SOLIDARIETA’ MA ALLARGANDO IL DISCORSO, di GLG

gianfranco

Indubbiamente, la figlia di Borsellino ha tutte le ragioni di sostenere quanto qui leggiamo e ad essa deve andare tutta la nostra solidarietà, assieme ad una considerazione sempre più bassa di questa magistratura. Non tanto di singoli magistrati perché sono convinto che ce ne siano moltissimi, probabilmente la maggioranza, che nulla hanno a che vedere con le aspre ma giuste affermazioni della Borsellino. Tuttavia, dobbiamo anche ricordare altri fatti incresciosi.
Primo fra tutti proprio “mani pulite”, operazione che si è voluta onorare al massimo grado ai funerali del procuratore capo di quel gruppo di magistrati. E anche in tal caso, sia chiaro che – a parte uno di quei magistrati, sulle cui specifiche funzioni in quell’occasione nutro molti sospetti – non credo che detti magistrati abbiano agito in malafede e soprattutto ponendo in opera delle scelte, non a caso definite “colpo di Stato” dai figli di Craxi; forse esagerando un po’, ma non poi troppo. In realtà, resto convinto che quei magistrati hanno avuto semplicemente il via libera e a loro sono stati forniti ampi indizi da parte di dati gruppi politici ed economici, italiani e stranieri; in primo luogo ambienti statunitensi che usarono ampiamente un mafioso sedicente “pentito”, Buscetta, secondo il ben consolidato ruolo sempre svolto da tale nostra organizzazione criminale in favore degli USA (ricordiamo almeno lo sbarco in Sicilia delle truppe di questo paese nel 1943).
Dalla fine della guerra, l’Italia è sempre appartenuta al “campo occidentale” centrato sugli USA; nel 1947, dopo che a gennaio De Gasperi andò a prendere ordini a Washington, venne buttato fuori dal governo di sedicente “unità nazionale” il Pci. Ciò consolidò un ben preciso regime, poi indubbiamente vincente alle votazioni del 18 aprile 1948. Con il 1963 (primo governo di centro-sinistra presieduto da Moro e basato sul ruolo fondamentale di Dc e Psi) si stabilizzò ulteriormente la posizione dell’Italia in subalternità rispetto agli Stati Uniti. Il centro-sinistra divenne ulteriormente robusto con l’ascesa di Craxi (statista di rilievo) alla direzione del Psi nel 1976. E’ indubbio, tuttavia, che il governo di centro-sinistra si permetteva a volte qualche “sgarbo” verso i predominanti “centrali” e i loro prediletti “alleati” israeliani, che tenevano sotto controllo il Medioriente; non scordiamoci che nel 1973 costoro abbatterono sopra Mestre l’aereo militare “Argo 16”, tanto per darci un chiaro avvertimento di tenere ben lontani i palestinesi di Arafat. Ovviamente il tutto è stato fatto passare per incidente e ancora oggi mai si è chiarito con nettezza e condannato quel crimine costato la vita a nostri connazionali. Altri “sgarbi” italiani (non tanti) vi furono; e ricorderò il ben noto episodio di “Sigonella”, gestito proprio da un deciso Craxi.
Nel frattempo, però, a partire dall’inizio anni ’70 (anzi direi dal 1969 all’incirca) si andò attuando – con tutta la cautela e mascheramento del caso, per non farsi abbandonare dalla “base” ancora largamente operaia – lo spostamento del Pci verso gli USA (e la Nato), con poi il “caso Moro” (1978) e il concomitante viaggio oltre atlantico di quello che fu definito da Kissinger “il mio comunista preferito”. Non si poteva ovviamente però creare una crisi di forte “trapasso” politico in Italia nel mentre sussisteva il sistema “bipolare”. Alla fine, per merito di uno “sfasciatore” come Gorbaciov, si dissolse nel 1989 il “campo socialista” e nel 1991 l’Urss. Andreotti fu “inspiegabilmente” cupo in quel periodo e non era evidentemente contento del “crollo del muro”. Craxi, altrettanto inspiegabilmente (e stavolta senza virgolette) esultò. Possibile che non abbia capito cosa si stava preparando? Forse si sentiva garantito da qualche “ambiente” (USA?) che poi invece mancò all’appello?
Comunque si poté dar via libera all’operazione giudiziaria che liquidò la “prima Repubblica” perseguendo soprattutto democristiani e socialisti (nessuno ricorda che, su oltre cento indagati e colpevolizzati, la stragrande maggioranza fu assolta; ad alcuni, ad es. l’ex Ministro Formica, processato per 14 anni, fu annientata la carriera politica ma anche fortemente “disturbata” la vita). La magistrata Parenti ingenuamente pensò che “mani pulite” valesse per tutti, anche per il “fu Pci” (divenuto Pds); e le fu tolto ogni incarico. Perché l’operazione – per scelta di coloro che usarono la magistratura come semplice strumento; e ribadisco che quei magistrati, salvo forse uno, probabilmente pensarono di fare solo il loro dovere – era stata decisa in “altro (e alto) loco” per creare un nuovo regime, formato dai post-piciisti e dai post-“sinistri” diccì, molto ma molto più sdraiato davanti all’ormai strapotere degli Stati Uniti, unica superpotenza rimasta. L’operazione non fu del tutto ben pensata, ma soprattutto pessimamente condotta dai post-piciisti, di una inettitudine politica incredibile. Fu obbligato a mettersi in campo Berlusconi. Anche questo è dimenticato: costui fu minacciato di rovina economica da uno sciocco pidiessino e tentò in tutti i modi di appoggiare un rappresentante politico, credendo per un momento di averlo trovato in Mario Segni dopo il patto tra costui e Maroni, durato “l’espace d’un matin”. In definitiva, è avvenuto ciò che ormai viviamo – una vera disgrazia – da un quarto di secolo ormai.
