Populisti coglioni

il ratto d'europa

 

 

Interpretare la Storia è sempre operare delle piccole o grandi revisioni su eventi e protagonisti di processi trascorsi. Per le esigenze di noi contemporanei, perché come diceva Marc Bloch: “si tratta di trarre da quei lontani avvenimenti insegnamenti per l’azione presente, attraverso una comparazione di questi fattori con quelli del presente”. Ma si tratta anche, e questo lo aggiungiamo noi, di scrostare il passato da quelle visioni ideologiche o, peggio ancora, da quei pre-giudizi moralistici vincolati a battaglie politiche, sociali, culturali di un tempo ormai superato. Trascinarsi le medesime divisioni e incomprensioni nell’epoca attuale rende oscure le sue reali problematiche e favorisce le mistificazioni di cui poi si approfittano i prepotenti di oggi col loro codazzo di servitori.

Gianfranco La Grassa lo ha affermato spesso che occorre  rivedere la storia degli ultimi secoli, ed in primo luogo quella del ‘900, in quanto vi è un pauroso isterilimento di date valutazioni storiche ormai depistanti per il (nostro) futuro. Come certe illusioni novecentesche che continuano a produrre impuntamenti e attriti tra settori sociali e soggetti collettivi i quali, invece, potrebbero unire le forze contro i veri nemici, incontrandosi in un nuovo spazio di elaborazione teorica e politica.

Faccio questo ragionamento perché la recente dipartita del grande leader cubano Fidel Castro ha riportato in auge questi steccati, dimostrando che il passato tarda a passare (e ad essere compreso) nella testa di tanti sciocchi ed ignoranti. Che delusione!  Salvini scrive: “un dittatore in meno. Pietà Cristiana si deve a tutti, ma con tutti i morti che ha sulla coscienza, non piango. Libertà”. La pietà cristiana dovrebbe infilarsela dove tutti sanno, un capo di partito non è un chierichetto ed è tenuto a giudicare con ben altre categorie intellettuali. Il Socialista Castro ha costruito una patria indipendente, non il socialismo, resistendo ad un avversario millanta volte più armato ed economicamente attrezzato di lui. Un esempio per il mondo intero ed anche per la Lega che vorrebbe, a parole, un’Italia libera di decidere del suo destino contro  l’invasività di Stati esteri e finanza internazionale. Salvini crede che la libertà sia gratis o si conquisti con le pose sui rotocalchi? Evidentemente, costui non è disposto a sporcarsi le mani per guadagnarsela. Si faccia eleggere in oratorio che quello è il suo posto. La grandezza, che porta spesso con sé la tragedia, non fa per uno come lui.

Sia chiaro, su queste basi considero statisti anche uomini come Hitler, Mussolini, Lenin, Stalin, Mao, De Gaulle, ecc. ecc.

Tutta gente che non è andata mai per il sottile, ha commesso dei delitti, anche feroci, eppure ha continuamente avuto ben presente come si governa e si difende uno Stato. Si contano i morti che si portano sulla coscienza e mai le vite che hanno salvato o la dignità che hanno preservato ai loro popoli, respingendo gli eserciti invasori, tenendo lontani i saccheggiatori e incrementando il benessere generale. O almeno ci hanno sinceramente provato.

Non ho nessuna simpatia per il Furher, né umana, né politica, ma chi può negare che fu lui a risollevare la Germania dalla polvere, dopo anni di umiliazioni e predazioni, cui era stata sottoposta dalla Società delle Nazioni e dal resto dell’Europa.

Come mai non si getta il medesimo disprezzo su chi ha sganciato bombe atomiche, cosparso le teste asiatiche di napalm e quelle medio-orientali di uranio impoverito? E no, quelli sono i padroni, ci vuole coraggio per condannarli ed il coraggio non si trova in sagrestia dove abbiamo appena lasciato Salvini e soci.

Che dire poi dell’odierna polemica di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, contro un assessore del comune di Trieste, il quale ha avuto l’ “ardire” di definire Tito “indubbiamente un grande statista”. Sì, proprio indubbiamente perché non ci sono equivoci su ciò, ci sono le sue gesta a confermarlo, si condividano o meno.

E questi sarebbero i pericolosi populisti, quelli che rivolteranno l’Europa dei banchieri e della Nato? Ma fatemi il piacere. Con queste educande sicuramente l’Ue creperà, dal ridere.