PUNTUALIZZAZIONI VARIE di Giellegi (2 dic ’10)

<<<L'energia è il tema "più importante" nelle relazioni bilaterali fra Italia e Russia e "la richiesta di stabili forniture energetiche dalla Russia di frequente spinge l'Italia a compromessi su temi politici e di sicurezza". E in questo contesto l'Eni è centrale nell'azione del govenro in Russia. Ronald Spogli, l'allora ambasciatore americano in Italia, descrive così – secondo quanto riporta il New York Times – i rapporti fra Roma e Mosca, rapporti fatti anche da "relazioni personali fra i top leader", con una "linea diretta" fra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Vladimir Putin che Spogli definisce "non ideale dal punto di vista dell'amministrazione" e che "costituiva più un danno che un beneficio".

La relazione di SpogliDescrivendo come "eccellente" la relazione bilaterale fra Usa e Italia, Spogli osserva come "sfortunatamente, gli sforzi di Berlusconi per 'riparare' la relazione fra l'Occidente e la Russia stanno minacciando la sua credibilità e diventando veramente irritanti nella nostra relazione". L'uomo "chiave di Berlusconi in Russia" è uno dei suoi più stretti collaboratori, Valentino Valentini. In un cablogramma datato 26 gennaio 2009, Spogli riferisce che "l'ambasciatore georgiano a Roma ci ha detto che il suo governo crede che Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti che vengono da ogni gasdotto costruito da Gazprom, in collaborazione con l'Eni". Il governo italiano, aggiunge Spogli, "ha sostenuto gli sforzi dell'Eni e di altri giganti energetici nella creazione di una partnership con la Russia e Gazprom per una cooperazione di lungo termine": l'Eni esercita un "enorme potere politico" e in base ai report della stampa "noi riteniamo che il primo ministro Berlusconi garantisca a Paolo Scaroni maggior accesso quanto ne venga garantito al ministro degli Esteri". Spogli definisce "la visione dell'Eni sulla situazione energetica europea in modo preoccupante simile a quella di Gazprom e del Cremlino" e constata come "un membro del Pd" ha riferito "che la presenza dell'Eni in Russia supera quella dell'ambasciata italiana a Mosca che è a corto di personale">>>. Si veda anche quanto riportato dall’Apcom e inserito in un commento al blog.

<<<"Quanto alla possibilità di elezioni anticipate, ragionevolmente le escludo, anche per la crisi economica", ha detto Fini spiegando che "tenere un assetto governativo così" è un lusso che l’Italia non può permettersi>>>.  Mi auguro non ci sia bisogno di spiegare perché Fini è sicuro che non si andrà ad elezioni anticipate. Indovina indovinello: chi glielo ha garantito? Certo può anche essere una forzatura, ma sempre direzionata verso “amici”.

Si guardino i titoloni dei giornali della GFeID, ivi compreso il più ipocrita e viscido, il Corsera, per capire dove si annida il nemico del nostro paese, ormai sempre più scoperto. La maschera è caduta a pezzi, le ultime settimane resteranno come un periodo di grande chiarezza per l’individuazione di coloro (italiani e stranieri) che giocano contro i nostri interessi. La prima osservazione è che sarebbe da chiedere l’allontanamento dell’ambasciatore di Georgia per dichiarazioni improprie; a meno che non smentisca e accusi di mendacio questo Spogli, che dovrebbe essere pur esso criticato, “contrappuntato”, pur se ha lasciato il suo ruolo nel nostro paese da quasi due anni con un discorso contenente alcune affermazioni sensate sulla nostra burocrazia, magistratura, sull’assenza di meritocrazia, ecc. Nell’estate del 2003, quando Putin passò in Sardegna e da allora partirono i più fruttuosi rapporti tra Eni e Gazprom (con sostituzione, avvenuta nel 2005, di Mincato con Scaroni per motivi penso evidenti), vi furono voci di interessi anche personali in gioco. A parte la dubbia o incerta provenienza, solo cialtroni moralisti e lontani da ogni realtà del mondo produttivo pensano che non vi debbano talvolta essere anche quelle che sono di fatto mediazioni.

Moralisti sono però soltanto i decerebrati seguaci ed elettori del PAB (poltiglia anti-Berlusconi), gente che vive sull’assistenzialismo e clientelismo di un abnorme apparato pubblico, fra cui quello ormai inutile (anzi nocivo) che si chiama insegnamento (scuola e Università), che andrebbe sfoltito, in certi casi eliminato, per sperpero di risorse e rischio di infezione e cancrena. I capobanda di questa “endemia” sono protetti da una magistratura totalmente asservita al parassitismo del “pubblico” e della GFeID; altrimenti molti scandali li sommergerebbero. E non per “tangenti” di (e a) settori eminentemente strategici e produttivi della nostra economia, ma per l’elefantiasi di settori improduttivi (e almeno al 50% inutili; e sono molto buono) e il foraggiamento di gruppastri di mentalità pastoral-assistenziale. Oltre alla magistratura nemica, bisogna pure rilevare che i circoli “berlusconiani” non sembrano controllare adeguatamente i Servizi e altri apparati di sicurezza, in grado di fornire notizie precise sulla corruzione e cospirazione dei capi-cosche del PAB.

