatore Nuova Democrazia.

Ora, però, la crescita elettorale della sinistra è notevole, soprattutto in Grecia. La Coalizione della Sinistra Radicale, comunemente conosciuta con l’acronimo greco Syriza, ha ottenuto il 26,9 per cento dei voti nelle elezioni generali di giugno 2012, il che la rende il secondo più grande partito in parlamento e costringe i partiti tradizionali del paese a formare un’imbarazzante grande coalizione per conservare il potere. Queste elezioni sono state anche caratterizzate dal relativo successo del partito di estrema destra Alba Dorata (6,9%), evidenziando la polarizzazione politica del paese. Recenti sondaggi mostrano che Syriza è ancora il secondo partito  più popolare della Grecia dopo Nuova Democrazia, con alcuni sondaggi che lo indicano anche primo.

In Spagna, il sostegno popolare per la coalizione politica Sinistra Unita è quasi raddoppiato dal 3,8% del 2008 al 6,9% nel 2011. Allo stesso modo, il sostegno per il partito di sinistra Unione, Progresso e Democrazia è cresciuto dal 1,2% del 2008 al 4,7% nel 2011, in coincidenza con una perdita del 15% per il Partito Socialista Operaio Spagnolo dato che alcuni dei suoi elettori si sono spostati dal centro-sinistra a sinistra. Questa tendenza è stata confermata nelle elezioni anticipate tenutesi nella regione autonoma della Catalogna nel novembre 2012, in cui il sostegno per Sinistra Repubblicana è cresciuto dal 7% nel 2008 al 13,7%, diventando così il terzo partito nel parlamento regionale. Di conseguenza, la coalizione di governo Convergenza e Unione è stata costretta ad entrare in una difficile alleanza con Sinistra Repubblicana, rendendo più difficile per il governo regionale applicare le misure di austerità richieste da Madrid.

L’evoluzione elettorale della sinistra in Portogallo è più complessa. Coalizione Democratica Unita di sinistra ha ripetuto nel 2011 la sua performance del 2009, ottenendo 7,9% dei voti in entrambe le elezioni, ma garantendosi un seggio in più in parlamento nel 2011 (da 15 a 16 seggi su 230). Recenti sondaggi mostrano che il suo sostegno popolare è di circa il 12 per cento. Al contrario, quello per il Blocco di Sinistra è sceso dal 9,8% al 5,2%, soprattutto a causa della sua parziale cooperazione con l’impopolare governo Socrates. Tuttavia, i sondaggi di opinione indicano che il sostegno per il Blocco di Sinistra è attualmente un po’ più dell’8%.

Le future sfide per la Sinistra

Mentre il sostegno per i partiti di sinistra è destinato a rimanere forte nella periferia della zona euro, essi dovranno affrontare la sfida di definire la loro posizione sulla moneta comune. Le prossime elezioni per il Parlamento Europeo a metà del 2014 daranno ai partiti di sinistra la possibilità di testare la loro forza mentre si preparano per il prossimo ciclo di elezioni generali nella periferia – che sono attualmente in programma tra il 2015 e il 2016, ma potrebbero essere tenute anche prima, se gli attuali governi cadessero prima.

Anche se è improbabile che vincano le elezioni europee del 2014, una notevole performance per le forze di sinistra sarebbe un punto di partenza per una seria concorrenza nelle elezioni generali. La crisi della disoccupazione rimarrà un fattore chiave nella politica interna della periferia della zona euro, ed è probabile che i partiti di sinistra diventino degli importanti attori nei prossimi anni.