SE ENGELS PRECORRE HITLER di G.P.

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L’ultimo saggio di Gianfranco La Grassa pubblicato sul sito Ripensaremarx (ma anche quello che inserirò stasera, intitolato Marx-Marxismo, con il quale mi congedo da voi per qualche giorno di vacanza) mette in risalto l’importanza del metodo strutturale per la comprensione dei processi storico-sociali, in contrapposizione al discorso prettamente filosofico (e anche un po’ cialtronesco) che annega nel chiacchiericcio querulo sulla natura umana o sulle differenze bio-culturali, variamente declinate (di genere, di etnia, di comunità ecc. ecc.), la possibilità di venire a capo delle oggettive dinamiche sociali.

Come affermato da La Grassa nel saggio che potrete leggere più tardi: “Bisogna rassegnarsi: siamo dentro processi che ci trascinano, giochiamo un gioco che in effetti ci gioca. Tuttavia, non c’è gioco senza giocatori, non c’è processo oggettivo senza i suoi portatori soggettivi (ripeto quanto già scritto da poco). In quanto siamo questi portatori, questi giocatori, organizziamo i nostri movimenti, le nostre azioni, secondo determinati schemi d’ordine – che implicano la costruzione di strutture interpretative, base di previsioni e progetti – attribuendo ad essi determinate regole che debbono essere seguite. Poi gli eventi, come ben si sa, evolvono in modi imprevisti: ciò viene spesso denominato eterogenesi dei fini, espressione molto raffinata per significare la nostra scarsa comprensione di quanto accade e la sempre errata previsione dei risultati del nostro agire”. Queste  precisazioni ci consentono, tuttavia, di non spararle troppo grosse come accade a certi filosofi che si servono della loro sconfinata cultura al solo scopo di rimbecillire la gente o di fare sfoggio di erudizione fine a sé stessa. Per esempio, c’è uno di questi pensatori, sdoganato in ambito marxista da Costanzo Preve, che fa gran uso di Marx per i suoi contorcimenti filosofico-culturalistici i quali però inevitabilmente sfociano nel riduzionismo ideologico più rozzo e grossolano. Questo signore (si tratta di Alain De Benoist), ha esplicitamente affermato che Engels (l’articolo di costui è di qualche giorno fa ed è apparso su Il Giornale) sarebbe stato il precorritore dell’odio razziale hitleriano. Non c’è che dire, la famiglia è stata smerdata al completo, prima Marx responsabile dei gulag e adesso Engels colpevole di razzismo.

E’ forse il momento che chi di dovere si metta un po’ a riflettere sulle sue spericolatezze intellettuali con le quali, consapevolmente o meno, spalanca le porte del marxismo a certe gente.