TUTTI (QUASI) I “GUASTATORI” D’ITALIA (a cura di GLG, 26 lug 11)

 

(Va fuori o stranier!)

 

http://www.ilgiornale.it/interni/i_poteri_forti_tramano_vogliono_monti/25-07-2011/articolo-id=536669-page=0-comments=1

 

Quest’articolo è condivisibile più o meno per intero. Dice del resto cose che noi abbiamo sempre detto. Racconta quanto abbiamo ricordato non so quante centinaia di volte (in modo assai più esteso e con spiegazioni meno reticenti) in più di cinque anni d’esistenza del blog.

Ci chiediamo (domande “retoriche”) per quale motivo appare adesso; e per quale motivo le argomentazioni addotte resteranno episodiche, verranno di fatto archiviate. Poi magari salteranno di nuovo fuori, ma senza che se ne faccia una campagna sistematica di smascheramento di questi industriali e finanzieri inetti e parassiti, che hanno rosicchiato l’Italia in lungo e in largo e ora se la vogliono mangiare per intero. Questa campagna sistematica noi la conduciamo da anni, ma non abbiamo la potenza di un vero mass media.

Soprattutto, noi non accenniamo per caso, e senza spiegazioni, alla “strana” (per nulla) connivenza tra sinistra e capitale. La sinistra è quella formata, come nucleo forte (senza cui non esisterebbe), dai rinnegati e venduti del Pci, di cui abbiamo raccontato il tradimento: quando è avvenuto (l’inizio si pone negli anni ’70), le sue tappe cruciali (fra cui viaggi negli Usa), ecc. E abbiamo chiarito che, dietro la connivenza tra rinnegati e industrial-finanzieri felloni al servizio dello straniero, ci stanno ambienti statunitensi (qualcuno, che oggi ha perso la memoria, coniò la “manina d’oltreoceano”); in particolare quelli clintoniani (ieri) e obamiani (oggi). Abbiamo tentato di chiarire i motivi strategici generali (mondiali) e quelli particolari italiani della nostra servitù, dovuta appunto ad una classe dirigente economica erede dei traditori della seconda guerra mondiale, che si dà arie di antifascismo e resistenza, mai stati il loro contrassegno di venduti. Alle sue dipendenze si posero, fin dagli anni ’70, gli infami impadronitisi di un partito, già in fase di marcescenza per la verità, non ancora però totalmente in mano ai rinnegati, a gente che tradì perfino i suoi compagni di cordata; perché anche nel Pci, falsamente leninista, vi erano le correnti, crogiolo di corruzione, di sgambetti, di pugnalate alla schiena, di passaggi inverecondi da una parte all’altra.

Abbiamo sbagliato alcune analisi, anche rilevanti; e tuttavia ne abbiamo “indovinate” un bel numero d’altre, quasi avessimo a disposizione informatori “ben collocati”. I giornalisti, in particolare governativi, devono però avere maggiori informazioni di noi, altrimenti cambino mestiere. Eppure tacciono quasi sempre, si scoprono solo saltuariamente. Questo significa essere conniventi con i “capitalisti” felloni, sdraiati ai piedi dello straniero, e con i loro lacchè e sicari della “sinistra”. Oggi perfino quella che si dichiarava radicale, quella che ancora finge d’essere per il comunismo (ormai un’abiezione senza fondo); quella che è per le rivolte arabe, naturalmente di “popolo”. Un popolo di minoranze filoamericane come sono loro, invertebrati e senza dignità alcuna.

Per fortuna, in Libia non gli sta comunque andando troppo bene. Se è vero che è stato ammazzato il capo militare dei “ribelli” (un sicario come loro), e se è vero che la presa di Brega è come le “fosse comuni” (e come il “comunismo” di questi venduti), non va per niente male, qualunque sia poi la sorte di Gheddafi. E in Egitto, cominciano a mollarsele tra filo-occidentali e chi non intende la cacciata di Mubarak in tal senso. La strategia di Obama non brilla poi molto, forse è persino peggiore di quella di Clinton. Vedremo. Il pericolo certo resta; ma resta soprattutto per noi in questo disgraziato paese, sempre controllato da traditori filo-stranieri e da falsari del “comunismo”, non contrastati da una “destra” che gioca a fare la liberale; essendo cioè ancora una volta la reggicoda della “globalizzazione” filo-americana.

Contro questa gentaglia, valorizzo comunque anche questo articoletto, costretto a dire una serie di verità, visto che il loro leader è ormai azzoppato e privo di prospettive.