PER UN GIORNO, RIDIAMO di GLG

Nel 1956 si tennero praticamente in tutta Italia le elezioni amministrative. Non andarono troppo bene per il Pci, che comunque era all’opposizione (a quel tempo con più o meno un quarto dell’elettorato) e tale rimase ancora per decenni. L’anno successivo, a primavera, questo partito conquistò due “smaglianti vittorie” nelle elezioni a Campi Salentina (e in un altro Comune ancor più piccolo di cui non ricordo il nome) in Puglia. L’Unità uscì con titoloni su questa “storica” impresa e anche il sottoscritto – ancora “giovine inesperto” e un po’ tontolone – si gonfiò, non eccessivamente però, il petto.

L’episodio mi è tornato alla mente oggi leggendo i peana del Pd per aver vinto a Modica e Piazza Armerina (ha dunque espugnato addirittura l’antica e stupenda villa romana del Casale), dopo averle prese dappertutto: dalle elezioni nazionali a quelle comunali, provinciali e regionali (proprio in Sicilia, dove ha perso perfino le tradizionali roccaforti di Enna e Caltanissetta). Il divertimento procuratomi da tanta imbecillità è stato ancora maggiore perché, mentre nel 1957 nei due piccoli comuni pugliesi il Pci prevalse in pratica da solo, nelle elezioni comunali di cui si sta parlando il Pd si è presentato in alleanza con il Mpa (di Lombardo), che in tutte le altre elezioni era saldamente schierato con il centrodestra (infatti, il suddetto è Presidente regionale per tale schieramento).

Ho soprattutto riso di gusto nel constatare che il ruolo de L’Unità di allora è stato assunto questa volta dal “glorioso” giornale della “borghesia illuminata” milanese. Il titolone del Corriere dell’ex Lotta continua Mieli assicura una “sana” ilarità al lettore accaldato di queste giornate estive; ed è la migliore dimostrazione di come i più chiassosi ed esagitati “rivoluzionari e antirevisionisti” del ’68 siano divenuti accaniti propagandisti di una sinistra tanto meschina. Poiché non credo si tratti di imbecilli, chissà in quali contorti meandri si aggirano i loro pensieri e oscuri disegni, comunque sempre eversivi, pur se non più nel senso di quarant’anni fa.

Ieri ho citato il preciso giudizio di Pasolini su questi personaggi nella loro “giovinezza” sessantottarda. Oggi, consiglio di riguardarsi, sempre dello stesso autore, quell’assoluto gioiello che è la Ricotta e di seguire parola per parola la filippica contro l’“uomo medio” pronunciata dal personaggio interpretato da Orson Welles, che dà voce al pensiero pasoliniano. Non la ripeto, poiché la rovinerei andando a memoria. Quell’uomo medio è comunque l’“idealtipo” del “borghese piccolo piccolo”, arrogante e borioso, rivoluzionario da operetta e nello stesso tempo personaggio “demoniaco” (un po‘ come quelli del romanzo di Dostojevskji), diventato oggi portavoce ambiguo, tracotante e inquietante della GFeID (o “piccolo establishment”).

 

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La lettera di Napolitano al CSM mi sembra significativamente confermare le impressioni che manifestavo nel mio pezzo di ieri. Esiste evidentemente in “alto loco” la preoccupazione che qualcuno voglia tirare la corda. Se teniamo conto pure della congiuntura di crisi (sociale innanzitutto, ma con l’aggravarsi di quella economica), certi comportamenti dei vari “attori” sembrano delinearsi con maggior nettezza. Riterrei anche significative le diverse reazioni dei due principali organi giornalistici di “destra”. Il Giornale sembra entusiasta della lettera in questione e ne fa il titolo di testa a grandi caratteri. Libero quasi la snobba e apre sull’evasione fiscale che è di gran lunga superiore al sud rispetto a quella dei “laboriosi” nordici. Direi che non sono necessari molti commenti; risulta confermato, mi sembra almeno per l’essenziale, quanto scrivevo sul “partito del nord” (ricordando sempre la funzione non irrilevante di un Cossiga, che non è certo “nordico”). In ogni caso, tutto è da seguire con attenzione; non credo che un Presidente come Napolitano, con i suoi trascorsi politici, si pronunci in quella guisa per puro spirito super partes. Nella posizione in cui si trova, può avere il polso della situazione (pericolosa) assai meglio di noi “comuni cittadini” sempre all’oscuro di tutto.