RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Che fare? (della redazione di Comunismo e Comunità)

Ritorniamo sulle imminenti elezioni anticipate per dare qualche spunto di riflessione .E’ ovvio che la scelta di fondo, oggi come oggi, non può essere che quella di una forte e coerente astensione contro questa classe politica corrotta e incapace, che in modo trasversale sta definitivamente affossando il Paese.

Forse, per la prima volta dal dopoguerra, l’astensionismo, seppure in crescita , con alti e bassi a seconda dei periodi storici, può far leva e breccia in milioni di italiani che stanno scoprendo un necessario sentimento di ripulsa generalizzato contro la classe politica e i suoi intrecci affaristici in combutta con la grande industria parassitaria.

Questo sentimento, emerso anche grazie al "grillismo", è stato già definito "antipolitico", ma, in realtà, non lo è affatto, anzi, attende solo forze capaci di intercettarne le aspirazioni e di veicolarne la rabbia.

In questo senso, le cosiddette opposizioni scontano una colpa grave: quella di non saper rapportarsi a queste pulsioni che sono "sociali" (i salari, il lavoro che non c’è, il potere d’acquisto eroso da prezzi e bollette, etc.) e di continuare ad autoemarginarsi in una lettura della realtà troppo ideologizzata e legata a categorie del passato.

La fase che stiamo attraversando è una fase di ristrutturazione del quadro politico ed in queste fasi si è sempre ad un bivio: o lo si affronta con cognizione sapendo dove si vuole andare oppure si guarda gli altri muoversi e si rimane al palo.

L’astensione può quindi rappresentare un’occasione di coagulo di forze oggi magari differenti negli obiettivi ma accomunate dalla voglia di imprimere una svolta diversa agli avvenimenti, senza attendere necessariamente l’alternanza tra PD e CDL in un eterno gioco a rimpiattino in cui l’Italia sarà irremediabilmente affossata.

Né si può continuare a proporre partitini sempre più "comunisti" che stanno alla sinistra ieri dell’Unione, domani della Cosa Rossa, accusando ora gli uni ora gli altri di "tradire gli ideali" perché è bene metterselo bene in testa, fare i "testimoni di Geova" del Comunismo con l’1% del consenso è semplicemente pietoso.

Ed allora si possono seguire due strade: o si persegue un astensionismo, che, come già detto, sia l’occasione per poi costruire un Movimento popolare, dal basso, aperto e diffuso, che sappia intercettare il malcontento ed esca dalla sua sindrome minoritaria ed infantile, legata a "movimentismi adolescenziali" oppure si persegua la costituzione di "liste comunitarie" laddove si può, per dare voce all’opposizione anticapitalista.

Tutte e due le opzioni sono legittime, basta che le si persegua con lungimiranza e senza chiudersi negli "orticelli ideologici" del passato, altrimenti non bisognerà piangere sull’opzione scelta perché sbagliata, ma sul modo di fare politica oggi degli anticapitalisti che è evidentemente sbagliato.