PER CORRETTEZZA

a cura di G. La Grassa
Per correttezza, riportiamo la notizia che Bernabè ha dato mandato ai suoi legali di sporgere querela per diffamazione aggravata contro di lui da parte di Cirino Pomicino; si tratta delle affermazioni di quest’ultimo contenute nell’intervista rilasciata a Liberomercato e da noi riportata nel blog. L’ex Ministro Dc, saputa la notizia, ha dichiarato: “Ho appreso che il dottor Franco Bernabè mi avrebbe querelato per le verità che ho rivelato, documentalmente provate. Finalmente, potremo ‘processare’ molti inquietanti avvenimenti degli anni novanta che lo hanno visto protagonista”.
Conoscendo i tempi della giustizia italiana, quando (e se) sapremo chi ha ragione e chi torto, tutti i giochi saranno stati giocati e apparterranno ormai “alla storia”. Mentre, invece, sarebbe utile saperlo subito, poiché le affermazioni del vecchio democristiano (che è stato, ed è ancora, personaggio di notevole rilevanza) sono a dir poco inquietanti, anzi impressionanti, per chi capisce quello che ha detto anche oltre ciò che ha espresso esplicitamente. L’importanza delle sue dichiarazioni non mi sembrano riferirsi alla persona di Bernabé, su cui ha del resto formulato un giudizio lusinghiero quando ha ricordato che si tratta di un manager di prima qualità, bensì al ruolo della Telecom – e dei gruppi finanziari (con precisi agganci politici) che se la contendono – negli anni passati, nonché a quello che potrebbe svolgere nel prossimo futuro; ruolo fortemente negativo e pericoloso per gli assetti “democratici”, nel caso in cui Cirino Pomicino avesse ragione.
Se in Italia esistesse un’informazione degna di questo nome, non si aspetterebbe il processo per diffamazione, ma si organizzerebbe un bel confronto televisivo tra i due – nelle prime ore serali – in cui venissero anche prodotte quelle “prove documentali” di cui Cirino Pomicino si dice in possesso (e quindi dovrebbe poterle esibire). Perché questa è la constatazione peggiore che è possibile fare a questo punto: non abbiamo alcuna informazione giornalistica (né sulla stampa né in TV) in grado di destare il nostro interesse di cittadini interessati alla loro sorte; solo discussioni sciocche, prolisse, fatte apposta per deviare l’attenzione della “gente” dalle questioni centrali, su cui si gioca il futuro del paese (e la questione Telecom è una di queste, e non delle minori). Un serrato confronto tra Cirino Pomicino (che produca tutti i documenti di cui è eventualmente in possesso) e Bernabè dovrebbe essere organizzato presto e con grande pubblicità per l’evento. Non per sapere chi ha ragione e chi no, non per giudicare della serietà e affidabilità dell’uno e dell’altro, ma per conoscere il punto centrale: ci sono manovre oscure, con pressioni internazionali (e di pericolosi potentati finanziari) e servilismi economico-politici italiani tali da mettere in forse sia la nostra autonomia nazionale, sia la tenuta del nostro sistema-paese? Questa la domanda essenziale; dai pettegolezzi e diatribe fasulle da talk-show – sia pure organizzati a somiglianza (risibile) di dibattiti politici, come accade a Ballarò, Matrix, Anno zero e simili – non si ricava nulla di essenziale, di vero. E’ tutta una fantasmagoria di guitti e giullari indecenti, che nascondono con il loro rumore assordante (e disinformativo) i problemi reali.
Finora, né giornali né Tv hanno dato notizia di quanto affermato dall’uomo politico democristiano. Silenzio assoluto, salvo due righe qua e là. Nemmeno il direttore di Liberomercato, dove pure sono apparsi e l’intervista e il breve trafiletto concernente la querela ecc., ne accenna minimamente nei suoi commenti sulle vicende finanziarie e dintorni; neanche quando parla espressamente dei giochi intorno a Telecom. Potenza della censura preventiva, o più probabilmente dell’autocensura per eccesso di prudenza.
