TEMPI FOSCHI ALL’ORIZZONTE di G.P.

La faccia di bronzo di Montezemolo è davvero impareggiabile. Dopo aver favorito l’attuale governo Prodi affidando alla stampa da lui controllata, insieme agli altri manigoldi del piccolo establishment italiano riunito nel gruppo editoriale RCS, un diktat (proferito dall’ex lottacontinuista Paolo Mieli, passato armi e bagagli con i “borghesi” che avevano solo “pochi” mesi) per portare la coalizione di centro-sinistra al governo del paese,  adesso scudiscia il governo fingendo di essere tra i danneggiati dalla sua politica economica. E’ ovvio che lo schioccare della frusta serve solo a smuovere l’aria perchè questa compagine politica ha sempre agito secondo un’agenda scritta dal capoccione Fiat e dai gruppi bancari che sostengono l’ex uomo-IRI, ora seduto a palazzo Chigi. E’ sconfortante vedere che in questa nefasta alleanza politica-finanza-confindustria-apparati sindacali anche i comunisti hanno fatto la loro parte, reggendo il moccolo ai poteri forti per smanie di protagonismo istituzionale e per un tatticismo stupido e perdente su tutta la linea. Oggi che il malcontento degli italiani sembra essere giunto ad un limite di sopportazione non più valicabile, Montezemolo tenta di “stralciare” la sua posizione dai suoi sodali politici, rimbrottando sul malgoverno e su 15 anni (periodo che inizia con tangentopoli e arriva sino all’attuale pantano) di assenza della politica con la P maiuscola dalle grandi esigenze del paese. Ma lui dov’era durante questo periodo? La “verginella” sta forse dimenticando che ha sempre bussato alle porte di tutti per ottenere aiuti e salvare un’azienda bella che fallita? L’unico che non ha ceduto alle sue pressioni è stato Berlusconi e questo è costato caro al “cavaliere nero”, in termini di sostegno da parte di quei poteri forti che si sono invece orientati verso la più malleabile coalizione a lui avversa. Siamo giunti al punto che dobbiamo sperare la vittoria elettorale di Berlusconi alle prossime votazioni, non per disincagliarci l’attuale mortagora, ma per veder andare definitivamente in frantumi questo gioco delle parti che sta divorando letteralmente le ultime energie sane del nostro sistema-paese.

Ormai Prodi è completamente cotto, la maggioranza si è sfagliata è già si profila all’orizzonte una soluzione di transizione con i soliti volti “super partes” a fare da traghettatori verso un buio che più pesto non si può. Ma basterà al piccolo establishment indicare i vari Draghi o Monti per salvare il salvabile? Basterà l’idea del grande inciucio per tirare a campare qualche altro anno?

Persino un reazionario come Geronimo, per motivi opposti ai nostri, lancia l’allarme, in maniera inequivocabile,  sulla situazione politica dalle pagine de Il Giornale di ieri: “In questo scenario di destabilizzazione la bassa crescita, la grande speculazione finanziaria e l’incapacità del governo stanno trasformando socialmente il Paese, lasciando crescere una minoranza di ricchi sempre più ricchi, cui appartiene per censo Montezemolo, e una maggioranza sempre più grande di nuove e terribili povertà. E il big-bang del sistema si avvicina sempre più”.

Di fronte a cotanta matassa istituzionale, politica ed economica qualcuno dovrebbe dire finalmente basta, ma su chi dobbiamo contare? Forse su Rc che stretta dal suo bieco politicismo sembra più preoccupata della propria misera sopravvivenza parlamentare ed elettorale (ecco a che servirà la “cosa grigia” da mettere in piedi insieme a Mussi, ai Verdi allo SDI e al Pdci) che dei destini dell’Italia? Dove sono finiti quei comunisti che si preoccupavano dell’interesse generale anche a costo di rimetterci qualcosa in termini di “purezza ideologica”? Almeno, quest’ultimi avevano a cuore lo sviluppo del paese, certo non si può dire che fossero dei rivoluzionari, ma non erano nemmeno lontanamente paragonabili agli attuali “ominicchi” che stanno divorando la credibilità di una luminosa tradizione per il loro misero tornaconto.

Come ha già detto La Grassa in un precedente articolo, il discorso del senatore Giannini in parlamento (sul servizio spazzatura contro la rivoluzione bolscevica andato in onda al tg2) per un attimo ci ha riportato alle passioni e agli ideali di un tempo. Chi ha confezionato quella trasmissione meriterebbe tanti calci nel sedere per il solo fatto di aver voluto riscrivere una pagina gloriosa della storia dell’umanità sulla carta igienica del revisionismo più gretto, approfittando del clima culturale putrido e speculare all’attuale fase politica. Allora, quanto ancora occorrerà aspettare per vedere uno scatto d’orgoglio da parte dei comunisti? Alla presa di posizione accalorata del senatore Gianni  devono seguire i fatti. Vivacchiare alle spalle di questo governo è un tradimento imperdonabile per chi si dice comunista e dalla parte dei più deboli, ma continua a rendersi complice di un sistema di malaffare che va a solo vantaggio di una classe dominante parassitaria e decotta.

Se i comunisti vogliono continuare ad avere ancora un po’ di credito presso i dominati devono rialzare la testa, devono rinunciare alle proprie sinecure parlamentari e far cadere immediatamente questo governo di potentati sanguisughe. Se non lo faranno saranno irrimediabilmente spazzati via dalla nostra storia nazionale, così com’è già accaduto per i partiti comunisti di altri paesi europei.