Ho voluto ricordare tutto questo, pur assai sinteticamente (ma ne abbiamo parlato non so quante volte), perché alla dovuta solidarietà nei confronti della figlia del magistrato Borsellino, più che giustamente indignata di fronte all’incredibile comportamento di una parte della magistratura (numericamente senz’altro minoritaria ma in posizioni di dirigenza), deve seguire la precisazione del ruolo svolto più di una volta dall’apparato giudiziario. E non si pensi sempre che si sia trattato di scorretto (e certamente “non legittimo”) comportamento di magistrati poco affidabili nella loro lotta alla mafia e altre consorterie simili. Dietro ci sta sicuramente qualche grave manovra, svolta dai soliti ambienti predominanti (italiani e stranieri, in specie americani), di cui la “criminalità” è puro strumento (come lo fu nell’assassinio di Enrico Mattei). Si vuol infine capire che non esiste potere senza una criminalità da combattere? E che è sempre strumento delle manipolazioni di questo potere, ma nel contempo il suo sostegno fondamentale; perché solo agendo contro di essa per la sicurezza dei cittadini, il potere si fa ben volere da questi ultimi e ne ottiene la fiducia.
Dove può mai esistere, ingenui che non siete altro, un potere che non abbia un “nemico” da combattere? O è quello esterno – nelle varie guerre che si combattono – o altrimenti deve sussistere all’interno. Anche certo “terrorismo” – che sia quello islamico o invece anarco-insurrezionalista o di qualsiasi altra origine e insorgenza – deve manifestarsi, con maggiore o minore vigore a seconda del bisogno, per essere combattuto e a volte represso nel sangue. Sia chiaro, non mi si fraintenda: esistono i criminali ed esiste il terrorismo o altra insorgenza pericolosa. Chi sta da quella parte, lo è perché ha fatto veramente quella scelta e su questa (o PER questa, quando si tratta di ideologie e forti credenze) ci campa. Tuttavia, non sarà mai veramente annientato dal potere perché altrimenti questo si trova sbandato, senza scopo. E in certi casi, soprattutto quando dati poteri sono in contrasto con altri per la supremazia, certa criminalità o certo terrorismo viene alimentato da alcuni di questi. Così come hanno fatto gli USA (quelli da me detti n. 1) finanziando, magari tramite paesi-satellite, Al Qaeda e l’Isis; e organizzando pure le sceneggiate di vittoria su queste organizzazioni del tipo dell’uccisione di Bin Laden, ecc. ecc.
Insomma avete capito. Mi sono allontanato dal punto di partenza, ho ampiamente dirottato. Torno però al punto di partenza. Bene ha fatto la Borsellino ad indignarsi e noi stiamo sicuramente dalla sua parte. Nel contempo, alziamo le orecchie. Si sta forse preparando qualche altra “mani pulite”. Sarà più difficile e non otterrà magari il successo della prima. Certi “poteri” (un tempo detti “forti”; e non solo italiani) sono assai preoccupati. I cosiddetti populisti sono a mio avviso ancora delle “mezze misure” (e anche meno), troppo condizionate e con scarsa capacità di penetrare nei veri “fortini” del “nemico”: il settore culturale, i mezzi di informazione, i Servizi, tutti ancora in mano a quest’ultimo, a quella che definisco “infezione”. Si continua a parlare inoltre di “destra” e “sinistra”. Ma tale distinzione non corrisponde più per nulla a quella storicamente rilevante per oltre un secolo. Piddini e forzaitalioti (la maggioranza di questi ultimi, quella ancora rincretinita dal “nano d’Arcore”) sono differenti eppur afferenti allo stesso marcio establishment europeo (e USA-Nato), che ha dominato fino a due-tre anni fa e che adesso traballa.
In ogni caso, si sta preparando una nuova stagione d’uso della magistratura quale strumento di un dato potere. Nel 1992-93 fu usata per abbattere uno schieramento dominante da decenni, ma per sostituirlo con uno ancora più servo dell’unico predominante rimasto dopo il crollo del bipolarismo. Adesso c’è la crescita del multipolarismo e una certa debolezza dei vecchi dominanti; sia nel paese ancora predominante (ovviamente gli USA) e sia nei suoi servi della UE. Questi, in Italia, vorrebbero di nuovo chiamare la magistratura (ripeto: una sua minoranza, ma agguerrita) per annientare il pericolo avversario; poiché al momento la “democrazia dell’urna” li sta sfavorendo. E non mi sembrano avere idee per la testa; salvo appunto il controllo di importanti apparati, che i loro avversari non hanno proprio la forza di portare sotto la loro influenza. E’ tutto sommato un “conflitto tra pigmei”, ma che occupano tutto il campo al momento disponibile. Per il momento mi fermo qui. Salutamme!