NON CI SI SALVA DA NESSUNA PARTE! di GLG, 14 feb ‘13

gianfranco

Leggere oggi (14) l’editoriale sul Giornale (non on line, dove troverete un altro articolo di De Bellis) più altri pezzi vari sullo stesso tenore. Sembra positivo l’ulteriore riconoscimento dei danni provocati dall’austerità (tipo Monti, ma voluta pure dalla UE), che adesso sarebbero infine riconosciuti in sede europea. Si rileva che l’ammissione è tardiva, avviene perché la Francia ha confessato di non poter rientrare nei parametri stabiliti da questi organismi perniciosi per loro stessa costituzione. Quindi due pesi e due misure; i danni per Italia, Spagna, Grecia, ecc. sono già stati provocati. Fin qui sembrerebbe che un “destro” ragioni meglio di un “sinistro”; cioè, in realtà, che sia meno servo di Obama di un “sinistro”. Manco pe’ gnente! Limitati da una parte e limitati dall’altra; o meglio, lo avete capito, proni davanti allo stesso padrone (almeno come paese, poi magari con qualche antipatia dei “destri” per i democratici obamiani, un’antipatia mai però esplicitata con chiarezza e con motivazioni serie).

Infatti, si è entusiasti della proposta americana di istituire (in “occidente”, perché Cina e Russia, ecc. faranno come meglio loro conviene, almeno si spera) un’area di libero scambio, proprio quella che volevano i “cotonieri” del sud degli Usa a metà 800 in perfetta sintonia con il paese allora predominante, l’Inghilterra. Per di più, ci si consente la banalità che la grande crisi del ’29-‘33 era stata aggravata dalla chiusura a riccio dei vari paesi e che la tragedia della seconda guerra mondiale fu effetto di tale chiusura. Non se ne può più di questi inutili chiacchieroni; non sono nemmeno forse in totale mala fede, perché oltre che servire il “padron americano” sono anche ignoranti e qualche cosa d’altro di più limitativo ancora. Non ho nulla da aggiungere a quanto già detto mille volte sulla crisi americana degli anni ‘30, sulla differenza tra crac finanziario e sprofondamento dell’economia reale, sui motivi di s-coordinamento che sono i “profondi” sommovimenti in ascesa verso la “superficie” con terremoti vari e con la necessità della resa dei conti per una nuova supremazia (molto relativamente regolatrice, per un dato periodo di tempo e difficilmente in senso globale, mondiale).

Si deve solo ribadire oggi che la Ue è strumento del predominio Usa: sia quando predica l’austerità, che sconvolge una determinata area europea riducendola a campo di libere scorribande per le cosche criminali statunitensi e dei loro migliori sicari in quest’area; sia quando dà sollievo ad uno di essi, ma ne approfitta per proporre un ancora più ampio “libero scambio” che – unito alla delinquenza servile di chi sta distruggendo i migliori pezzi del nostro sistema industriale – serve a regolamentare nuovamente almeno questo pezzo di mondo in vista di più intensi e tragici conflitti, che seguiranno, poi, una volta assestatesi determinate posizioni geografiche, sociali e politiche fra loro nemiche. Gli Usa di Obama puntano pur sempre con maggiore decisione sulla “sinistra”, già vendutasi molti decenni fa. Tuttavia, devono prendere atto che si tratta di bande di mentecatti; dotati di buona disposizione a commettere atti criminosi contro l’autonomia del nostro paese, ma assai poco capaci. Così si guardano intorno. Adesso, in base ad un documento pubblicato da La Stampa e ripreso da qualche altro giornale, si sa che perfino il “grillismo” è tenuto in qualche considerazione oltre Atlantico.

