VEDI NAPOLI E POI MUORI di F. D’Attanasio

napoli b100824b-bigCi pare doveroso riportare in parte un articolo pubblicato su Il Giornale di Giovedì 10 Gennaio a firma di Gian Marco Chiocci, il quale getta una piccola luce sulle responsabilità della situazione dei rifiuti di Napoli e dintorni; certo se avessimo la pretesa (persone come noi) di capire fino in fondo tali responsabilità, sono certo rimarremmo alquanto delusi, se non altro per il fatto che tutto ciò è l’effetto delle, a dir poco pessime, amministrazioni degli ultimi circa quindici anni. Ora non so se c’è ancora qualcuno, minimamente dotato di senno, che pensa che Berlusconi sia, negli anni passati, riuscito effettivamente ad instaurare una dittatura mediatica in Italia. Quanti ricordano di come, diciamo così il 90% degli apparati preposti alla diffusione dell’informazione e della cultura, ci abbiano letteralmente storditi, nel periodo di tempo di cui sopra, della cosiddetta rinascita napoletana ad opera di Bassolino & C? Chiaramente ciò, di per sé non può dimostrare completamente il contrario, vale a dire che è esattamente quella cosa che si chiama sinistra ad essere riuscita ad instaurare una dittatura “democratica” in Italia (ma non solo mediatica, bensì politica, finanziaria ed economica; vedasi i tanti articoli apparsi su questo blog soprattutto a firma di G. La Grassa), ma comunque può essere considerato un ulteriore piccolo tassello del mosaico che questo blog sta cercando di mettere in piedi per dimostrare che, appunto, la sinistra è quella che va combattuta preliminarmente. L’articolo fa riferimento all’audizione dell’8 Marzo 2005 alla commissione d’inchiesta sui rifiuti, ad opera dell’ex commissario all’emergenza rifiuti Corrado Catenacci, il quale mise chiaramente in luce lo “sfacelo clientelar-delinquenziale” e di “quanto la criminalità fosse interessata al commissariato e più in generale al business della munnezza”. L’articolo riporta testualmente frasi di quella audizione: “… «Abbiamo cercato in ogni modo di fronteggiare l’ingresso della criminalità organizzata all’interno della nostra struttura, tenuto conto che prestavano servizio presso di noi addirittura alcuni operai abusivamente richiamati dai consorzi e ammessi presso di noi. Tra questi – osserva Catenacci – ricordo che prestava servizio anche un certo Agostino o’ pazzo, famoso piccolo camorrista e delinquente degli anni ’70. Prestava servizio da noi e aveva un negozio di antiquariato, dunque in qualche ora libera veniva da noi e firmava la presenza»”. Si continua ancora con le parole di Catenacci: “….«ho chiamato presso la mia gestione come responsabile amministrativo il questore Vecchione che è stato per anni il capo della Criminalpol della regione e conosce tutti i delinquenti, compresi quelli – e sono molti – che si interessano di rifiuti a Napoli e in Campania». Rispetto alle 2.300 unità assunte anche per risolvere il problema della raccolta differenziata (rimasto irrisolto) Catenacci precisa: «L’operazione risale al 1999-2000 (in piena era Sassolino, ndr). Si trattava di lavoratori cosiddetti “socialmente utili” o disoccupati di altro tipo, di cui alcuni avevano una certa fedina penale, i quali sono poi stati assunti a tempo determinato per poi passare inopinatamente ad un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, a causa di una delibera firmata da un sub-commissario nell’estate 2000. I lavoratori sono stati suddivisi o, come si dice, spalmati in 18 consorzi che molto spesso sono nati per comodità di qualcuno, per trovare posto a personaggi trombati in precedenti incarichi politici». Risultato? «Se facciamo un calcolo, dei 2.316 addetti, oggi lavorano solo 600 persone, che è già molto. Al mio arrivo il numero di coloro che lavorava davvero era inferiore»”.

 

 

11 Gennaio