UN IMPAZZIMENTO GENERALE di G.P.

Lo sosteniamo da tempo, i comunisti sono diventati una specie pericolosa perchè non hanno più il senso della storia e, men che meno, sono capaci di passione sincera, quella che aveva invece animato i loro predecessori, uomini e donne mossi da ragioni politiche sicuramente più alte e nobili. Certo, anche per il passato, non si trattava della realizzazione del comunismo e solo chi aveva la mente ubriacata dall’identitarismo poteva non comprendere che dietro gli accomodamenti e i detours tattici del gruppo dirigente del fu Partito Comunista si nascondeva ben più del semplice rimandare la rivoluzione al momento storico più propizio. Ma che dire degli attuali usurpatori e parolai rossi, concentrati solo sulla rivendicazione dei simboli e sulla “musealizzazione” di una tradizione tradita e perduta? Almeno i comunisti di un tempo avevano una visione più lungimirante delle cose e si ponevano l’obiettivo di preservare gli interessi generali del paese contro la parte più gretta e parassitaria della classe dominante.

Oggi che i sedicenti comunisti, al pari delle altre forze politiche che costellano il firmamento del nostro arco costituzionale, si sono adattati agli appannaggi di casta, sono pronti a cavalcare qualsiasi argomento populistico pur di mantenersi mediaticamente a galla, per vedersi aprire le porte della terza camera nazionale (il programma di Vespa), o per avere accesso alla stampa di regime. Provate a leggervi le dichiarazioni dal sen. Caprili rilasciate a La Repubblica del 5 novembre. Già il titolo dovrebbe mostrare a quale strumentalizzazione questi piccoli personaggi sono disposti a sottostare, non per dichiarare “qualcosa (appena) di sinistra” come diceva il regista Moretti, ma per ottenere un qualche trafiletto che attesti la loro esistenza mediatica. Il titolo: “La gente è stanca dei rom, parola di comunista”. Si potrebbe pensare alla solita “chiamata ad effetto” ma andando oltre nella lettura, il contenuto conferma e supera le attese, rafforzando la convinzione che questi “comunistardi” sono proprio fuori di testa. Il suddetto sen. ribadisce che, a suo modo di vedere, il provvedimento contro i rom era necessario per “ritrovare una connessione sentimentale con il proprio popolo”. E che c’è di più romantico di una comoda forca giornalistico-televisiva per recuperare il rapporto con il “poppolo” italiano? Panem et circensens e buona notte al popolo bue. Questo pseudosentimentalismo a buon mercato, sciorinato dal parlamentare di Rifondazione, è precisamente quella forma di patriottismo che Samuel Johnson definiva come l’ultimo rifugio delle canaglie.

Le preoccupazioni del sen. dovrebbero indirizzarsi altrove: agli operai che stanno perdendo il diritto alla pensione per favorire la previdenza integrativa affidata alle “calde” premure dei sindacati e alla volatilità dei mercati, alle maestranze delle grandi fabbriche italiane che si sono viste imporre un protocollo sociale vergognoso per favorire i borghesi buoni, quelli tanto adulati da Berty & c.

E due parole sulla questua padronale sotto forma di aumenti concessi prima del rinnovo dei contratti non le vogliamo dire senatore? Oppure ci vuol far sapere cosa pensa di un governo che imbandisce lo stivale per saziare gli appetiti dei grandi gruppi bancari mentre la gente arranca sotto il peso dei mutui, delle truffe finanziarie, del rincaro della benzina ecc ecc. Non entro poi nelle grandi questioni di questo tempo, come i rapporti geopolitici tra le potenze mondiali, perché da gente di tal fatta riceveremmo le solite risposte preconfezionate sui diritti umani violati che giustificano il finanziamento e il rifinanziamento delle missioni di guerra pro-USA. Ma pur tenendoci nel basso profilo si resta sconcertati dal livello del dibattito politico e dalla mancanza di una minima analisi politica, economica e sociale, seppur di fase.

Signor Caprili, siamo sicuri che il problema più grosso in Italia sia rappresentato dai rumeni che lei vuole rispedire al mittente? Ed è giusto affidare le proprie ragioni alla distinzione speciosa tra “barbari” che vengono a lavorare e “barbari” che vengono per delinquere?

Caprili dice: “chi non produce reddito dovrebbe essere rispedito in Romania”. Cioè, detto alla “senatore”, solo chi si fa sfruttare a dovere può rimanere, gli altri si tolgano pure dalle palle…

A me il principio piace, per cui visto che la maggior parte dei parlamentari sono delle mignatte che non producono nulla di buono seguano pure il consiglio del parlamentare.