Sempre colpa dei 5 stelle?

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Ai 5 stelle non perdonano le sciocchezze dette, per far passare in secondo piano quelle fatte da tutti gli altri partiti che in questi anni sono stati al governo. I giornali si scagliano contro Di Maio per aver annunciato di voler mettere mano alle pensioni che superano i 2500 euro mensili. Si tratta di una minchiata ingiustificata, perché i percepitori hanno pagato i contributi per accedere a tali diritti, ma non possiamo dimenticare gli errori del passato, le numerose contro-riforme pensionistiche degli ultimi 25 anni, da Amato a Dini, a Prodi fino all’ultimo tragico intervento della professoressa Fornero che ha causato la piaga di migliaia di esodati, oltre all’ennesimo innalzamento dell’età pensionabile. Tutti gli esperti appena citati, dotati di lauree e di onorificenze varie, hanno dimostrato di non sapere fare i conti, di aver peggiorato le condizioni di vita della gente e di aver tenuto conto esclusivamente di interessi internazionali contrari al benessere generale. Andrebbero perseguitati e mandati al confino ma per la Stampa di regime è più grave la baggianata proferita dall’incauto Di Maio di quanto messo in atto dagli illustri cialtroni titolati che, di volta in volta, hanno rovinato il sistema previdenziale italiano. Inoltre, Di Maio ha annunciato che in un eventuale (ma improbabile) referendum sull’Euro lui ed il suo partito voterebbero per l’uscita dalla moneta unica. Apriti cielo. I tromboni di regime hanno immediatamente replicato che sarebbe la tragedia, la rovina dell’Italia, con dimezzamento degli stipendi, delle pensioni, con la dissoluzione degli ammortizzatori sociali, del tessuto produttivo, l’incremento del debito, la fuga dei capitali ecc. ecc.. Ovvero, di tutto quanto è già avvenuto da quando lorsignori si sono messi nella fauci dell’Ue (protettorato Usa a guida franco-tedesca) senza colpo ferire. Non c’è limite al disonore e alla disgrazia in cui questi lestofanti antinazionali ci hanno immersi. In ogni caso, fuori dall’euro c’è vita, come Londra dimostra e come testimoniano gli altri membri comunitari che non hanno mai rinunciato al loro conio, pur essendo entrati a far parte della giostra europea. C’è da ammettere che non basta uscire dall’euro per risollevarsi dalle italiche sventure. La sovranità monetaria è un trastullo per finti rivoluzionari o un rovello per tecnici cervellotici esclusi dal giro, i quali tentano di rifarsi accreditandosi tra i contestatori. Il signoraggio è teoresi vecchia e decrepita che non spiega nulla della complessità economica e finanziaria odierna, e men che meno ci illumina sui rapporti di forza (geo)politici che si snodano dietro la superficie del mercatismo. Per questi motivi è inutile farsi trascinare troppo sul terreno economicistico che non ci avvicina di un millimetro ai veri obiettivi della fase. I nostri nemici sono gli Usa, l’Ue e i gruppi interni collegati a questi establishment esteri che ci sottomettono politicamente, economicamente e socialmente. Di fronte a tale immane sfida noi parliamo (solo) di euro?