SFACELO CONTINUO, CERCASI POLITICA, di GLG 12 ott. ‘12

gianfranco

 

Per usare un’espressione del fu (politicamente) Bossi, i sedicenti partiti italiani “non trovano la quadra”. Abbiamo criticato per vent’anni, senza remissione, l’inconsistenza e assenza di cervello della “sinistra”, ponendo in luce che quest’ultima era soltanto il blocco costituitosi attorno ai rinnegati del comunismo, ai meschini opportunisti passati dall’appiattimento sull’Urss a quello sugli Usa. Essendo privi di una qualsiasi linea politica che non fosse quella di tradire e vendersi al migliore offerente, costoro si sono limitati a cercare il collante nell’indicare Berlusconi, messosi di traverso ai progetti dei loro “padroni” (sia negli Usa che in Italia), quale Mostro e cultore di ogni possibile nequizia. Il quale Berlusconi non è stato da meno, continuando a combatterli in qualità di comunisti, esattamente la qualifica ormai tradita da costoro come minimo a partire dall’inizio degli anni ’70. E cosa escogita oggi questo “parvenu piccolo piccolo”? Si ritira – o meglio è pronto a ritirarsi – se ciò serve a costituire un fronte anti-“sinistra”.

Mai nessuna idea politica: tutti contro Berlusconi o contro i comunisti (inesistente fantasma dei tempi che furono); adesso si invita ad unirsi contro la “sinistra”. E per quale motivo che non sia soltanto dettato dall’opposizione ad una mera denominazione? Perché è favorevole alle tasse (imposte). Pur di opporsi a simile sinistra, Berlusconi propone che si lasci perfino Monti premier; un premier accusato fino ad ieri (e per la verità non fantasiosamente) di aver portato la pressione fiscale al più alto livello di sempre. Una coerenza di ferro! Monti d’altronde nicchia, poiché se ne sbatte del cavaliere e risponde delle sue azioni soltanto ad Obama (e, in subordine, alla longa manus di questi al Quirinale); egli deve adeguarsi agli ordini dei suoi burattinai, che magari potrebbero non trovare nessuno più adatto di lui da appollaiare sul Colle al fine di proseguire la linea di asservimento a certi settori statunitensi attualmente predominanti in quel paese.

Nel frattempo, il suddetto cavaliere non sa più che cosa inventare per sfasciare il centro-destra, tutto sommato coadiuvato dalla confusa, e divisa in mille rivoli, accozzaglia di mentecatti (maschi e femmine) da lui scelti per combattere “la sinistra”; nonché da giornalisti banali e molto limitati che, qualsiasi mossa contraddittoria e inconcludente egli compia, fingono di restare sorpresi per la sua “astuzia diabolica” nel mettere in confusione gli avversari. Intanto, del “grande fronte” da chiamare a raccolta per opporsi alla “sinistra” filo-tasse (fronte da affidare appunto alla guida del supremo tar-tassatore super criticato finora tutti i giorni) dovrebbero far parte Casini, sempre trattato da democristiano di secondo rango dedito al piccolo cabotaggio opportunistico, e Fini, additato come il grande traditore e che si è tentato di distruggere in tutti i modi con scandali vari (a partire dal ben noto appartamento di Montecarlo). Quest’ultimo, che ha semplicemente eseguito gli ordini ricevuti durante il suo viaggio a Washington nel 2010, è intanto ancora lì, presidente della Camera, mentre l’obiettivo affidatogli – sostituzione del cavaliere al premierato e sua riduzione ad omiciattolo spaventato e non più riottoso – è stato ampiamente raggiunto.

Ed era logico che Fini restasse al suo posto poiché l’unico modo di sconfiggerlo sarebbe stato denunciare il suo essersi messo, assieme all’altro personaggio più in alto di lui, al servizio degli Usa di Obama per ridurre l’Italia in situazione di dipendenza di tipologia quasi coloniale, soprattutto proibendole ogni e qualsiasi apertura verso est. Figuriamoci se i lacchè del “centrodestra”, questi striscianti esseri lascivi e con la spina dorsale (inesistente) dei bruchi, potevano avere simili colpi d’ala! Si sfogano dicendo che Casini ha il 6% dei voti (meno della Lega) e Fini addirittura meno del 3% (il tutto nei sondaggi presi per effettive elezioni). I “destri” sostengono che, se tali personaggi non aderiscono agli inviti del cavaliere, saranno ridotti a nulla. Intanto quelli se la ridono, hanno la riconoscenza degli Usa per aver ottenuto il fine di azzerare l’homunculus.