Si noterà che Spogli parla di un membro del Pd che sta in aperta connivenza con chi lavora a danneggiare i nostri interessi strategici. Non si tratta però di un solo membro, si tratta dell’intero settore politico che fu scelto all’epoca della Bolognina (e della grande abiura) per poter poi portare avanti il colpo di Stato giudiziario (“mani pulite”) e annientare le nostre industrie strategiche; tentativi riusciti solo parzialmente per l’entrata in campo di Berlusconi. Appare ormai evidente che tali settori – impazziti perché in 17 anni non hanno assolto il compito loro assegnato dai “padroni” (ambienti statunitensi e GFeID) e temono perciò di essere sostituiti per provata inettitudine – sono a questo punto esplicitamente golpisti; per cui solo la simmetrica incapacità del PB (partitume pro-Berlusconi) consente ancora a simili grossi pericoli (e danni) per la nostra sovranità nazionale di agire pressoché indisturbati. Sarebbe ora di prendere seri provvedimenti contro coloro che andrebbero accusati e processati per “alto tradimento”, con le conseguenti condanne del caso.   

Va rilevato che oggi altre sedicenti sinistre alternative (mi sembra si denominino Federazione della sinistra) hanno abiurato e si sono apertamente schierate con i golpisti per salvare una qualche minima funzione e remunerati cadreghini. Si dichiaravano fino a poco tempo fa comunisti, ci criticavano perché appoggiavamo una parte del capitalismo (quello almeno vantaggioso in senso nazionale), perché non eravamo conseguentemente antimperialisti (loro mettono tutti, americani, russi, cinesi, ecc. sullo stesso piano; e bravi i cialtroni e imbroglioni!). Adesso seguono le orme di Occhetto, D’Alema alla Bolognina; cambiano nome e prendono quello di sinistra, che per i reali comunisti era solo una delle correnti “borghesi”, cioè dei gruppi dominanti capitalistici. Non parliamo dei ragazzotti dei centri sociali, anarcoidi e teppisti, assieme a studenti universitari legati a ricercatori e prof. inetti attanagliati dalla paura di dover andare avanti per veri meriti (siamo molto sotto il ’68, su cu
i adesso soprassiedo). Tutta gente inutile che grava su chi produce.

Il sottoscritto, avendo l’uso della ragione, considera finito quel processo storico definito, del resto impropriamente, comunista, quello iniziato con il Manifesto del 1848 e che ebbe un primo grande successo nel 1917. Finito, ma non inglorioso, non una sequela di crimini, bensì un grandioso movimento di cambiamento del mondo che vede oggi il suo risultato – come sempre frutto della nota eterogenesi dei fini – nel sorgere delle grandi potenze Cina e Russia e nell’enuclearsi di una nuova formazione sociale, per null’affatto socialista (secondo quanto pensano ancora pochi cervelli rimasti ancorati a un secolo fa), ma comunque diversa dalla formazione dei funzionari del capitale (di matrice statunitense), che ha prevalso fin dalla prima guerra mondiale ed è divenuta quella più potente e influente dopo la seconda.

I cialtroni che si pretendevano comunisti – arrivati all’ultimo grado del rammollimento cerebrale (il 2-3% di elettori che ancora li segue) e della ignominia da rinnegamento (i dirigenti, debosciati e degenerati) – hanno finalmente dichiarato apertamente il loro tradimento: abbandonano la denominazione (“d’origine incontrollata”) di comunisti e si raggruppano con gli altri furfanti sotto la falsa etichetta di sinistra. Ringrazino l’esistenza di Berlusconi; se vi fosse quel fascismo che loro denunciano da quasi vent’anni, sarebbero ora in galera, al confino, anzi oggi più probabilmente nelle foibe o scaricati da 10.000 metri di altezza nel Canale di Sicilia. Non auguriamo loro questa fine, perfino quasi dignitosa; ma dovrebbero comunque essere messi definitivamente in condizioni di non creare più caos e impossibilità di vivere e lavorare alla gente normale e fattiva.   

