REGALO

Quello che segue è un bel regalo che mi ha fatto R.S. che ha messo in versi il mio pezzo sul 1° maggio. Poichè così è molto meglio lo riprongo anche ai lettori del blog. Grazie a R.S.

lunedì, 02 maggio 2011

I° MAGGIO DI PENA di G.P.

Un museo delle cere,

un'esposizione di mummie,

una necropoli di scapigliati,

un cimitero di debosciati,

una foresta di pietrificati,

un'agorà di ossificati,

un assembramento di invertebrati,

un essiccatoio per sindacalizzati.

 

I morti dei secoli passati

vengono

a sotterrare i vivi,

il corteo delle tenebre progressiste

ha preso la testa della civiltà

e sta

per staccargliela per sempre

da Piazza San Giovanni. Decollato.

 

Primo maggio di festa

funesta,

primo maggio di noia manifesta.

Storia, Patria, Lavoro,

ovvero tutto ciò che non c'è

a causa di rapinatori di futuro

organizzati e coalizzati,

talvolta fintamente divorziati,

che si fanno chiamare sindacati.

E quest'anno niente retorica su pace, amore e fantasia

che la guerra in Libia si è portata tutto via.

Ci sarebbe restato male Napolitano

e tutto il circondario

libertario

che speculando sul mondo operaio

è diventato miliardario.

 

Come ogni anno

si alternano sul palco

gli attachés della fatica altrui

che gridano viva il proletariato

senza aver mai lavorato.

Precari di tutto il mondo unitevi

ma per bastonare

questi chiacchieroni maggiolini.

Primo maggio di litania cantata

sui diritti anelati

dai giovani, dalle donne, dai disoccupati,

ma tuttavia negati

proprio da quei confederati

che li hanno stracciati

per garantire il posto ai propri associati

inamidati.

 

 E, soprattutto, anche in questa 22° edizione

nessuna lesina su parole come libertà e democrazia

che la televisione e Berlusconi

hanno ridotto a porcheria.

Resistenti del XXI secolo che salgono sulle montagne

di carognate della sinistreria

per dare sfogo alla propria isteria.

Militonti della vigliaccheria

che tra un canto partigiano e una bevuta alla birreria

fanno la rivoluzione della scioccheria.

E così sia.

 

 Infine, gran coro campestre

del popolo rupestre: chi non salta Berlusconi è!

Vero, chi salta non è né Cavaliere né Fantino.

Trattasi semplicemente di cretino.

Zombies del primo maggio "concertato"

ve lo siete proprio guadagnato

quest'orizzonte politicamente necrotizzato.

Perchè allora tutto questo danzare

e vocalizzare a squarcia gola?

Il lutto richiede silenzio.

Abbiate almeno rispetto per i cadaveri,

cioè per voi stessi.