RIFLESSIONI SUI ‘COMUNISTI’ AL GOVERNO… Di A. Berlendis

Un tempo era scontata ma oggi è opportuno precisare che negli esempi qui sotto, tratterò gli individui come marxiane ‘maschere di carattere’,cioè come rappresentanti emblematici di orientamenti e comportamenti socialmente diffusi nel ceto politico attuale, nel caso specifico, come agenti politici che nello svolgimento della loro funzione che personificano una data tendenza.
 
1. Quest’estate prima di un dietrofront poco onorevole ,l’onorevole Caruso aveva imputato dei fenomeni sociali (precarietà e morti sul lavoro) ad intestatari di leggi.   Egli ha perfettamente rappresentato tutti coloro che non hanno assimilato “L’affermazione marxiana che non i rapporti materiali di potere nascono dalla legge,ma la legge nasce dai rapporti materiali di potere nella società…” P. Ichino ‘ La concezione del diritto nelle opere giovanili di Marx’ in Problemi del socialismo pg 1173.
La personalizzazione di un fenomeno implica l’incapacità di coglierne le determinanti strutturali e l’antiberlusconismo quale malattia senile della sinistra ne è stata la massima espressione . 
Perché è invece proprio all’analisi di quei ‘rapporti materiali di potere nella società’ che occorre dedicarsi per comprendere, i particolari campi di possibilità entro cui gli individui (come singoli o associati) si trovano ad agire e da cui vengono determinati (nel senso esser presi entro strutture impersonali, e non essere prodotti dall’esclusiva volontà soggettiva).
 
2. Tra un evento mondano e l’altro , Bertinotti ricerca, con ampio sguardo prospettico che va dai ‘borghesi buoni’ alle ‘opevaie ed agli opevai’, vie ‘alternative per il socialismo’ . Lo fa saltando l’esperienza del novecento per tornare a Marx. Ma non si è accorto che Marx gli aveva già fatto il ritratto quando affermava che “è abbagliato dalla magnificenza della grande borghesia e simpatizza con le miserie del popolo. Interiormente si lusinga di essere imparziale e di aver trovato il giusto equilibrio, che—egli pretende—è qualcosa di diverso dalla mediocrità. Un piccolo borghese di questo tipo divinizza la contraddizione, perché la contraddizione è la base della sua esistenza. Egli stesso non è altroché una contraddizione sociale in atto. Egli deve giustificare in teoria ciò che è in pratica….” (Marx ‘Miseria della filosofia’)
La enunciazioni ‘teoriche’ attraverso i salti ,servono al Nostro, non solo ad avere successo nei talk-show ed all’intrattenimento nelle serate mondane. Servono soprattutto a legittimare a priori o a posteriori qualsiasi scelta politica si intenda sostenere, passando con disinvoltura da una linea politica all’altra senza praticare vero bilancio storico, ma mediante rimozioni a catena. E sì che per chi vuole addirittura mantenere la denominazione ‘comunista’ , un’analisi critica dell’esperienza comunista novecentesca avrebbe dovuto esser d’obbligo.
3. La sacerdotessa dell’oligarchia intellettuale di sinistra, Rossana Rossanda a proposito della manifestazione del 20 ottobre sostiene che ‘il governo dovrebbe ringraziarci per offrirgli l’occasione di saggiare consensi e inquietudini di una parte consistente della società civile che lo ha votato. (Manifesto 8 settembre 2007). Si è probabilmente dimenticata di aver suo tempo scritto una prefazione alla biografia di Rosa Luxemburg, la quale in proposito sosteneva che “nel parlamento i socialisti entrano per combattere il dominio borghese, nel governo borghese per farsi carico degli atti di questo dominio di classe. Secondo, risulta del tutto utopico pensare che un dicastero del governo possa attuare una politica borghese e un altro una politica socialista, nel quadro di una politica che intende conquistare gradualmente, dicastero per dicastero, il potere centrale a favore della classe operaia.” (In ‘La crisi socialista in Francia.Il caso Millerand e i partiti socialisti. 1900)
Ma forse all’intellettuale di sinistra non è più manifesta non solo l’analisi strutturale delle azioni degli agenti politici, ma nemmeno l’insegnamento mirabilmente tratto da Hannah Arendt dall’accettazione dell’ascesa e della permanenza del nazismo : “Lungi dal proteggerci dai mali maggiori, i mali minori ci hanno invariabilmente condotti ai primi.”
 
4. Anche dopo aver sollecitamente scoperto che quello afgano è un area di guerra (cui l’Italia partecipa come paese occupante, servilmente prono agli USA tramite la Nato) il segretario del Prc Giordano tuona “Sull’Afghanistan ci siamo comportati correttamente.” (www.corriere.it 27 settembre 2007). Cioè anziché produrre azioni concrete contro questo governo (leggasi : minimo,ma veramente minimo ,ritirargli la fiducia) sfileranno con animo puro e gi-ulivo per la pace nel mondo. Anche se al momento (dato il quadro attuale) appare scarsamente probabile la rivoluzione contro il capitale, rimangono a proposito del pacifismo ineccepibili le sferzanti parole leninane :
Uno dei mezzi per gabbare la classe operaia è il pacifismo e la predicazione astratta della pace. In regime capitalistico, particolarmente nella fase imperialistica, le guerre sono inevitabili. […] Nel momento presente, la propaganda per la pace, non accompagnata dall’appello alle azioni rivoluzionarie delle masse, può soltanto seminare delle illusioni, corrompere il proletariato inculcandogli la fiducia nell’umanitarismo della borghesia e farne un balocco nelle mani della diplomazia segreta dei paesi belligeranti.
In particolare, l’idea che la cosiddetta pace democratica sia possibile senza una serie di rivoluzioni, è profondamente errata.
Il marxismo non è pacifismo.” Lenin ‘Il socialismo e la guerra’
 
5. Per loro vale ciò che scriveva Fortebraccio al suo esordio sull’Unità il 12 dicembre 1967 : “Domenica l’on. Bonomi [Caruso,Bertinotti e similari-Nota mia] ha parlato a Firenze ,ed è stato, sia detto fra parentesi, un bel sollievo per le altre città.”
 
Ma il punto rilevante è che in nessuno dei quattro di cui sopra ha dato ascolto ai consigli teorici di una fonte autorevole, secondo la quale i rivoluzionari devono sempre, per essere tali,
 “Ragionare freddamente, ‘valutare con rigorosa obiettività le forze di classe ed i loro rapporti reciproci in ogni azione politica’ : questo appello alla ragione, questa visione lucida ed appassionata, della rivoluzione come ‘scienza difficile e complessa’, non hanno perso, a cinquantanni di distanza, nulla del loro fascino e della loro attualità.” Giorgio Napolitano Prefazione a Lenin ‘Rivoluzione in occidente e infantilismo di sinistra’ Editori Riuniti 1971 pg XIX-XX.
 
Comprendiamo allora il pizzico di verità dello slogan che sentenziava ‘Lunga vita al presidente’ … (anche se era Mao ! ).