I PIANI AMERICANI

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potrebbe anche essere che l’accusa del complotto non sia del tutto corretta nella indicazione che ne dà una delle parti in conflitto. Nessuno ha la prerogativa della oggettiva valutazione degli avvenimenti, che è sempre guidata dagli interessi (antagonisti come in questo caso) in gioco. Quello che è nelle mie valutazioni e convinzioni sugli attuali eventi è che indubbiamente Guaidò è un semplice sicario della strategia degli Usa n. 2 (establishment rappresentatosi in Trump), che punta ad una nuova completa solidità del predominio del paese sul “cortile di casa”. Infatti, si parla pure di un nuovo “interessamento” a Cuba e Nicaragua. Inoltre si appoggia nuovamente al 100% Israele (ma vedremo come l’attuale assetto del paese resisterà agli “scombussolamenti” in corso) quale “guardiano” in Medioriente; con anche la netta contrapposizione all’Iran e l’appoggio rinnovato e pieno all’Arabia Saudita (sul Qatar l’atteggiamento sembra meno charo, ma è una situazione di fatto incerta). Il precedente establishment aveva invece tentato di creare una situazione di grande instabilità, annientamento della Libia gheddafiana (che non era poi così favorevole all’Islam e non appoggiava nemmeno tanto i palestinesi) e analogo tentativo con la Siria di Assad. Inoltre, ammorbidimento verso l’Iran, ma solo per giocare meglio la partita di un acutizzarsi del contrasto tra sciiti e sunniti; anche il fallito colpo di Stato contro Erdogan, su cui però le motivazioni e la “provenienza” organizzativa suscitano perplessità, sembra rientrare comunque in questa nuova situazione venutasi a creare. Non sembra tuttavia che il presidente turco si sia ammorbidito verso la nuova Amministrazione statunitense. In ogni caso, vi era contrasto netto tra governo israeliano e Obama, mentre adesso sembra esservi nuova piena sintonia (in Israele vi è però crisi interna e vedremo come andranno le elezioni). La soluzione del conflitto tra i “due” Usa oggi esistenti (se vi sarà anche al di là di eventuali mutamenti delle rispettive leadership) sarà importante per il mondo “occidentale”. In questo momento, il gruppo “egemone” per tanti anni nella UE – che in Italia si esprime nella complicità (pur competitiva) tra PD e Forza Italia, entrambi per il momento in forti difficoltà – appoggia in pieno gli antitrumpiani mentre i sedicenti populisti, in testa la Lega, stanno puntando senza riserve su Trump; con Bannon che “sembra” aver rotto con quest’ultimo, ma in realtà è il vero “amministratore” dei rapporti tra lui e i suddetti “populisti” ed è infatti ostile all’accordo tra Italia e Cina, con la Lega (e Fd’I) che tengono bordone. La Russia da qualche tempo appare più defilata, ma si spera stia lavorando sulle contraddizioni apertesi tra i vari protagonisti dello scontro piuttosto acuto insorto all’interno dello schieramento “atlantico”. Seguiamo attentamente, la situazione è sempre più tipica del multipolarismo, con il caos che esso inevitabilmente provoca.