Dato che sono in argomento, mi permetto di ricordare altri due esempi di questo silenzio assordante su affermazioni “preoccupanti”. Alcuni anni fa (ma non credo più di un paio) l’ex presdelarep Cossiga – se ricordo bene sul Corriere e a La 7 – ricordò che, all’inizio di “mani pulite”, sull’onda delle rivelazioni di Buscetta (provenienti dagli Usa), anch’egli venne per un qualche tempo “toccato” dalle stesse. Cossiga disse di avere lanciato a chi di dovere negli Stati Uniti il “discreto” avvertimento di essere in possesso di documentazione relativa a contatti “impropri” di quel paese (qui non
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interessano, ma Cossiga ne parlò chiarendo, nelle linee generali, di che si trattasse) all’epoca dell’installazione della base militare a Comiso. Nessuno ne ha più accennato; nessuno ha chiesto a Cossiga di chiarire meglio la questione. Acqua in bocca, confidando nella smemoratezza della gente, soprattutto quando una notizia non viene ribattuta mille volte come accade, ad es., in merito alle varie intercettazioni telefoniche fornite da Procure compiacenti, e utili a combattere una lotta politica senza argomentazioni politiche, ma solo diretta a squalificare moralmente l’avversario. Questa è la politica italiana, questi i “poteri occulti” (finanziari, con “pressioni internazionali”) che manovrano i loro “guitti e giullari” nella loro scomposta agitazione sul palcoscenico di questo “pauvre pays”.
Andiamo avanti. Pochi mesi fa, sempre Cossiga in una lunghissima lettera a Libero parlò di non meno di 7-8 azioni, condotte dai nostri servizi segreti dietro orientamento di Moro e di lui stesso. In particolare, per citare un esempio, disse cose importanti relative al “mistero” dell’aereo “Argo 16”, che nel 1973 portò in Libia gli autori (arabi) dell’attentato all’aeroporto di Fiumicino e poi cadde a Marghera (rischiando di provocare un bel disastro) con la morte del col. Borrea e del suo equipaggio, del ten. col. Grandi, dei marescialli Schiavone e Bernardini. Il magistrato Mastelloni ebbe il sospetto che non si trattasse di incidente, ma alle indagini fu frapposto il “segreto di Stato”. Nella sua lettera, Cossiga rivela che infatti fu fatto precipitare, per ritorsione, dai servizi segreti israeliani. Si è “divertito” a épater le bourgeois, è solo un “simpatico pazzerellone”? Credo fosse doveroso approfondire la questione, al di là del fatto che eventuali reati fossero comunque caduti in prescrizione.
Invece silenzio assoluto (almeno non ne ho sentito più parlare): sulla stampa, alla Tv, non si è scomposto alcun partito (nemmeno i “terribili comunisti”, quelli che gridavano Kossiga). Ho letto in una notiziola a margine, non ricordo in quale giornale, che si erano mossi i parenti delle vittime perché, a quel punto, volevano che almeno fosse riaperto il caso per risarcimenti o altro del genere. Ma un “fuoco fatuo”, di cui non si è saputo più nulla. E’ normale? Proprio nessuno ha niente da dire, da ricordare, da obiettare, da denunciare? O almeno di solo parlarne, e di ricordare, messi in fila, tutti gli altri casi “sospetti” fino all’uccisione di Calipari? Niente, giacché non è notizia che serva a sputtanare un avversario dei “poteri forti”, uno che possa mettere i bastoni fra le ruote ai nostri finanzieri parassiti e industriali decotti nelle loro operazioni intese a “costruire” il Pd veltroniano, e poi una bella “cosa bianca” in grado di allearsi con questo e creare il tanto agognato (da “mani pulite” in poi) regime del peggiore capitalismo mai esistito, quello della “Chicago anni ‘20”.
E vi pare che chi viene combattuto con questi mezzi sollevi un minimo scandalo su quanto detto da Cossiga? Vi pare che il berlusconiano Giornale, o il “campione della destra” Libero (che pure ha pubblicato la lettera di Cossiga), abbiano una sola volta accennato al problema? Per carità, bisogna essere i più servili possibile di fronte a Usa e Israele, altrimenti nessuna speranza di tornare al governo; anzi, si viene dissolti anche come opposizione senza l’imprimatur di simili “padroni”. Dunque, questa opposizione è marcia e non serve a nulla; Berlusconi lo è egualmente. Occorrono ben altre forze per risanare il paese; fermo restando che il cancro fondamentale risiede nella GFeID e che i “profeti” di quest’ultima stanno tutti a sinistra. Gli “altri”, semplicemente, non servono, sono un tranello in cui la “gente” continua a cadere; e così cadendo, non si libererà di coloro che le succhiano la linfa vitale.
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