Questo Governo è comunque ormai finito e, come scritto in Sfida all’OK Corral, siamo all’ultimo atto. Sinistra (assolutamente inesistente in quanto tale) e terzo polo (idem), invece semplici ammucchiate di servi farabutti che giocano l’estrema carta per compiacere i loro padroni e mandanti, daranno la sfiducia. Il presidente della Repubblica non concederà affatto elezioni, poiché nessuno nota in lui una posizione di arbitro bensì un’altra che ha ricoperto per tutta la vita. Quindi si dovrà fare un governicchio cui è inutile affibbiare nomi poiché gliene hanno già trovati quasi una decina e tutti ridicoli. L’unica incognita è: sarà guidato da politici o si dovrà ricorrere – dopo aver tanto criticato l’entrata in campo di un non politico, di un personaggio della sfera economica – ad un premier dello stesso genere? Si sa bene che i nomi sono, in tal caso, Draghi o Montezemolo o Monti (o tutti e tre insieme “appassionatamente”). In tal caso, però, non ci saranno più schermi: in un paese ormai disastrato come il nostro da una guerra per bande (di mercenari al servizio dello straniero), non è facile mantenere l’artifizio della politica sul palcoscenico e dell’economia dietro le quinte; poiché si rischia di dover continuare a servirsi dello sconcio personale del PAB.

Noi abbiamo deciso di lanciare una sorta di appello per la difesa di Finmeccanica, che lo è, ovviamente, anche con riguardo all’Eni, oggi forse la principale punta di lancia della nostra politica di autonomia e di sganciamento da una supina subordinazione agli Usa, volgendo lo sguardo anche verso “est” e “sud” (c’intendiamo). Si veda fra l’altro, proprio in questi giorni, la trattativa difficile con il Kazakistan, a mezza via tra il favorire i progetti di impianti energetici legati agli Usa o quelli di influenza russo-italiana. Lasciamo pure che i fu “comunisti”, oggi “federsinistri”, ci lancino l’accusa di filo-capitalismo o imperialismo. Abbiamo ultra-chiarito le nostre posizioni; e ho scritto pure centinaia di pagine – le ultime in “pubblico/privato” o in “forze produttive e rapporti di produzione” (sia pure ancora da finire), che si trovano nel sito – per spiegare la base teorica, nuova, di simili posizioni. Certamente, sappiamo che studenti e professori di queste Università irriformabili non sono in grado di afferrare simili discorsi. Proprio per disprezzo verso questi ignoranti saputelli, inverto una parola d’ordine che ho visto sui loro manifesti da “rivoluzionari colorati”: diminuite i finanziamenti all’Università e date i soldi a Finmeccanica ed Eni (ivi compresi per “fondi neri” necessari alla competizione mondiale). Altro che assumere ricercatori; buttate fuori almeno metà del personale insegnante e non docente, quanto meno delle Facoltà un tempo “umanistiche”, oggi centro di incanaglimento e preparazione di sfasciatori.

Purtroppo, anche a causa certamente dell’aver dato troppo spazio (e tempo) ad un personaggio piuttosto “distratto” come Berlusconi (cioè ad un certo gruppo che si è limitato a fare da “corte” a questi), la situazione si è deteriorata, anche perché non si sono mai affrontati a brutto muso, come si doveva fare, una magistratura “fuori carreggiata”, un settore pubblico (quello non produttivo, non industriale) mastodontico. Non si è dato peso sufficiente, e soddisfazione “fiscale”, a milioni di piccoli imprenditori, lavoratori “autonomi”, ecc. veri muri portanti della nostra società. Non si è mai cercato di impedire lo sbriciolamento sociale, un caos indescrivibile, il dilagare di proteste, manifestazioni, ecc. completamente fuori controllo e più volte andati oltre il civile convivere in una società che non sia in fase rivoluzionaria. Si è lasciato libero corso al totale menefreghismo, all’anarchia pura, all’arroganza e prepotenza di ceti sociali inutili e parassiti, che si fingono il sale del paese, mentre ne sono il veleno che sta tutto intossicando e facendo marcire. Si è consentito ai golpisti di ordire trame a non finire, invadendo TV, stampa, incitando ad una sorta di guerra civile che, prima o poi, rischia di divenire cruenta.

Difficile dire adesso se è possibile riprendersi. Certamente non con i giochini parlamentari di questi giorni, non cercando di lasciare il cerino acceso in mano a qualcuno. Occorre un potere forte che imponga infine l’ordine, e lo faccia senza tenere conto di un’Unione Europea allo sbando, senza cercare solo salamelecchi da una Clinton (o altri simili). Basta giocare a chi è più amato dagli americani. Non sono più quelli del cinema, della letteratura, del jazz, che la mia generazione ha amato in gioventù. Qui siamo alla sovversione, alle “rivoluzioni colorate”, a politici, giornalisti, spioni, ecc. pagati per disgregare la nostra vita sociale, per danneggiare i nostri interessi, per impoverirci e indebolire i nostri punti di forza in tema di produzione e di competizione mondiale. Occorre stroncare la sedizione e i suoi organi già pronti a completare l’opera di “mani pulite”. Altrimenti, si vada fuori dai piedi!