Tuttavia, la “destra” non demorde. Insiste nel mostrare che ormai Monti avrebbe fatto il suo tempo, che perfino l’Europa lo scaricherebbe (aspettate, scemi, prima di vendere la pelle dell’orso); mentre un bel liberale “di destra”, che sostiene il “libero scambio” dei “cotonieri”, darebbe migliori e più solide garanzie! Inoltre, la “destra” è pronta a fare comunella con Draghi, altro agente americano, già sostituto di Fazio alla Banca d’Italia quando la finanza vaticana prese una bella scoppola da quella statunitense; e poi trasferito in sede europea. Ribadisco che, in questa stretta congiuntura, la “sinistra” (che sta riunendo, non a caso, “cani e porci”) è il nemico peggiore, la vera infezione dilagante nel paese. E non soltanto – mi verrebbe quasi da dire non tanto, ma non esageriamo – per i suoi dirigenti con il pelo sullo stomaco e la segatura nel cervello, quanto per l’orrendo “popolo di sinistra” (i semicolti, a partire dal corpo insegnante d’ogni ordine e grado, da licenziare in tronco per “disseminazione a spaglio dell’ignoranza” prima che passi alla “seminazione intensiva”).

L’importante è però sapere che la “destra” non è un’alternativa alla servitù del paese, è solo una variante rozza e anche più incolta che, proprio per questo, è al momento meno pericolosa. Bisogna comunque che noi teniamo il cervello sgombro da preferenze (o minore ostilità). Nel contempo, non confondiamo, però, sinistra e destra. Certamente, tali denominazioni non hanno più assolutamente un qualche riferimento alla storia di questi schieramenti. Vent’anni di annientamento di ogni minimo ragionamento politico – vent’anni condotti con gossip, scandali, battute varie, convinzione di imitare gli americani nella “politica show” (lì ci sono dietro reali gruppi di pressione di una certa caratura, pur se sempre più bassa; e inoltre hanno a disposizione la potenza del paese per combattersi) – hanno ormai prodotto un guasto non più riparabile per vie normali, con “pannicelli caldi” e qualche antibiotico. Oggi, destra e sinistra non hanno nulla a che vedere con il passato degli schieramenti così denominati. Indubbiamente, data la situazione, possono esserci facili passaggi dall’una all’altra. Non sono però la stessa cosa; il fatto che oggi perfino Monti affermi l’indistinzione (l’aveva affermata, ma se l’è già scordato) è solo sintomo del suo disorientamento – e anche un po’ di quello del suo Mentore (Napolitano) – perché gli Usa sono perplessi sul come procedere con tutte queste mediocrità con cui si trovano ad operare in Italia da vent’anni, senza che esse abbiano combinato qualcosa di solido e coerente.

Teniamo comunque presente che, sia pure senza alcun ordine, senza alcun programma definito, senza niente di niente insomma, la sinistra (in specie i rinnegati del comunismo) hanno l’appoggio di pressoché tutti i mezzi d’informazione (perfino stranieri, pur con qualche voce dissonante ultimamente, ma solo per darle una strigliata e farle capire che deve darsi infine una mossa decisiva), hanno in mano la parte attiva (e distruttiva del nostro sistema) della magistratura, si sono impadroniti del settore dell’insegnamento (nel mentre gli altri si davano ai “danè”), rappresentano il 90% del ceto intellettuale, costituito da “damerini incipriati” che frequentano i salotti dei “cotonieri” (con le “signore” di questi ultimi a sbavare come “escort” qualsiasi) in città grandi e piccine. Hanno inoltre invaso tutto il settore degli apparati statali amministrativi (soprattutto nei posti dirigenti dove stanno apportando disastri incommensurabili) e sono in “odore di santità” presso i Servizi. Un cancro che divora il paese. A fronte, non dei barbari (saremmo allora a cavallo con vero nuovo sangue e linfa vitale), ma degli esausti “uomini di fatica”, sgobboni, produttivi certo, ma con il cervello poco aduso alle sottigliezze del marcio politicantume in cui sono specializzati i “sinistri”. Per di più diretti da un’accozzaglia di sopravvissuti o di freschi cagnolini sempre ansimanti con la lingua fuori e il cui “bau bau” fa scompisciare.

E’ in questo senso che affermo la loro diversità dalla “sinistra” e la loro minore pericolosità per la morte dell’organismo Italia. Tuttavia, ribadisco che non sono in grado di rappresentare un’alternativa, solo un ritardo nella diffusione della malattia fatale. Quindi…. traetene le conclusioni che vorrete. In questo momento, salvo desiderare che un “diverso morbo” spazzi via tutta questa “merdaccia”, non so dirvi altro. E’ necessario rimeditare molte cose, molti nostri errori, una storia pressoché tutta da rifare. Con questo “mi taccio” (per poco).