STORDIMENTO di Giellegi

Le borse volano, le ultime misure prese di concerto (finto) dai vari Stati e autorità monetarie hanno pressoché risolto la crisi, quanto meno posto solide basi per una prossima definitiva sua risoluzione; è stata in ogni caso ridata fiducia e, poiché la crisi era solo effetto di sfiducia e pessimismo, siamo avviati sulla strada giusta. Si può respirare di sollievo, il peggio è passato. Questo stanno recitando le varie agenzie stampa e giornali on line; e domani vedremo gli stessi cori di giubilo sulla stampa cartacea. In TV non ne parliamo.

Queste idiozie finiranno come tutte le altre. In realtà, le autorità più che immettere liquidità, dare garanzie (a chiacchiere) che non faranno fallire una sola banca, ecc., non sanno fare. E anche se non ho alcuna intenzione di mettermi a studiare le varie misure prese, in genere in formazione sparsa, mi sembra evidente che la concertazione è più nelle solenni dichiarazioni (a vanvera) che nella sostanza. Quanto alla vera stupidità – o faccia di tolla nel mentire – di chi dice che la crisi dipende dal pessimismo, mentre è il pessimismo a dipendere dalla crisi, non trovo parole per poter insultare questi farabutti o deficienti con terminologia adeguata. Comunque, posso stare calmo, perché mai come in questo frangente le bugie e le idiozie hanno corta durata. Non mi metto a fare il profeta ma, se giungiamo alla fine di questa settimana, credo sia già tanto. Non ci vorrà comunque moltissimo tempo, poi i peana e le fanfare saranno sostituite da “notizie a lutto”, ci si strapperà nuovamente i capelli, ecc.

Tuttavia, tutti gli occhi sono fissati sulla crisi finanziaria, che è la più appariscente e sconvolgente – anche perché è una sfibrante altalena di su e giù, dove moltissimi ci rimettono la camicia e pochi si arricchiscono favolosamente – ma non quella veramente sostanziale. Non mi ricordo più quale economista spiritoso – qualcuno di intelligente, vera mosca bianca, esiste perfino in questa “corporazione” – ha affermato che faremo un Natale ancora discreto, ma una pessima Pasqua. Per il semplice motivo che mancano pochi mesi alla vera crisi, quella dell’economia detta reale, che non durerà l’espace d’un matin e metterà tutti a dura prova: anche intellettualmente, in quanto intelligenza nel fare ipotesi credibili. Per quanto mi riguarda – e penso di poter parlare pure per gli altri del blog – non si tratta ovviamente di mettersi a fare le “mosche cocchiere”, dato che non ho, e non abbiamo, voce in capitolo nelle decisioni da prendere. Condurre però una disamina razionale – il meno possibile torbida e confusa, di quelle atte ad inquinare le menti di chi ci legge – sarà nostro precipuo compito. E cercheremo di riportare le più lucide interpretazioni che troveremo in giro.

In ogni caso, preoccupa che una sinistra ormai allo sbando, senza idee di sorta e solo adusa a rimescolare la melma e a creare puro disordine, possa magari ricreare climi tipo ’22 o ’33 in Germania; naturalmente, accompagnando tale affermazione con la solita formula del mutatis mutandis perché la “storia non si ripete” (nelle forme di manifestazione, che sono logicamente peculiari di ogni data epoca). Metteremo un grande impegno in varie direzioni: di teoria più generale, di fase attuale, di congiuntura politica; faremo alcune rivisitazioni storiche, perché riteniamo, pur non essendo storici, che ci siano state raccontate molte non verità; o, in altri casi, si siano ignorati – o resi poco noti – fatti interessanti e significativi.

Per il momento mi arresto a questa dichiarazione di intenti, che spero sia sottoscritta anche dagli altri miei collaboratori. Da questo scritto in poi, nel blog mi firmerò sempre Giellegi (ma sono sempre G. La Grassa).