CHE SFINIMENTO! (23 agosto 11)

 

Altra puntata

 

Attendendo più precise notizie dalla Libia, voglio deliziarvi con le idiozie di giornalisti, politici, “classi dirigenti economiche”, di una bassezza intellettuale tale da restare stupefatti, se non si conoscesse un po’ la storia d’Italia e non si fosse visto il bel film di Comencini “Tutti a casa”, sul tradimento di quelle classi dirigenti abbarbicate ai Savoia (non poi tanto differentemente da quanto accade oggi, se ci pensate un po’ su; io non posso dirvi di più, fate uno sforzo di immaginazione visiva. Chi è oggi il vero capo dell’Italia? Quel pagliaccio e coniglio di Berlusconi? Suvvia!).

Prendiamo l’avvio da una sciocchina che scrive su Libero (21 agosto, pag. 5): “Tutti e subito dovrebbero andare in pensione a sessantasette anni, e parlo di un’età minima, settanta è pure ragionevole, siamo tre anni sotto la media europea”. Da ciò deduco o che la media europea è di 70 anni oppure che questa età “pure ragionevole” è addirittura al di sotto della media europea di tre anni. Non si capisce bene. Si capisce benissimo però la tabella situata nella stessa pagina a fianco del delirante articolo, con scritto: Fonte, Commissione Ue, Eurostat. In questa tabella sono riportate le età medie di andata in pensione per uomini e donne in sei paesi europei: Inghilterra, Francia, Germania, Italia, Svezia ed Olanda. Il paese in cui questa età media è più alta è il primo: 64,1 per gli uomini (U) e 62,0 per le donne (D). L’Italia è a 60,8 (U) e 60,7 (D); e si trova nel bel mezzo di Francia con 59,4 (U) e 59,1 (D) e Germania con 62,1 (U) e 61,4 (D). Dove sia una media europea che si avvicini minimamente a 67 o 70 o ancor più, non si vede proprio. E non c’è nemmeno ombra di parità d’andata in pensione tra uomini e donne, quella mancanza di parità che fa venire le convulsioni ai nostri “aggiustatori di debito pubblico”. Anzi la maggiore parità semmai spetta appunto all’Italia (solo 0,1 di differenza!). E allora, cretinetti?

Una simile giornalista andrebbe licenziata in tronco. Invece scommetto che nessun lettore o quasi avrà notato la cazzata che ha sfornato. E non ci si ferma del resto a questa minus habens. Il Monteprezzemolo, con il suo consulente (rigorosamente di sinistra) Nicola Rossi, spara pure lui 67 anni. Ma vuole per soprammercato privatizzazioni a gogò. Questa ignobile classe non dirigente, di servi invece, non ha la minima idea di un potenziamento del nostro apparato produttivo, che deve veder un forte intreccio di alleanze all’estero, una politica di autonomia e di energia “competitiva”, non certo nell’inesistente “libero mercato” (come pensano questi “cotonieri”, questi infami e inetti e sussidiati parassiti, legati al sistema economico-politico dei predominanti), bensì in aree dove si stanno scatenando i più bassi istinti criminali di colonialisti ancor peggiori, più violenti e ottusi, di quelli della passata epoca dell’imperialismo (di un secolo e oltre fa). Torneremo sulla viltà di questi cialtroni e piccoli delinquenti da bassifondi, che imperversano con le loro idee da perfetti idioti sui media, presi sul serio da giornalisti che sarebbero da far tacere tagliando loro la lingua e le due mani.

Qui, “per vacanza”, mi limito a dileggiare questi mentecatti allo sbando. Se si alzasse l’età pensionabile a 70 anni (o anche 67), diciamo intanto che non calerebbe di un centesimo la spesa pazzesca per mantenere l’ambaradan degli istituti pensionistici. Quello che rovina la previdenza, come pure la Sanità, non è la spesa per servizi, sempre peggiori e con attese secolari per vari esami urgenti; bensì il mantenimento di caterve di impiegati inefficienti, in netto soprannumero (malgrado ci si lamenti sempre della “carenza d’organico”, quando ormai la produttività d’esso non è nemmeno zero, ma negativa, perché ci si intriga a vicenda). Tuttavia, dopo decenni di “compromesso storico”, di “concertazione” (del tutto consustanziale alla suddetta classe non dirigente dei “cotonieri” italiani sussidiati dallo Stato), è ovvio che non si può procedere a massicci licenziamenti per una questione d’“ordine sociale”.

Però, si metta almeno questo problema all’ordine del giorno (il problema degli “ammortizzatori sociali” e di come trovarli), non l’eliminazione di servizi essenziali, l’introduzione di ticket, l’innalzamento dell’età pensionabile (e della fantomatica “parità” tra donna e uomo quanto ad età pensionistica che, come abbiamo visto, già esiste in Italia). Cialtroni. E i giovani in cerca di lavoro, l’enorme esercito del precariato? Un ministro (vivente) li ha chiamati “fannulloni”; un altro, non vivo, li appellò “bamboccioni”. Tutti a scandalizzarsi perché restano in famiglia fino a trent’anni ed oltre. Brutti idioti, con la testa piena di segatura, se alzate l’età pensionabile – mentre perdete posizioni su posizioni nel mondo, state distruggendo le nostre industrie di punta per andar dietro ai padroni americani con la loro nuova strategia di totale nostro asservimento – dovete fare subito dopo una legge che obblighi i vecchi, ancora al lavoro, a tenere e mantenere i figli a casa almeno fino ai 40 anni, forse 45.

Non voglio nutrire turpi pensieri. Anche perché la morte è cosa seria per persone serie, non certo per questi esseri meschini e abietti. Si potrebbe però almeno tornare veramente “ai tempi in cui Berta filava” e re-istituire la gogna? Una bella gabbia in ogni pubblica piazza, di grandi città come di piccoli paesi. E lì cacciare dentro quelli che ragionano in “cotal guisa”, con le mani legate dietro la schiena, anche perché per 48 ore non devono né mangiare né bere. Non so voi, ma io sono giunto al massimo livello di sopportazione di questi ottusi e servi insieme, che sparano cazzate per non affrontare i problemi effettivi. Fuori tutti i leccapiedi degli americani, fuori chi dirotta la propria rabbia sui poveracci mentre i nostri nemici, dal 1945 in poi, sono gli invasori d’oltreoceano, assassini e arroganti, con tutti i loro complici nostrani dei cosiddetti “poteri forti”.

Non vogliamo più vedere sparati e farfalline a questo o quel concerto, a questa o quella festa “patria”, a questa o quella inaugurazione, ecc. Mettiamoli invece per 48 ore alla gogna e poi a casa “in pensione”: la minima, con detrazioni mensili per quanto hanno goduto in più in questi anni nei loro “alti scranni”. In pratica a morire di fame o a chiedere l’elemosina. Per quanto mi riguarda m’impegno a prendermi in carico almeno due-tre di loro (non più di due euro per uno e tre volte la settimana, altrimenti mi rovino).

Lasciatemi sognare almeno!