VITALIZI, IL VERO OBIETTIVO SONO I CITTADINI

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La Camera ha approvato la proposta di legge Ricchetti sul taglio ai vitalizi dei parlamentari che lede i diritti acquisiti, cioè si applica anche agli eletti cessati dal mandato che già percepiscono l’assegno. L’odio, meritatissimo, contro i nullafacenti delle istituzioni elettive ha offuscato la vista al popolo, il quale non si rende conto che presto verrà bastonato con gli stessi metodi. Naturalmente, dietro l’iniziativa, spacciata per una battaglia di moralità, contro una classe di privilegiati, ci sono i peggiori partiti della storia nazionale, in primis Pd e M5S (ma l’Aula è tutta compiacente perché il qualunquismo anticasta porta voti), che stanno litigando per attribuirsi la paternità del “grande” risultato. Non tarderanno, c’è da scommetterci il culo, a giocare allo scaricabarile allorché provvedimenti similari saranno presi, scatenando la rabbia generale, per togliere garanzie ad altri settori sociali. Allora, ma solo allora, la pdl Ricchetti resterà orfana, nonostante porti il nome di un deputato del Partito Democratico.
Come volevasi dimostrare, sin da ieri, i principali quotidiani discutevano, portandosi avanti con le loro idee “brillanti”, della possibilità di generalizzare la ratio della norma, senza risparmiare nessuno. Ha scritto Macioce su Il Giornale: “Questa riforma dei vitalizi rischia infatti di mettere in discussione le storie di ieri. Non quelle grandi, di popoli e nazioni, ma quelle quotidiane, personali, di casa, lavoro e vecchiaia. Molto dipende dai giudici, quelli vestiti di ermellino, quelli a guardia della Costituzione. Se l’alta corte, infatti, conferma che i «diritti acquisiti» non sono sacri e inviolabili, allora tutto il passato torna in gioco. Non solo la pensione dei D’Alema e dei Fini o di Cicciolina. Si rompe un tabù e può accadere che chi ha versato poco e ogni mese riceve molto non può più resistere dietro un «quel che è fatto è fatto». Il passato ritorna in gioco. Tutto torna in discussione. Le pensioni d’oro? Un po’ troppo d’oro. Quelli che sono andati in pensione con il retributivo? Vediamo. La reversibilità? Dipende. … non c’è più nulla di scontato e sicuro. In fondo, se non si fa qualcosa, il destino dell’Inps è segnato, questo sistema non regge: i giovani guadagnano troppo poco per pagare le pensioni ai vecchi. È il grande dilemma del nostro welfare. Che fare? La crepa nel muro dei diritti acquisiti non risolve tutto, ma crea spazi di fantasia. Non ci sono più paletti, gli spazi di intervento si ampliano, si getta lo sguardo su soldi ritenuti intoccabili. Qualcuno magari si mette lì e ridisegna, più di Dini e più della Fornero, il sistema previdenziale. Con un grande vantaggio, però: la prospettiva è molto più ampia. Non c’è sulla mappa solo un pezzetto di ieri e quel futuro che chi verrà domani dovrà scontare. La prossima volta si può giocare sul passato, territorio inesplorato. Non pagheranno solo quelli che non sono ancora arrivati a riva, ma anche chi si sentiva su una spiaggia sicura. L’incertezza non ha più ripari generazionali. Si esagera? Forse. Ma tra quelli che ieri a Montecitorio hanno votato sì qualcuno ci starà pensando. Oggi a noi, domani a voi. La vendetta è un piatto che si consuma freddo”.
Cari imbecilli, state danzando intorno alle vostre bare. Il “campo inesplorato” siete voi, verrete sbranati dai lupi che si sono rasati un po’ di pelo per tendervi un agguato. Con questa sedicente riforma saranno giustificati i colpi che vi assesteranno con lo scopo di privarvi delle ultime sicurezze sociali ancora in piedi.
Anche Il Foglio, con un intervento di Luciano Capone, si augura che questo “principio sacrosanto, se deve valere per gli eletti, a maggior ragione dovrebbe valere per tutti gli altri cittadini”. Ed eccovi serviti, ma la pietanza cotta a puntino siete ancora voi.
Questo Paese, incapace di crescere e di svilupparsi, a causa di una classe dirigente inetta e servile ad interessi stranieri, ha deciso di ricorrere all’autofagia. Sta divorando i suoi organi perché non ha più occhi per guardare lontano, testa per immaginare il futuro e mani per afferrare il presente. Possibile che l’Italia deve annegare nelle sue lacrime?