SORPRESA! (di Giellegi, 18 dic. ’10)

Se fossimo a Pasqua, direi che si tratta della sorpresa nell’Uovo. Babbo Natale è invece serioso e privo di sprint, un vecchio bacucco. Tuttavia, la sorpresa c’è stata.

Ci si ricorderà che oltre un mese fa, quando si dava per ormai morto il cavaliere, avanzai l’ipotesi che potesse verificarsi una “sorpresa” che ci avrebbe sorpreso. E dicevo che poteva sembrare una sciocchezza, dato che per definizione una sorpresa deve sorprendere. Tuttavia, volevo ovviamente dire un’altra cosa. Anche se invece di tre voti in più, il Governo ne avesse presi tre in meno (la sfiducia alla Camera era la soluzione più gettonata), la situazione non sarebbe stata molto diversa; un po’ più complicata, ma non diversa. Perché la “sorpresa” non sta tanto in quello che si vede, ma in ciò che resta celato; e che è gelosamente nascosto. Nemmeno questo pezzo, in sé, lo svelerà; lo segnalerà soltanto.

    Comunque, il mio primo moto è stato di soddisfazione perché certi canali informativi, per quanto un po’ “vecchi”, non sono poi così tanto logori. La seconda effimera soddisfazione è stata di vedere scornati quelli che si credono di sinistra e sono soltanto, da una parte, la dirigenza di rinnegati e farabutti e, dall’altra, la gran massa di coglioni che li seguono. I primi meriterebbero processi rapidi per alto tradimento con le conseguenti condanne. I secondi sono semplicemente disprezzabili per la loro stupidità e reazionarietà perfino inconsapevole. Salvo però quella minoranza, chiamata impropriamente “gli studenti”, che con caschi, volto coperto, bombe e quant’altro alimenta una strisciante guerra civile, manovrata chiaramente da chi la dirige. Simile teppaglia esecutrice andrebbe semplicemente stroncata con i mezzi normali della repressione, senza invece affidarsi ad una magistratura la cui connivenza è talmente manifesta da sollevare molti dubbi sull’adeguatezza di questo governo a reprimere la sovversione in atto. Due ascessi abbiamo oggi in Italia: la magistratura e l’apparato scolastico di ogni ordine e grado. “Il medico pietoso fa la piaga purulenta”; nessun “pannicello caldo” dovrebbe essere usato, bensì il “bisturi” che logicamente, quando incide, fa sprizzare sangue e pus.

    Il sorriso corrisponde però solo ad una soddisfazione maliziosa, di pura superficie. Andando al fondo della questione, nulla si è risolto finora; e nulla si risolverà in futuro se, appunto, non “arriverà” chi sa usare il bisturi. Sono comunque intanto preferibili rapide elezioni, invece tutt’altro che sicure; sia comunque chiaro che non risolverebbero definitivamente il problema che ci assilla dal 1992-93, anni del “Panfilo Britannia” (semplice episodio simbolico, certo, come lo fu il “delitto di Serajevo” per la “Grande Guerra”) e del colpo di Stato mascherato da operazione giudiziaria. Non siamo mai passati ad una seconda Repubblica, abbiamo fatto marcire la prima mediante un ceto politico di inetti o furfanti (di infimo livello) appoggiato da un branco di intellettuali orridi e meschini (quello dei “sessantottini” e successivi) e dal ceto medio (“piccolo-borghese” in terminologia antica) che vive parassitariamente di spesa pubblica clientelare.

    Non appena i “berlusconiani” si sono sgravati dell’incubo di una sfiducia, immediatamente i loro giornalisti (dai politicanti non ci si devono aspettare grandi novità) – che hanno talvolta scritto buoni articoli, corredati di nomi e cognomi (italiani e non), contro coloro che mirano a rovesciare il premier; e che, proprio per questo, abbiamo spesso pubblicato nel blog – si sono rimessi a cianciare di futilità, cercando di far credere che tutto il caos degli ultimi mesi è solo il risultato del rancore e dell’ambizione fallita di Fini. Berlusconi e i suoi si sono messi al lavoro per riconquistare qualche finiano e per aprire all’Udc, confidando nell’azione della Chiesa che premerebbe perché non si metta con le “cattive compagnie”. E’ sotto gli occhi di chiunque capisca qualcosa di politica (ma sono ormai pochi, la fine miseranda del Pci ha creato generazioni di perfetti analfabeti in materia) che siamo in mano a miserabili politicanti, le cui etichette di destra, di centro, di sinistra, sono vuote di un qualsiasi contenuto; si tratta solo di maneggioni sconclusionati e irresponsabili, che rischiano di lasciare il paese in mano a bande di teppisti e delinquenti, mascherati da studenti, foraggiati e organizzati da forze interne e straniere tese ad ottenere la subordinazione di questo paese ai gruppi dominanti più reazionari e ottusi.

