Società o barbarie.

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Giuseppi ha gettato la maschera e ora vediamo bene il suo volto. Non era l’avvocato del popolo (e chi mai crederebbe ad un difensore d’ufficio delle masse che pagano sempre e sempre col sangue?) ma un membro di quel popolo di avvocati dello studio associato “poteri forti” sulla via del Palazzo. Caratteristica di questi esseri è la metamorfosi. Si presentano sempre come leoni ma un raglio finisce per tradirli. Quando ci si accorge dell’imbroglio è ormai troppo tardi. E allora costoro devono alzare il tiro e parlare di grandi ideali mentre violano i semplici patti. La teoria di Giuseppi è adesso l’umanesimo ma la pratica è una tortura brussellese ai danni dei cittadini. Come scrive Nicolás Gómez Dávila “il crimine che si tenta di commettere è, a volte, così orribile che il pretesto della nazione non basta ed è necessario invocare l’umanità.” Conte è persino scontato nel suo ricorso a tali trucchi ideologici.
Direi che ci vuole addirittura un Balzac per descrivere simili personaggi che hanno l’abilità dei “rettili” e corretti, di quelli che rispettando le voci del Codice o della Costituzione riescono a produrre, non essendo punibili di alcun reato, qualsiasi delitto. Non ricordo chi, ma qualche mente acuta disse anche che i grandi crimini si commettono proprio senza violare le leggi. Il caso è chiuso ma il caos è oramai aperto per l’Italia che già navigava in acque perigliose.
Giuseppi e la sua maggioranza la porteranno molto per le lunghe perché hanno un solo obiettivo, evitare di scomparire a causa del voto degli italiani. C’è un disprezzo reciproco tra elettori e governo che danneggerà tutto il Paese perché gli interessi di quest’ultimo non sono menomamente presi in considerazione dalla sua classe di (s)governo. Eppure il momento storico che stiamo vivendo è di instabilità profonda perché sono in atto transizioni che sfigureranno e riconfiguraranno non solo il mondo geopolitico ma la nostra stessa cultura occidentale. Quest’ultimo punto è anche più dolente. Assistiamo a decadimenti di ogni genere, a degenerazioni di tutti i tipi che ci vengono presentati come progressi sulla strada della civiltà. I diritti elargiti a qualsiasi minoranza, presuntamente reietta, stanno schiacciando i doveri di ciascuno. Nessuno è veramente responsabilizzato di niente ma tutti sono ritenuti responsabili di qualcosa, di un pensiero recondito, di una frase maldestra, di una psicologia nera. È questa l’epoca del terrore politicamente corretto che punisce le intenzioni e processa le parole. Abbattere questo Leviatano richiederà forza e decisione, dovranno scorrere lacrime e sangue. Bisognerà picchiare sulle teste, come affermava Lenin, perché la ragione si faccia largo nei cervelli, è questo l’unico “ mezzo di battere una classe detta dirigente e i suoi rappresentanti politici e culturali ormai infetti, da annientare entro un periodo di tempo non troppo lungo altrimenti sopraggiungerà la morte della nostra società”.
Società o barbarie, tertium non datur.