PERCHÉ NO!

gianfranco

 

 

Intendo ribadire le ragioni del mio NO, dopo esitazioni in favore dell’astensione; certamente mai ho pensato al SI, un errore clamoroso o un consapevole appoggio a quanto di più sporco e corrotto è mai esistito nel panorama politico italiano. Perché l’ultimo governo, di uno che si è inchinato come pochi altri agli Usa di Obama e Clinton, è il peggiore che mai si potesse anche solo fantasticare. Gli è andata male con la vittoria di Trump negli Usa, ma si può essere sicuri che, se avesse vinto il SI, si sarebbe riciclato e ri-venduto senza la benché minima dignità. Chi ha siglato il SI ha scelto, consapevole o inconsapevole che fosse, di approvare l’accentramento delle decisioni nelle mani di un rappresentante di interessi stranieri e di quelli dei “cotonieri” qui da noi; cioè di industriali sempre stati servi ancor più di quanto lo fossero i proprietari di piantagioni di cotone negli USA, legati agli inglesi, prima di essere schiantati e spazzati via nel 1861-65 dal nord statunitense industriale, evento che condusse alla crescita della più grande potenza mondiale da ormai un buon secolo o giù di lì.

Non so cosa pensare di chi ha la spudoratezza di sostenere ancora adesso che il NO ha dimostrato il “conservatorismo” della popolazione italiana. In realtà, ha prevalso il SI presso i vecchi rimbambiti e timorosi dei discorsi fasulli sull’instabilità se avesse vinto il NO. Discorsi che fanno il paio con quelli circa i presunti disastri se avesse vinto la “brexit” in Gran Bretagna, discorsi dimostratisi puro terrorismo di chi voleva continuare a dominare con i vecchi metodi, proprio tipici del più bieco conservatorismo, tesi non a caso a ritardare (e forse fra un po’ annullare) l’uscita della Gran Bretagna dalla UE. Così pure qui da noi. L’agitazione sullo spread crescente – già usata in passato per sostituire Berlusconi con Monti – ha mostrato la corda; e così pure la canea montata intorno alle otto banche italiane che sarebbero fallite. Già solo questa vergognosa campagna intimidatoria avrebbe dovuto indurre a respingere il SI coloro che non se la facessero sotto al primo grido d’allarme di poteri detti forti mentre sono in completo affanno. Chi ha votato SI ha portato, in buona o mala fede, aiuto a questi ultimi nei loro conati antinazionali.

C’è un dato molto chiaro che dimostra dove stanno i conservatori. Tra i 18 e i 35 anni (i giovani e giovanissimi) hanno votato NO per quattro quinti. Tra i 35 e i 54 ancora nettissima prevalenza del NO. Solo sopra i 54, ha vinto di stretta misura il SI. Se avessero disaggregato questo dato, si sarebbe constatato che il NO ha vinto, anche se per poco, tra i 54 e i 65 anni. Solo i più vecchi e malfermi hanno dato una certa prevalenza al SI. Qui stanno i conservatori; i giovani aperti al futuro hanno capito che razza di fossilizzazione autoritaria fosse implicita nel governo Renzi, governo di sudditi sdraiati di fronte ai poteri più antiquati oggi esistenti: quelli che risiedono nei settori del partito democratico statunitense e quelli dei “cotonieri” in questo disgraziato paese. E farò un’altra piccola notazione. La maggioranza dei voti per il SI è arrivata dai ceti ormai stabilmente arricchitisi negli anni buoni dello sviluppo italiano. Altri, un po’ sciocchi, nemmeno si sono accorti che una vittoria del SI avrebbe aperto la strada alle peggiori misure di questo infame governo appena caduto. Fra queste, solo come piccolo esempio, cito la quasi sicura approvazione di quanto richiede un mediocre economista alla guida dell’INPS: togliere soldi ai pensionati con più di 1800 (o 2000) euro mensili lordi. Con la scusa di miseri appannaggi da attribuire alle pensioni più basse; in realtà per pagare politicanti e manager pubblici, incapaci e solo proni al potere del piccolo ducetto toscano, nonché per dare “qualche soldo” all’esercito dei migranti, tra i quali assoldare in futuro bande di violenti e inferociti, usate per mantenere il potere di coloro che hanno tuttora l’intenzione di svendere il nostro paese.

