ULTIMA ORA a cura di GLG

Riporto all’ultimo momento questa notizia riportata – ed è tutto dire – da Il Giornale on line. Lascio perdere i commenti, anche perché sarà bene attendere qualche ulteriore notizia. Comunque il fatto che Scaiola si sia preoccupato significa che l’informazione  pubblicata da Handelsblatt non è una “bufala”. Naturalmente, fossi Scaiola, non mi glorierei di aver supportato le manovre della Fiat; non un successo per l’Italia, ma dell’Amministrazione Obama nelle sue “nuove” manovre per l’ulteriore asservimento di questi “poveri” italiani ed europei. Comunque, è bene che le cose non filino lisce!

 

<<<La coperta è corta. Il piano che la Fiat ha presentato lunedì scorso al governo tedesco per un’eventuale unione con la Opel prevede la chiusura di alcuni impianti in Europa. Inclusi due in Italia: Termini Imerese e Pomigliano d’Arco. Lo scrive oggi il quotidiano tedesco Handelsblatt nella sua edizione online. Le informazioni, scrive il giornale – che cita fonti vicine ai negoziati – sono contenute nel documento presentato da Sergio Marchionne al ministro dell’Economia tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), dal titolo "Project Phoenix". Nessun commento da parte della Fiat alle indiscrezioni del quotidiano tedesco.

Stabilimenti nel mirino Il piano di un’acquisizione di Opel da parte di Fiat prevederebbe la chiusura in Italia degli impianti di Termini Imerese e Pomigliano d’Arco, entrambi nel Mezzogiorno. Lo riferiscono fonti sindacali. I sindacati lamentano che Marchionne fino ad oggi non li ha mai informati sul piano di acquisizione di Opel. E spiegano che Fiat ha sempre detto che non è in grado di garantire nulla circa il futuro degli stabilimenti italiani. Nei siti di Pomigliano d’Arco e Termini Imerese sono occupati, tra diretti e indotto dentro il perimetro, circa 11-12mila lavoratori. I diretti sono 5.200 nella cittadella industriale alle porte di Napoli e 1.600 a Termini.

Stop di Scajola La centralità delle fabbriche italiane, nell’ambito dell’accordo tra Fiat e Chrysler e delle trattative per la Opel, "è fondamentale". Lo scrive il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola in una lettera al presidente della Fiat Luca di Montezemolo e all’ad Sergio Marchionne. Nella lettera, Scajola preannuncia anche un incontro, presenti i sindacati, per discutere le prospettive dell’azienda in Italia. "L’accordo raggiunto dalla Fiat con la Chrysler – scrive Scajola – ha costituito per l’economia del nostro Paese un fatto di grande rilievo: una nuova prospettiva di sviluppo, maturata nel pieno della crisi del settore. Il governo ha tempestivamente supportato la domanda del settore, in linea con gli altri Paesi. Ora – prosegue Scajola – fondamentale sarà il permanere della centralità del sistema produttivo italiano in un progetto che possa continuare a essere sostenuto dal sistema degli incentivi pubblici disponibili per lo sviluppo economico e produttivo del nostro Paese". >>>

Piccola postilla. Il liberista e filoamericano scatenato, Antonio Martino, e il "migliore" fra i Ds (soprattutto come seguace di Clinton nel 1999), D’Alema, sono in piena sintonia nel loro plauso entusiastico alla Fiat, irridendo al "nazionalismo" di coloro che si preoccupano della chiusura di alcuni stabilimenti in Italia. Il Ministro Scaiola dichiara invece che gli stabilimenti e il sistema produttivo italiani non si toccano. Ottima dimostrazione di come sia ormai ridicola la distinzione sinistra-destra. Questa distinzione serve solo a rimarcare come la sinistra sia quella che è ormai scesa così in basso da raccogliere il fango del più lurido pettegolezzo – la pedofilia del Premier e la "puttanaggine" di una presunta Lolita – come mai era accaduto nemmeno nei peggiori anni (’50) del clericalismo italiano. Per il resto non esiste alcuna lotta politica che abbia un senso (direzione e significato) diverso e opposto tra due schieramenti che pretendono di averlo.