PER LA NOSTRA SOVRANITA’. MANIFESTO IN DIFESA DI FINMECCANICA

Campagna di adesione promossa da Conflitti e Strategie

Attacco a Finmeccanica, attacco all’Italia.

Il turbolento scenario globale, i molteplici problemi che attraversano il nostro Paese, le cruciali implicazioni geopolitiche, economiche e sociali, impongono scelte decisive.

Si presenta l’assoluta necessità di porre al centro la questione nazionale.

Questione nazionale vuol dire innanzitutto sovranità.

Ciò passa inevitabilmente per il mantenimento e lo sviluppo dei nostri avamposti industriali e, auspicabilmente, per un loro rilancio strategico come dell’intero Paese.

Dal 1992 ad oggi l’Italia è il bersaglio scelto per un progetto di forzato mutamento che ha uno dei suoi principali obiettivi nella destrutturazione del suo apparato industriale pubblico.

Siamo in una costante fase di destabilizzazione congeniale ad una riconfigurazione del sistema nazionale che lo collochi in una posizione di debolezza e subalternità sia sul piano geopolitico che su quello del progresso economico e della tenuta sociale.

Questo processo di destabilizzazione è strettamente funzionale agli interessi di soggetti esterni e di potenze straniere.

E’ funzionale in primis ai piani di controllo e comando degli Stati Uniti nonché dei loro relativi agenti strategici industriali e finanziari.

Non solo, ne sono attivamente complici altrettanti attori interni il cui unico obiettivo è consolidare e perpetuare azioni predatorie e rendite parassitarie e quindi esclusivamente autoreferenziali.

Sono da additare, con una scelta di campo e senza tentennamenti, come forze schierate contro l’interesse nazionale.

Queste forze antinazionali sono in combutta con ampi settori politici e della nostra classe dirigente, in rotta ideologica, condotti a scellerate decisioni di politica economica ed industriale.

Parimenti, costituisce loro emanazione o supporto l’intellighenzia giornalistico-editoriale che imperversa nei salotti, nelle televisioni, sui giornali e in determinati centri di pressione.

In questo connubio di poteri incrociati, il recente passato insegna che uno dei capisaldi del processo destabilizzante e di rimozione dei gangli di quella che fu la cosiddetta economia mista e del suo relativo settore industriale di punta, è rappresentato dal ricorso allo strumento giudiziario.

Come tipico delle vicende nazionali italiane e non solo, in determinati apparati dello Stato e della società si annidano agenti adibiti a funzioni distruttive e laceranti, legati o meno ad attori esterni.

Parti importanti della magistratura non fanno eccezione e anzi ne costituiscono parte attiva.

Un’analisi meditata nonché una visione smaliziata e realistica dei numerosi eventi occorsi in questi anni e delle attuali contingenze, fugano i dubbi sino a maturare più di una certezza.

Sicché, da Mani Pulite-Britannia, la storia si ripete. O meglio, questa storia continua.

Ora è il turno di Finmeccanica.

Finmeccanica è uno dei pochi colossi dell’industria italiana a partecipazione pubblica ed è operante nei settori dell’aerospazio, della difesa, della sicurezza, dell’energia e dei trasporti civili.

Vanta circa 73.000 dipendenti e produce ricavi per decine di miliardi di euro.

Dispone di sedi e siti produttivi anche fuori dai confini nazionali e si sta affermando come partner di rilevanza assoluta in diversi Paesi e in diverse aree del globo.

E’ evidente come essa operi in un ambito delicatissimo e fondamentale per il sistema-Paese, laddove si pianificano investimenti di lungo periodo per tecnologie di eccellenza, facendo di ricerca e sviluppo il principio fondante di attività strategiche.

Finmeccanica è un pivot industriale di riferimento con il suo complesso di controllate e partecipate e con la sua massa di lavoro specializzato e qualificato.

Sono in gioco elementi di sovranità e sviluppo come quelli militari, delle tecnologie, dell’organizzazione, dell’occupazione, dati economici e finanziari.

Finmeccanica, un pezzo di storia italiana, non è solo un fiore all’occhiello dell’intelaiatura industriale del Paese, una forza basilare per la sua tenuta economica e infrastrutturale, ma rappresenta un agente strategico fondamentale per la sua proiezione estera.

Le industrie di questo tipo rientrano a pieno titolo nelle strategie delle potenze, in un ambito che soverchia le mere logiche del mercato globalizzato per assumere carattere squisitamente geopolitico. Dunque, quando parliamo di Finmeccanica, parliamo di un soggetto interconnesso con i centri decisionali politici e militari che danno forma e sostanza alla strategia di un attore internazionale quale è lo Stato.

Per inquadrare il ruolo di un avamposto come Finmeccanica, occorre aver ben presente il contesto in cui opera, cioè un contesto globale post-atlantico e di nascente multipolarismo.

E’ un contesto di grande incertezza e instabilità rispetto al quale risulta di assoluta importanza difendersi, progredire e avanzare. In sostanza, salvaguardare la propria autonomia.

La logica dell’apertura dei mercati, ma soprattutto questo mutato scenario geopolitico, pongono Finmeccanica quale soggetto attivo, nel suo settore, di acquisizioni, compartecipazioni e forniture non solo nell’ambito della potenza sin qui dominante quale gli Stati Uniti, ma anche nell’ambito delle potenze emergenti o di ritorno, che hanno a disposizione flussi di denaro da investire nella tecnologia militare e nelle infrastrutture civili.

