Scienza e (è) Potenza

Decrescita-felice

 

Negli anni il nostro gruppo si è trovato a combattere contro teoresi strampalate di tutti i tipi. Lo abbiamo fatto quasi in solitudine mentre gli altri siti cosiddetti alternativi propalavano ogni sorta di finto pensiero “anticapitalistico” che in realtà rappresentava un sostegno alle peggiori combriccole di potere interno piegate ad un ordine internazionale a dominanza statunitense.
Non abbiamo lesinato polemiche contro le molte mode che si sono alternate negli ultimi decenni, come decrescita, economicismo, comunitarismo, movimenti antiogm, antinucleare, antipetrolio, antigas, antivaccini, sostenitori del piccolo è bello, del paese a vocazione turistica, ecc. ecc.. Tutte queste correnti straccione sono caratterizzate da un unico comun denominatore, il disprezzo per scienza e sviluppo. La nostra critica serrata ha invece avuto un indirizzo chiaro ed uno scopo ben preciso. Se questo Paese vuole ancora salvarsi mentre avanza la fase multipolare deve tornare a correre più degli altri sulle materie e le discipline di avanguardia. Abbiamo bisogno di un grande sapere in tutti gli ambiti della vita. La potenza deve essere l’obiettivo primario di una nazione che vuole essere indipendente. La potenza trova linfa vitale in molti elementi ma soprattutto nella scienza e nella tecnica che devono essere messe nelle condizioni di fare scoperte e di applicarle. Meglio e prima degli altri. Scienza e tecnica devono migliorare l’Italia e peggiorare l’esistenza di chi ci attacca. Al primo posto di questo riorientamento generale va messa, ovviamente, una nuova strategia politica che, appunto, ha il compito di ridare a questi fattori l’importanza che meritano in un vasto programma di ricostruzione dello stato e della nazione. Una nuova strategia politica significa anche una nuova classe politica che assuma su di sé detti compiti fondamentali facendo piazza pulita sia dei vecchi gruppi dirigenti decotti e corrotti che dei finti oppositori di questi.
Ci vogliono più scienza e più tecnica, sapientemente orientate da uomini forti, dotati di una visione dei processi epocali, per risollevare le sorti del Belpaese che di questo passo rischia di scomparire per ignoranza e debolezza.
Dobbiamo tornare ad essere i primi, o quasi, nelle produzioni ad alta tecnologia e nella ricerca. Dobbiamo puntare a crescere non a decrescere mentre il mondo intorno a noi si prepara ad una pugna senza precedenti, armato fino ai denti. Avremo bisogno di cervelli e di cannoni per recuperare posizioni e per non finire, addirittura, tra i popoli pezzenti. La scienza è la potenza di una futura Potenza.