5 STELLE E STRISCE

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Il M5S ha scelto gli Stati Uniti. Il viaggio di Di Maio a Washington, per l’accreditamento con la superpotenza, non lascia adito a dubbi. Più perniciosi degli incontri al Dipartimento di Stato sono state però le dichiarazioni del candidato Premier di Grillo e quelle del responsabile del programma di politica estera dei pentastelluti, Manlio di Stefano. Entrambi hanno affermato che per l’Italia gli Usa sono il primo partner strategico e che la Penisola non intende mettere in discussione né la sua adesione alla Nato né gli accordi di permanenza delle basi americane sul suolo nazionale. Di Stefano si è micragnosamente aggrappato ai contratti sottoscritti dalle parti per giustificare la sua posizione. Un modo davvero vile di abdicare alle proprie responsabilità, in una fase in cui i rapporti di forza mondiali sono in forte rivisitazione per l’emergere di concorrenti degli Usa. Insomma, una resa incondizionata allo straniero, che occupa il Belpaese dalla fine della II guerra mondiale. Pacta sunt servanda ma se non c’è rispetto delle esigenze di tutti i contraenti è più che legittimo far decadere i patti. E’ tutta qui la forza riformatrice del partito di Grillo? Quella del duo Di Maio-Di Stefano è una visione davvero grama della geopolitica mondiale che definire conservatrice è persino poco. Si tratta di un approccio reazionario ai problemi globali mentre si appresta un’epoca di grandi mutamenti che rimette in discussione i vecchi equilibri planetari, quasi ovunque ma, evidentemente , non in Italia. Davvero strano che un partito come quello di Grillo, che pretende a piè sospinto rivoluzionare tutti i campi dell’esistenza umana (prendendo molte cantonate antiscientifiche) e della cultura nostrana, si dimostri così attaccato all’esistente sui temi cruciali della politica estera. A dir la verità, tra i 5 stelle ci sono anche correnti filo-russe, come quella di Petrocelli, ma mi pare che queste siano già state messe in minoranza. Mi auguro di sbagliare. La scelta di Di Maio Premier ha però effettivamente costituito un punto di svolta nell’agenda del partito, ormai accodatosi alla causa americana. Tuttavia, il multipolarismo costituisce il vero banco di prova del processo storico che stiamo vivendo e dobbiamo giudicare le varie compagini politiche soprattutto su questo argomento. Chi ostacola la Storia su questa prospettiva è sicuramente un nemico dell’Italia futura. Ciò non toglie che il M5S giochi oggettivamente, in questa convulsa congiuntura, un ruolo di disturbo di piani ancora più ferali, quelli dell’alleanza Renzi-Berlusconi, che rappresenta il peggio che ci potesse capitare, in quanto v’è certezza che l’obiettivo di quest’ultima sia esclusivamente di costituire un partito della nazione disponibile a servire qualsiasi gruppo sarà al comando negli Usa, anche a costo di distruggere l’Italia.