Al centro ci sono gli assestamenti geopolitici; le componenti industriali sono pilastri essenziali per non subirli e ridursi a soggetti passivi.

A ciò bisogna aggiungere le stesse politiche in atto in Europa sul versante della spesa militare dove, complice la crisi, si progetta un qualche tipo di accordo tra i principali Paesi per la ripartizione degli oneri e si prefigura forse almeno un embrione di esercito comune.

Insomma, si tratta di una partita strategica nella nuova contesa globale.

E’ una partita dove il gioco è duro e non si va per il sottile, dove il ricorso a pratiche spregiudicate di vario tipo è prassi consolidata e persino giustificata. Fuori dalle fiabe, questa è la realtà.

I moralisti e i giustizialisti, chi consapevolmente chi meno, sono facili grimaldelli dei nemici.

E anche questo, purtroppo, è storia nazionale.

Un ruolo così specifico, delicato e di successo pone Finmeccanica al centro di due fronti di attacco.

Il primo è quello della potenza egemone americana, per i risvolti geopolitici e per la spietata concorrenza delle più consolidate società omologhe statunitensi e non solo, tutte le quali aspirano a sbarazzarsi di un competitore scomodo. A queste si sommano le mire di rapaci e già funesti fondi privati.

L’altro fronte è quello interno. Ai colpi di machete giudiziario, come già accaduto in altri settori, seguiranno, siamo pronti a scommetterlo, predatori piani di smantellamento e spezzatino, con tutto il giro affaristico che ciò comporta, magari con ulteriori privatizzazioni.

Per la gioia dei mercatisti e delle loro logiche spacciate per il solito nuovo che avanza e la fame insaziabile dei soliti profittatori.

Difficile immaginare altri Paesi in cui vengano scatenati inquirenti d’assalto contro aziende strategiche.

Constatiamo che a Finmeccanica vengono contestati alcuni episodi che coinvolgono una frazione della sua intera galassia.

Eppure la magistratura, sempre prodiga di interventi e comunicati, non sembra intenta a precisazioni, manifestando di fatto una convergenza con predisposte iniziative giornalistiche, dando la stura ad un attacco globale ad un Gruppo industriale in piena salute e con più di 60anni di storia.

Pertanto, auspichiamo che le procure incaricate, magari a seguito di mirate ed accorte pressioni governative, intervengano a precisare che un’indagine penale non può mai mettere sott’accusa l’attività di un’intera holding qual è Finmeccanica.

Ma soprattutto, ribadendo la strumentalità dell’azione intentata, auspichiamo non solo l’infondatezza ma in special modo lo stralcio dell’impianto accusatorio.

Pare assai difficile escludere che i servizi di un Paese che tra le proprie imprese di punta ne annovera una operante stabilmente negli USA e che negozia con il Pentagono e l’intelligence americana, non abbiano a disposizione informazioni “sensibili”.

Chiediamo, quindi, una forte risposta del Governo alla campagna contro Finmeccanica, la quale si estrinsechi anche con l’ausilio di un intervento dei servizi di sicurezza che sia tale da far emergere, ad esempio, come anche imprese USA concorrenti siano aduse a quelle stesse pratiche contestate a Finmeccanica.

E’ farsesco e strumentale non avere in debita considerazione quella che è una prassi di sistema ai vertici apicali internazionali, dove non si va per il sottile perché la posta in palio è cruciale.

E chiediamo, in considerazione dell’imminente rinnovo delle cariche in Finmeccanica, il mantenimento ed anzi il potenziamento della linea strategica seguita dall’attuale dirigenza.

Tant’è, preso atto delle allarmanti contingenze che incalzano, preso atto una volta di più che l’attacco a Finmeccanica è l’ennesimo fronte di un variegato e compartecipato attacco all’Italia che presto o tardi investirà anche le poche altre aziende strategiche, lanciamo questo manifesto di adesione per una campagna allo stesso tempo di difesa e di denuncia.

Noi ci collochiamo, come noto, ben fuori da appartenenze politiche, da schematizzazioni faziose e settarie così come da pregiudizi e preconcetti di sorta.

Non siamo né collaterali né partecipi di alcuna forza politica.

Si va oltre le desuete interpretazioni e concezioni.

Oltre destra e sinistra, vecchi arnesi da lasciare a quanti vogliano regredire alla politica della pietra.

Questo manifesto chiede l’adesione di tutti quanti abbiano a cuore la sorte dei fondamentali del nostro Paese, il suo progresso, il suo sviluppo, il suo lavoro, la sua sovranità, la sua libertà di scegliersi le alleanze, comprese quelle in un Europa libera da subdole sudditanze.

Consideriamo questa campagna in difesa di Finmeccanica una simbolica ma assertiva scelta di campo.

E’ un’occasione per raccogliere quanti si riconoscano dalla parte dell’interesse nazionale e del progresso sociale.

Contro la vasta schiera dei poteri felloni nazionali e predatori stranieri, contro i loro ascari politici e mediatici che vogliono affossare l’Italia.

Per la nostra Sovranità, con Finmeccanica.

1 DICEMBRE 2010

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