SENZA L’ACQUA DELLA SCIENZA L’ALBERO DELLA VITA INARIDISCE

di G. P.

 

Marx era uno scienziato, nel senso pieno del termine. La scienza era per lui la strada da intraprendere per portare finalmente alla luce, sottraendola alle tenebre della mistificazione ideologica e della “favolistica” sociale, la logica intima del capitale, fondata sulla perpetuazione dello sfruttamento (la sottrazione del pluslavoro dai salariati nella forma del plusvalore) e sull’allargamento (riproduzione) del suo rapporto sociale “a dominanza”. 

Per queste ragioni egli rifuggiva le spiegazioni consolatorie – queste scorciatoie battute dai filosofi, dai sociologi, dagli storici ecc. ecc. (quanti ce ne sono anche nel nostro tempo?) sempre pronti a coprire con i loro pannicelli caldi e con gli unguenti lenitivi le ferite mai suturate dei dominati – diversamente dai tanti sognatori socialisti a lui coevi, i quali con tanta volontà e poco cervello, disperdevano energie in sempre fallimentari esercizi d’ingegneria sociale. CONTINUA A LEGGERE