Tali “destri” adesso si sbracano sostenendo che Monti potrebbe restare ancora premier; basta che il “nanetto” (non per la statura fisica) lo costringa ad invertire il suo operato, diminuendo le tasse. Se ciò avvenisse, ed è improbabile, sarebbe semplicemente perché si sta conducendo una politica atta ad annientare ogni facoltà mentale della popolazione italiana, dividendola in gruppi di rabbiosi e spaventati, che starnazzano e scappano in tutte le direzioni, simili a polli quando entra la volpe nel loro recinto. Il cavaliere lo sa e anche lui esegue i compitini assegnatigli da Obama dopo avergli fatto pervenire il ben noto “consiglio che non si può rifiutare”.

Inutile al momento fare previsioni sensate. Pensare che esista in Italia anche solo l’ombra di una dimensione politica sarebbe da minorati mentali. Non credo che in tutta la storia del nostro paese si sia conosciuta una vergogna maggiore, si sia stati così subordinati ad ambienti politici ed economici stranieri. Non credo di aver mai letto nei libri di storia, pur così imprecisi e superficiali, di personaggi del tipo dell’homunculus, di Napolitano, di Fini e Casini, di Bersani e Vendola, di Di Pietro e D’Alema, di….. ma come continuare, sarebbero da nominare a centinaia e migliaia. Per di più, adesso sembra s’intenda lanciare una sorta di nuova “mani pulite” che tuttavia non ha più il vecchio significato. L’Italia è già del tutto dipendente, non credo sia possibile trovare un ceto politico ancora più asservito agli Usa di quello esistente, buona parte del quale è composto da rinnegati di una passata fede, e per di più ricattabili in ogni momento perché corrotti tanto quanto quelli perseguiti, sia ieri che oggi, dalla magistratura.

La nuova ondata giudiziaria colpisce reati esistenti, come accadde (non sempre, ma spesso) in quella di vent’anni fa. Tuttavia, non è operazione che abbia veramente a cuore la giustizia (sintomatico è il momento in cui cade, come al solito ben calcolato), ma è funzionale a finalità di tutt’altro genere in una situazione, in cui non si vuole che si mettano in moto forze anche solo molto latamente e impropriamente dedite a manovre varie, nell’ambito delle istituzioni facenti parte della sfera politica. Non so se vi sia l’intenzione di realizzare l’obiettivo non raggiunto vent’anni fa, approfittando dell’odierna paura del coniglio Berlusconi: dare cioè finalmente il potere alla “sinistra”. A dir la verità, tale intenzione non appare probabile pur se tale schieramento, anche se ha perso i connotati d’allora, ha forgiato comunque sia il ceto intellettuale sia quello dedito alla sedicente politica in modo da farli ben funzionare ai fini della dipendenza del paese dai predominanti statunitensi. In ogni caso, oggi si cerca di andare ben oltre, perché siamo all’incipiente multipolarismo che vent’anni fa non appariva credibile come prospettiva di medio-breve periodo.

Se si va ad elezioni, bisogna arrivarvi attraverso il massimo sbriciolamento degli attuali schieramenti con possibile raggruppamento, ovviamente raffazzonato, di parti degli stessi nella più completa indistinzione dei precedenti orientamenti, con dimostrazione sempre più incisiva della soltanto nominale divisione tra destra e sinistra. Se il pateracchio non risultasse possibile – per la riottosità e ambizione, unite ad una totale inettitudine, dei protagonisti di tali invereconde manovre – si deve avere la possibilità di rinviare ancora le elezioni invitando la popolazione a pazientare per non andare incontro a gravi crisi di ingovernabilità, lasciando la direzione del paese all’attuale banda, o ad altra della stessa pasta, al fine di garantire agli Usa la docile manovrabilità di quella che torna ad avere il ruolo di ben posizionata area per operazioni in una delle zone geopoliticamente rilevanti per la conduzione del conflitto ai fini della supremazia mondiale; un conflitto presumibilmente sempre più acuto e complicato per la potenza ancora predominante.

In questo paese di grande ignoranza, e dopo vent’anni di completo analfabetismo politico, non vi è alcuna consapevolezza della posta in gioco. La popolazione è malcontenta, brontola, ma si lascia menare per il naso con facilità e si fa influenzare dalla propaganda di scorciatoie inesistenti, di possibile (in realtà immaginaria) soluzione della crisi, di cui nessuno, per quanto fregiatosi del titolo di pregiato tecnico o illustre scienziato, capisce nulla. L’idea balzana e idiota di spegnere l’illuminazione in date zone ha un significato metaforico ancor più che reale: l’ottenebramento della ragione, il buio più completo nella mente sia di questi devastatori che ci s-governano sia della popolazione sempre più rintontita e incapace di reagire con una violenza contro-devastatrice, che finalmente faccia funzionare non i simbolici forconi bensì più efficaci mezzi di “educazione” di questi mascalzoni che imperversano nei media e, soprattutto, occupano le zone alte delle istituzioni e degli organismi “padronali” (in senso lato, molto ampio).