L’irrilevanza italiana nel contesto internazionale di A. Terrenzio

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L’incursione della gendarmeria francese a Bardonecchia, in una sede della Ong Rainbow4Africa, rappresenta probabilmente l’ultima umiliazione ricevuta dal Governo Gentilioni.

In questo atto di tracontanza e palese violazione della sovranita’ territoriale della Penisola, emerge il desolante quadro un Paese che ha perso qualsiasi autorita’, persino all’interno dei propri confini. Oramai siamo percepiti come terra di nessuno se i nostri malfidati cugini transalpini si permettono impunemente di attuare operazioni di sicurezza sul nostro territorio.

Irrisorie le proteste diplomatiche di richiamo dell’Ambasciatore francese. Macron non si e’  nemmeno scusato.

Il precedente arresto di Sarkozy per i finanziamenti ricevuti da Gheddafi, oltre 5 milioni di Euro per finanziare la sua campagna elettorale, hanno scoperchiato il vaso di Pandora dietro gli attacchi della Francia alla Libia.

Gli obiettivi erano evidenti sin da principio. Rilanciare la Francia sul piano geopolitico nel teatro nordafricano ed espellere l’Italia a “calci negli stinchi” come titola il Sole24, con un pezzo di Alberto Negri.

Appropriarsi del petrolio libico ed estromettere l’Eni con la forza, destabilizzando e bombardando la Libia, erano i veri obiettivi del Presindente francese.

Ovviamente in Francia, il caso giudiziario che ha coinvolto Sarkozy, assume solo contorni scandalistici relativi all’illegalità del finanziamento del Rais, non di certo per aver  distrutto il Paese col più alto Pil del continente africano e aver destabilizzato l’Italia, creando un disastro migratorio di dimensioni colossali.

Complici dell’operazione, il peggior PdR di tutti i tempi, Re Giorgio, che si piegò ai voleri francesi e offrì l’operatività delle basi italiane.

Come se non bastasse, l’Italia ridotta alla marginalità internazionale, presa a schiaffi anche da Erdogan, dopo che la Saipem 12000 e’ stata allontanata e dissuasa dalle sue attivita’, nelle acque a largo di Cipro, rivendicate dal leader turco.

Giova ricordare, che dall’Europa, nessuno ci è venuto in aiuto o ha contestato l’azione della Turchia.

In piu’ il caso Skripal, l’agente russo avvelenato col polonio, per il quale è stato accusato immediatamente Vladimir Putin, senza uno straccio prova. La May, in seguito, si e’ scusata per la gaffe diplomatica ed il MdE Boris Jonsohn ha goffamente tentato di cacellare il tweet di accusa verso le autorità russe.

Il Presidente uscente Gentiloni, si e’ accodato per inerzia alle direttive altlantiste e ha espulso 2 diplomatici russi. Ultimo atto di un governo servile e senza alcuna dignita’.

Questo breve elenco di eventi e’ sufficiente a evidenziare lo stato di irrilevanza in cui e’ precipitata l’Italia con la complicita’ della nostra classe politica.

A complicare maledettamente il quadro c’e’ l’ingovernabilità del nostro Paese con le schermaglie tra Lega e M5S per raggiungere la formazione di un esecutivo.

Di Maio ha svelato il bluff e ha abdicato alla alla Nato ed ha assicurato l‘Ue che non ci saranno strappi dell’Italia. In piu’ flirta col PD e respinge gli inviti di Matteo Salvini a mettere da parte i veti per arrivare ad un accordo.

La situazione è quanto mai caotica e confusa e di ciò sembrano approfittarne i nostri concorrenti, con la Francia in particolare decisa a depredarci sia economicamente (gli acquisti francesi delle aziende Italiane ammontano ad oltre 100 miliardi di Euro), sia militarmente e strategicamente in Africa.

Dobbiamo assolutamente uscire da questa “impasse”, prima che sia troppo tardi, e difenderci col coltello in mezzo ai denti, da competitors e nemici vari, che stanno alzando il livello di scontro, pronti a farsi largo con la forza e la prepotenza.

Una questione mai menzionata dai nostri politici, Salvini e Di Maio inclusi, è il prezzo della nostra partecipazione all’alleanza atlantica.

Siamo il paese che ospita il maggior numero di basi statunitensi, con il maggior numero di ordigni nucleari, 20 nella base di Ghedi e 50 ad Aviano. Se proprio dobbiamo aspettare che i tempi maturino per uscire dalla Nato, che almeno si discuta con Washington il senso della nostra partecipazione e cercare almeno di limitare i danni. E’ necessario e vitale, rafforzare la nostra presenza nel Mediterraneo, teatro dove la Francia si è mostrata particolarmente aggressiva, certamente col beneplacito statunitense.

E’ questo il teatro dove il nuovo governo dovrà necessariamente avere un occhio di riguardo.

Potenziare la nostra presenza sul piano strategico e diplomatico, e se necessario anche militare, visti i precedenti in Libia, sarà il punto principale della nostra politica estera.

Ritorneremo e svilupperemo in maniera più completa l’importanza di una ripresa del ruolo italiano nel Mediterraneo.