    Le ultime notizie riportano – e la considero iniziativa “felice” perché smaschera chi ancora vuol fingere ottimismo – la possibile costituzione di un polo per la salvezza nazionale, costituito dai gruppi detti centristi. Dopo il fallimento evidente della sedicente “sinistra” – l’ammucchiata di tutti i rinnegati del Pci, per salvarsi dal crollo del “socialismo”, e della Dc e Psi, per salvarsi dal colpo di Stato giudiziario del ’92-’93 – le forze parassitarie industrial-finanziarie italiane, legate alla peggior parte dei dominanti statunitensi (quelli che hanno messo in moto Wikileaks), hanno scelto come loro ultima spiaggia appunto Fini, adesso però molto “scorbacchiato”, e i sedicenti centristi “casinisti”, cui si possono collegare individui tipo “Monteprezzemolo”, Draghi, Monti, ecc.

    Questa gente a chi si può appoggiare, visto che da sola non ha possibilità di costituire una qualsiasi maggioranza? O prende la testa dei rinnegati già ricordati, per agire secondo i voleri delle forze che da quasi vent’anni intendono porci sotto tutela degli Usa; oppure, tutti o parte, tratteranno infine con settori del Pdl e della Lega. I finiani non esauriscono i possibili traditori interni alla sedicente destra; ce ne sono a decine ancora. E pur se alcuni dovessero passare con Berlusconi, lo farebbero solo se questi muta di un bel po’ la sua politica estera e realizza – si tratta soltanto di un esempio – quello cui aveva accennato qualche mese fa Scaroni, amministratore delegato dell’Eni (mi permetto di dubitare che sia un reale “indipendentista”): cioè che Southstream e Nabucco non devono per forza essere concorrenti (affermazione fatta mentre era negli Usa; e, se non ricordo male, non presa bene dalla Gazprom). Per il momento, comunque, la formazione del terzo polo significa ancora attacco a Berlusconi per cui, non a caso, sono ricomparsi articoli che rifanno nomi e cognomi delle forze economico-finaziarie, anche internazionali, che vogliono disarcionare il cavaliere. Tutto però sempre soft, incidentale, mescolato a grandi dosi di falsa politica giocata in chiave di sole “passioni” individuali (amore, odio, rancore, invidia, ecc.).

    Non voglio adesso insistere, poiché avremo modo di seguire le giravolte di questi “cambiacasacca” nei prossimi mesi. Mi premeva solo far capire che il voto di fiducia alla Camera non altera la prospettiva di fondo; semplicemente impedisce ai rappresentan
ti del peggior capitalismo, del tutto parassitario, di raggiungere immediatamente e facilmente il loro scopo, eliminando Berlusconi e ciò che di reale rappresenta. La loro via è adesso un po’ più melmosa ed essi dovranno procedere con maggior lentezza e cautela; nulla però è ancora deciso in modo netto e chiaro. Come mai lo è del resto stato da quando gli sconfitti dagli Usa e dalla Confindustria agnelliana – certo resta strano che un Craxi non l’avesse capito; era raggiante per la caduta del “comunismo” e non si accorgeva che, proprio per questo evento, era possibile preparargli la fossa onde affidare il governo ai rinnegati del partito a lui avverso – hanno trovato una convergenza di interessi con Berlusconi, che ne ha approfittato, grazie all’ignobile e sfacciata personalizzazione della politica, per diventare insostituibile. Si sono così indebolite le forze che dovrebbero essere veramente quelle della salvezza nazionale (non il terzo polo, quintessenza del tradimento del paese).

    A me sembra in definitiva evidente che qui si sta svolgendo una guerra per bande, autentiche associazioni gangsteristiche, viste anche le loro preferenze per gli Stati Uniti. Se facciamo tale affermazione, è ovvio che noi non siamo poi così filo-berlusconiani come pochi lettori idioti ci ritengono (per fortuna, il blog sta diventando un luogo di consultazione da parte di persone con cervello sviluppato). E’ però certo che non ci faremo condurre all’analfabetismo politico da coloro che o amano o odiano singoli personaggi: in particolare – in questo paese devastato dal ceto medio semicolto, vera voragine dei nostri conti per il suo vivere di spesa pubblica, cioè a spese della popolazione che produce ricchezza – questo personaggio di non alta levatura (e non mi riferisco a quella fisica, come fanno gli imbecilli “di sinistra”, autentici razzisti) che occupa la scena da 17 anni.

    Noi teniamo fermo un preciso atteggiamento di fase; di una fase che però non sarà di pochi anni, durerà abbastanza a lungo invece. In questo periodo storico privilegiamo – rispetto ad altri aspetti pur importanti, ma comunque secondari perché dipendono strettamente da quello prioritario – la difesa del massimo possibile di autonomia italiana (vantaggiosa per la maggioranza della popolazione, quella non costituita da semplici sanguisughe, che sostengono i traditori antinazionali). Di conseguenza, ci opporremo sempre nettamente a qualsiasi soluzione che voglia semplicemente liquidare Berlusconi, aprendo la strada a ignobili e meschini personaggi proni allo straniero; ad es. a quelli che “non potevano non sapere” ciò che il Sismi, così si dice da fonti non incerte né ignote, conosceva in merito agli “eroici partigiani” liberatori del Kosovo, il cui capo (organizzatore di commercio d’organi tolti ai serbi assassinati) è presidente di quel paesucolo finto indipendente.

