PREVISIONI….E ALTRO di G. La Grassa

Non dico che sia qualcosa di molto probabile, ma non sarebbe nemmeno una sorpresa se la “faccia di tolla” ce la facesse oggi al Senato. Vent’anni fa me lo sarei augurato di tutto cuore, oggi ammetto di avere qualche preoccupazione per la mia scarsa capacità (biologica) di resistenza al peggio. Se passa infatti questo indecoroso personaggio, si tratterà della più bella dimostrazione che l’intera classe dirigente del paese – economica, politica, e anche culturale – ha raggiunto il punto di non ritorno nel processo di putrefazione. E, diciamolo pure, non sono del tutto alieno dal pensare che almeno una grossa quota di popolazione sia l’esatto riflesso di questa classe dirigente. Vent’anni fa, come dicevo, avrei brindato ad una simile dimostrazione di marciume completo, perché foriera di sconquassi decisivi; magari non per domani o dopodomani, ma comunque in tempi storicamente vicini. Adesso, mi fa un po’ più paura; se comunque avvenisse “il fattaccio”, non mi dispererei troppo.

In tutta la mia vita, che ormai non è breve, non avevo mai visto uno schifo del genere, mai era apparso così alla luce del Sole quello che noi comunisti dicevamo, quando eravamo seri, del Parlamento “borghese”: una stalla o un porcile, che come tale doveva essere trattato, pur standoci dentro. Non vengo a sostenere che un tempo non si svolgessero mercanteggiamenti e intrallazzi vari; solo che erano tenuti più nascosti. E’ del tutto evidente che, quando non ci si riesce più, è semplicemente perché non lo si può, perché la cloaca è ormai piena e rigurgita, esonda. Non c’è più nulla da salvare di questa presunta democrazia, ed è patetica la celebrazione della Costituzione. Non c’è alcuna carta costituzionale, non c’è alcuna alchimia istituzionale, che possa salvare un sistema quando la classe dirigente – lo ripeto: economica, politica, culturale (si, perché anche la cultura è pura fogna!) – è arrivata ad un punto così basso, quando ormai striscia come i vermi (perché questi, come ben si sa, non inciampano né cadono). E’ ormai tutto finito per quanto tempo possa ancora durare; il sistema è morto, non si riprenderà più. Attende solo il suo becchino. Il problema è cercare di capire di che tipo sarà quest’ultimo, e in quali tempi potrà arrivare.

Altra manifestazione “gustosa” – e su questo non ho altro da fare che “gioire” – è vedere i “grandi” economisti e altri specialisti del c….. tutti intenti a dire che non c’è recessione, che il momento brutto è passato, magari solo perché oggi le borse vanno meglio (ma loro citano anche altri indici su indici, perché i Cagliostro e i dott. Dulcamara sono abilissimi nel raccontare colossali balle “ben documentate”). Molto bene, così si smerderanno ancora di più; e questa volta non in anni e anni ma nel giro di quest’anno (storicamente, solo una manciata di minuti se non di secondi). Le borse vanno su e giù non perché, come raccontano gli imbroglioni, sono mosse dall’ottimismo e pessimismo dei “risparmiatori”, bensì invece a causa di grosse speculazioni ora ribassiste ora rialziste; e quanto più la situazione è “volatile” tanto più i “divoratori di risorse” (altrui) si mettono all’opera con tutta la potenza dei loro mezzi (capitali immensi che vengono spostati di qua e di là con la rapidità del lampo).

Ovviamente, non mi metto a fare previsioni sulla gravità del fenomeno (già) in atto; può essere crisi o recessione o come la si vuol denominare per renderla più “accattivante”. Chiunque si mettesse a fare il “profeta” in proposito sarebbe l’esatto riflesso speculare dei Cagliostro e Dulcamara sopra nominati. Anche se fosse grave, del resto, irriderei a quegli ex compagnucci che, ne sono certo, comincerebbero a vaneggiare di “crollo” del capitalismo. Si tratterà invece, grave o meno che sia, della solita “indigestione” che “sfoga” l’organismo dei suoi “umori cattivi” (certo con sofferenze non tanto leggere per la gente normale, cioè per tutti noi), ridisegnando nel contempo una serie di rapporti tra le varie formazioni particolari capitalistiche. Ormai da tempo immemorabile simili “indigestioni” non hanno quella regolarità (con cicli brevi, medi, lunghi), di cui si (e ci) deliziano gli economisti, i più imbroglioni o i meno intelligenti fra i cultori delle scienze umane e sociali.

Le crisi, gravi o meno gravi, sono comunque segnali importanti di un disordine che avanza man mano che si esaurisce il predominio centrale di una data formazione particolare e ci si avvia nella direzione del policentrismo. Nell’epoca delle grandi potenze in lotta – in tal caso, si, ci troviamo ad agire in “tempi storici” (con ritmi ben diversi da quelli della vita umana) – l’economia viene in buona parte surdeterminata dalla politica, nel senso dello scontro tra strategie diverse delle differenti formazioni in conflitto. Qui però inizia un discorso che non è da blog; soprattutto non riguarda la miseranda fine di questo immondo governicchio italiano, una fine che farà comunque, qualsiasi sia il risultato dell’inverecondo e lercio mercato delle vacche che si sta svolgendo a Palazzo Madama.

Se ne siamo capaci, divertiamoci all’indegno spettacolo offerto da un mediocre personaggio, “uomo per tutte le stagioni”, con le forze che lo attorniano e di cui, questo fatto è oggi luccicante come il più puro dei brillanti, le più laide, immonde, sono quelle “radicali” dei verdi, dei “comunisti” italiani, dei residui socialisti e radicali, dei rifondaroli e….. non ricordo più come si chiamano i seguaci di Mussi & C. Massimo disprezzo per queste forze. C’è quasi da sperare che Prodi si “salvi”, così sarà più vicina la fine “radicale” di questo immondezzaio. Per evitare equivoci, non mi piacciono nemmeno un briciolo Veltroni e Berlusconi. Ma gli altri….al macero, per favore, buttatemeli in una discarica al più presto! Ci pensi eventualmente De Gennaro, visto che ha avuto poteri speciali in merito al problema dei rifiuti e spazzatura.