Non sono così ingenuo da pensare che il NO impedisca veramente il gioco sporco di coloro che già ora sono all’opera per tentare di rimediare all’ostacolo frapposto da una chiara manifestazione di malcontento generalizzato; perché questo è stato il NO (vittorioso a man bassa tra i più giovani, in continua occupazione precaria e condizioni di vita difficilissime, spesso ancora costretti a chiedere l’aiuto dei genitori e perfino dei nonni). Basta con le miserabili accuse di conservatorismo, cari votanti SI, che volete solo imbrogliare le carte e giustificare il vostro autentico atteggiamento conservatore e servile intenzionato a svendere il paese per i vostri interessi. Il gioco svoltosi subito dopo lo stordimento provato da chi pensava di vincere – passando all’incasso delle briciole mentre il grosso passava in altre mani fuori dall’Italia – ricorda quello che si sta svolgendo in Inghilterra, dove gli imbroglioni, soprattutto di “sinistra” e con l’appoggio di forti gruppi fra i conservatori, continuano a ripetere: “si deve rispettare il voto democratico, ma bisogna pensare attentamente e senza fretta a come non guastare troppo i nostri rapporti con la UE”. Questa la “democrazia” in atto nei nostri paesi servi degli Usa da settant’anni. Ed è a questi infami che è stato dato il SI.

Qui in Italia si è subito messo in moto il fronte del conservatorismo più bieco e, appunto, servile. Questo fronte è da sempre costituito dall’“antagonismo antitetico-polare” tra piddini (oggi soprattutto quelli facenti capo a Renzi; gli altri semplicemente scalpitano perché sono stati sostituiti dai “padroni” americani e le loro mosse, compreso il NO, sono tese a ricevere almeno qualche piccolo compenso) e i berluscones. Renzi ha cominciato con l’affermare che non accettava reincarichi e che si dovrebbe andare velocemente ad elezioni. Nello stesso tempo veniva “consigliato” al presdelarep di respingere una simile fretta. Il Pd ha ribadito la preferenza per elezioni vicine, ma ha affermato di rispettare immensamente il presidente per cui avrebbe accettato le sue decisioni, che hanno infatti dato la preferenza al rinvio sine die del sedicente voto popolare. Anche Forza Italia ha sostenuto che, prima di andare a votare, bisogna risolvere la questione della legge elettorale. Hanno affermato che probabilmente si sarebbe arrivati all’autunno; e inoltrato, si è parlato addirittura di novembre. In definitiva, tutto verrebbe rinviato alla primavera del ’18, cioè alla scadenza della legislatura.

Magari, chissà, potrebbero verificarsi per allora nuove contingenze impreviste e tali da esigere ulteriori attese; sempre per consentire al popolo di votare “democraticamente” nelle migliori condizioni possibili, senza essere turbato da vicende che danneggiano la “democrazia”. E’ infatti evidente, per gli “amareggiati” da una sconfitta tanto cocente, che negli ultimi tempi qualcosa di imprevisto deve essere accaduto per far vincere così nettamente il NO e con un afflusso di votanti decisamente alto. Non vi è dubbio che il popolo, la cui psiche è labile e un po’ simile a quella dei bambini, è stato frastornato da qualcosa di “occasionale”. Per farlo tornare in sé, cioè ad un grado di maturazione “più avanzato”, è necessario fargli meglio capire i pericoli di peggioramento delle sue condizioni di vita se infine non raggiunge una reale consapevolezza “democratica”, quella che “ovviamente” dà ragione al “superiore” trio sopra indicato: piddini (in specie renziani), berluscones (loro complici) e presdelarep, suprema guida e prudente consigliere (di consigli suggeritigli).

I reali oppositori, quelli che credo abbiano effettivo desiderio di andare a votare al più presto, sono i soliti ben noti. Tuttavia, tutti presi da calcoli elettoralistici, essi non hanno coraggio né forza di mandare tutto all’aria, di cominciare a chiamare la maggioranza votante NO a energiche manifestazioni di malcontento e di sempre più forte rifiuto sia delle forze attualmente maggioritarie in Parlamento che dei loro complici forzaitalioti. Dovremo assistere perciò per chissà quanto tempo alle pantomime (“democratiche”) di questi giorni. La situazione di gran parte della popolazione peggiorerà effettivamente. E’ del tutto evidente che il NO al referendum dovrebbe trasformarsi in un NO ben urlato in faccia a tutti questi imbroglioni. Un No non più espresso con “gita domenicale” alle urne, ma in modi un po’ meno urbani. Per il momento, tuttavia, si continuerà a dormire, a pensare alle elezioni, con ciò favorendo tutte le manovre delle “bande dei falsari”.

Arrivati a questo punto e con le azioni che stanno compiendo questi grandi amanti della “democrazia”, sempre meno capisco coloro che, pur essendo contrari a detti falsari, hanno votato SI. L’astensione era comprensibile di fronte al disgusto per l’intera situazione. Tuttavia, bisognava dire NO allo schieramento di coloro che ci stanno prendendo in giro, fingendosi rispettosi della “democrazia” (lo ripeto, in modo del tutto simile a quanto sta accadendo con la “brexit” in Inghilterra). Errare è umano…, ma mi auguro che chi, pur essendo un critico di questo assetto politico, ha votato SI non voglia perseverare in atteggiamenti oggettivamente favorevoli agli abietti che pretendono di continuare a governarci e a prenderci in giro.