    Credo si dovrebbe mandare qualche politico italiano davanti al Tribunale dell’Aja (dove si spedì invece lo sconfitto Milosevič), se realmente si perseguissero i “crimini contro l’umanità” (ma ricordiamoci del resto il “Tribunale di Norimberga”; istituito per condannare gli sconfitti, mai coloro che hanno perpetrato crimini orrendi in tutto il secondo dopoguerra nel mondo intero). Il minimo sarebbe togliere dal Copasir il premier del 1999, che bombardò e distrusse strutture e impianti di proprietà italiana. Altro che chiedere a Berlusconi di andare a deporre sui rapporti con Putin, tra Eni e Gazprom, ecc. Questo arrogante e sempre impunito individuo dovrebbe deporre sul perché non ha tenuto conto del Sismi e ha pedissequamente seguito Clinton nell’aggressione ad uno Stato sovrano, danneggiando interessi nazionali, che invece il premier attuale ottimizza, trascinando negli affari anche centinaia di piccolo-medie imprese, tramite i suoi rapporti con Russia e Libia.

    Quindi, nessuna contrarietà di principio, per il futuro, a combattere contro l’attuale governo e i gruppi che lo difendono. Però dopo aver respinto “sinistra” e “terzo polo”, le forze della devastazione. E dopo la cura radicale e definitiva dei due ascessi che infettano la società italiana: ordinamento giudiziario e apparato scolastico, entrambi infestati da un personale che andrebbe ormai processato per direttissima e condannato a pene esemplari. In questo momento, siamo soprattutto critici verso questo governo proprio per la sua incapacità di asportare questi bubboni mentre invece continua ad intrallazzare con gli sfasciacarrozze (almeno con una parte d’essi) per poter sopravvivere alla meno peggio. Questo noi condanniamo in Berlusconi; l’incapacità di fare un discorso alla nazione, indicando con chiarezza i suoi nemici esterni e interni da reprimere drasticamente.

    Noi siamo quindi critici e non teneri verso il “berlusconismo”, perché è una difesa pasticciata e piena di compromessi dell’interesse nazionale. Ma non ci metteremo certo a combatterlo come obiettivo prioritario per aprire così la strada alla subordinazione agli Usa e ai suoi servi economici e finanziari, le quinte colonne italiane (vertici confindustriali e grandi banche in testa), con i loro infami giornali e giornalisti, con i loro vigliacchi intellettuali ben pagati per dire menzogne e diffondere incultura storica, con i loro politici che sono i falsi sinistri, i falsi centristi “casinisti” e gli altrettanto falsi destri di Fini e compagni; più la bassa forza dei delinquenti e teppisti già citati.

    In questa congiuntura storica siamo anche favoriti dalle crepe evidenti nella strategia americana; meglio detto, dal contrasto tra le due tattiche dell’unica strategia tesa al monocentrismo imperiale. Nel lungo periodo (in cui “saremo tutti morti” come diceva Keynes) credo che gli obiettivi siano gli stessi, da raggiungersi tuttavia secondo modalità diverse. C’è una parte che vorrebbe insistere con l’uso della forza (apparato militare, colpi di mano tipo quello giudiziario in Italia o “democratico colorato” come in Georgia e Ucraina, e altri tentativi vari). C’è chi pensa di agire più subdolamente, cercando di creare disordini interni a vari paesi (anche aiutando la concentrazione della sempre presente crisi economico-finanziaria generale in dati punti deboli del sistema) o mettendo le varie potenze, in crescita nel mondo multipolare, in attrito fra loro, ecc. Ci sono comunque, nell’ambito di questa seconda tattica, spazi per paesi di media portata come l’Italia di barcamenarsi e di ottenere alcuni successi. Si deve però sbarrare innanzitutto la strada ai settori di aperti traditori, che sono appoggiati dai fautori statunitensi della prima tattica.

     E’ su questa strada che si è messo il nostro blog. Non ci interessa nessuna etichetta prefabbricata. Cerchiamo di riunire coloro che non sono per nulla affatto favorevoli a questo governo, ma che hanno capito qual è il primo compito da assolvere: neutralizzare i sicari denominati PAB (pattume o poltiglia antiberlusconiana). Da qui prenderemo sempre le mosse per le nostre analisi. A tale compito invitiamo tutti quelli che vorranno unirsi in uno sforzo comune, secondo però l’obiettivo prioritario già chiarito. Riteniamo qualsiasi altra indicazione – ad esempio, mettere tutti quelli da criticare sullo stesso piano, alla rinfusa – un puro inganno, un meschino tentativo di favorire i sudd
etti sicari; e ci opporremo ad esso senza sosta.