Salvezza antinazionale

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Diceva il Grande Timoniere Mao Tse Tung: bastona il can che annega. Salvini, anche se preso da anticomunismo viscerale, dovrebbe fare tesoro di certe massime e perle di saggezza anziché mettersi a fare il finto padre della patria, in momenti come questi, proponendo comitati di salvezza nazionale a chi è causa dello sfacelo pubblico. Questo tipo di cedimenti segnala la differenza tra il vero uomo forte (che comprende di essere strumento di un cambiamento necessario) e il pollo che vuole l’egemonia del gallinaio. Il vero leader è il suo stesso progetto, in questo senso, egli non è più solo un uomo ma la personificazione di una visione che si incarna in fattezze umane e, soprattutto, disumane, per modificare la situazione circostante.
Si dirà che quella di Salvini è una tattica per mettere alle strette i nemici dell’Italia. In verità, è l’Italia ad essere da tempo alle strette a causa di una classe dirigente sottomessa all’Ue e incapace di rilanciare il suo ruolo in Europa e nel mondo, da troppi decenni. Insomma, non si può invitare Jack lo squartatore ad un tavolo per discutere come ridurre il tasso di omicidi in città. Giustamente, scrivono Becchi e Palma, su Libero, con questa mossa Salvini rischia molto. Il capo leghista sta facendo incetta di consensi non per la sua ragionevolezza ma perché sta raccogliendo la rabbia e la disperazione di un elettorato spremuto da governanti parassiti, impostori, insensibili ai venti di crisi che stanno spazzando il Belpaese.
Già Salvini non ha un programma politico all’altezza dei tempi, se dovesse anche perdere la capacità di catalizzare gli umori popolari di lui non resterebbe nulla. Inoltre, non ci si può mettere a dialogare con forze che si sono unite soltanto per contrastare la sua ascesa e non ci si può fidare di chi in passato ha dimostrato di essere incline al tradimento. Forza Italia, continua a fare il doppio gioco. La Carfagna, segretamente sostenuta da Berlusconi, si prepara a fornire linfa parlamentare all’Esecutivo in difficoltà. I 5S perdono pezzi e si legano al Pd per non far finire la legislatura, rinnegando i valori del fondatore Casaleggio ed i principi di trasparenza sui quali erano nati. La creatura di Renzi è un piccolo blob pronto a divorare chiunque gli si avvicini per rigurgitarne le ossa e provare ad espandersi. Fratelli d’Italia è l’unico partito con cui il nipotino del Senatur può intendersi. Con chi vuole, dunque, discutere Salvini? Farebbe prima a tagliarsi i coglioni e a servirli ai suoi nemici. Salvini dovrebbe continuare ad “andare verso il popolo”, per dirla ancora con Mao, magari con più intelligenza strategica e meno tatticismi del piffero, utili per lui ma non per l’Italia. Quest’ultima ha bisogno di aria nuova non di ulteriori aree di compromesso tra suoi affossatori.