ANCORA IN BILICO, di GLG

gianfranco

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E’ ancora troppo presto per dire come evolverà la situazione nei prossimi mesi e anni (qualche anno; previsioni a lungo termine sarebbero ridicole in situazione di multipolarismo in accentuazione). Si stanno comunque precisando meglio le linee dello scontro in atto negli Stati Uniti, che è particolarmente acuto (assai di più rispetto a quelli della “stagione” di Kennedy e poi del watergate contro Nixon) e vede addirittura un presidente accusato di fatto di collusione con il “nemico”, anzi aiutato da quest’ultimo a diventare il “capo” del paese.
Gli “antiquati” della strategia obamiana (che sarebbe continuata con la Clinton) – antiquati anche se alla fine prevalessero – vorrebbero insistere nel contenere, e anzi indebolire, la Russia tramite aiuto al terrorismo (che poi viene in via “ufficiale” combattuto e adesso costretto a disperdere le sue “truppe” senza più alcun “Califfato”) e a forze dette più moderate ma pur sempre ostili alla Russia e alla sua presenza in certe aree. Tipo la Siria, una delle zone importanti per avere influenza nel Medioriente; ma si infastidisce quel paese anche ai suoi confini, in Ucraina ad esempio. Il Congresso Usa – ancora influenzato dai centri delle vecchia strategia che non a caso vedono ampi settori repubblicani unirsi nelle votazioni ai democratici – ha scelto di inasprire le sanzioni alla Russia; questa ha risposto per le rime con però la consapevolezza che i centri trumpiani devono fare “buon viso a cattivo gioco”, pur essendo probabilmente contrariati da simili mosse.
Obama (un nome per un dato gruppo di potere) aveva scelto di ammorbidire certe posizioni anti-iraniane, il che appare strano visto l’appoggio di tale paese alle forze filo-Assad in Siria (anche perché sono a maggioranza sciita mentre quelle contrarie sono in prevalenza sunnite). Inoltre, tale atteggiamento aveva creato forti frizioni con Israele e con la Turchia, che non a caso in un primo tempo aveva sicuramente aiutato l’Isis (assieme ad Arabia Saudita e Qatar) e poi ha invece mutato posizione (subendo numerosi attentati e un ancora poco chiaro tentativo di colpo di Stato). Turchia e Iran sono fra l’altro in competizione quali subpotenze in quell’area, anche se comunque l’appoggio iraniano ad Assad significa lotta contro i curdi (facenti parte del fronte contrario a quest’ultimo e alimentato dagli Usa obamiani), considerati ultranemici da Erdogan. L’atteggiamento del precedente establishment americano, meno conflittuale verso l’Iran, ha alimentato malumori turchi, ma forse voleva impedire un avvicinamento di quel paese alla Russia. In ogni caso, Trump ha più o meno capovolto la posizione con forte ostilità anti-iraniana (piaciuta ad Israele); e probabilmente si fida dei rapporti instaurati con i russi per non temere troppo uno slittamento dell’Iran verso questi ultimi.
Le decisioni spesso contraddittorie del neopresidente americano prestano il fianco a considerazioni ironiche e sprezzanti dei “fan” (servili) di Obama – tipico l’establishment “europeista” – che lo considerano come una sorta di troglodita in politica. E’ proprio il comportamento che potrebbe favorire alla lunga gli ancora deboli gruppi di supporto a Trump, in forte calo di popolarità in questo momento. Quello che sembra aver capito l’antifona è Macron, incontrando amichevolmente Trump e portando avanti una politica (anch’essa a “double-face”) tale da creare scompiglio nella UE e mettendo in ridicolo il governo italiano, uno dei principali punti d’appoggio per i centri di potere del “fu” presidente Obama, la cui strategia del caos sta del resto cominciando a creare veri grattacapi all’Europa per il non previsto (non almeno nelle sue dimensioni) esodo di popolazioni africane vero il nostro continente.
Anche in tal caso, Macron ha mostrato maggiore furberia. E pure alcuni rilevanti paesi europei orientali – nemici della Russia per motivi evidenti e quindi magari non proprio favorevoli al “trumpismo” – hanno dovuto assumere un atteggiamento anti-emigranti che crea notevole crisi in questa “confusa” nostra area, già “disturbata” dalla “brexit”. Non a caso, l’Europa si affretta a scaricare tutta la violenza di tale processo migratorio sull’Italia, da “mani pulite” in poi infestata dai più coglioni doppiogiochisti esistenti al mondo, fra cui svettano quelli di “sinistra” – coadiuvati da una Chiesa, in cui comunque ci sono stati alcuni sintomi di ripensamento non del tutto in linea con Bergoglio – formatisi in seguito alla putrefazione del piciismo “badogliano” e dell’“ultrasinistrismo” di origine cattolica (quasi tutti i capi dei vecchi gruppuscoli “antisistema”, compresi brigatisti e “operaisti”, uscivano dalle “parrocchie”) riciclatisi, in perfetta imbecillità, nel buonismo accogliente. Molti di questi sono in perfetta malafede così com’è in malafede il loro demenziale “antifascismo”, la più pericolosa infezione da cui siamo oggi affetti e che sarebbe necessario “operare chirurgicamente” al più presto.
Tornando alla politica internazionale, in specie con riguardo al paese ancora predominante, non si può non notare come Trump, fortemente osteggiato, stia tentando di ricevere qualche appoggio all’interno con una politica di forte ostilità contro la Corea del Nord, politica non contrastata abbastanza curiosamente da Russia e Cina (che hanno addirittura votato le sanzioni ONU contro quel paese). Torneremo successivamente su queste “strane” decisioni delle due potenze che sono al momento le uniche a far avanzare la situazione internazionale verso il ben noto scoordinamento di tipo multipolare. Altra modificazione trumpiana, rispetto alla precedente politica statunitense (che era perseguita da ormai un bel po’ di tempo), è la nuova pressante attenzione prestata all’area sudamericana. Si deve avere molta attenzione nel giudicare la politica interna di Maduro, lasciando da parte le vecchie categorie antimperialiste del tutto insufficienti e svianti. Tuttavia, nemmeno si può ingenuamente farsi trascinare dall’altrettanto fasullo anticomunismo (che con Maduro non c’entra un bel nulla) di “destri” e “sinistri” nostrani. Il Venezuela è comunque “sotto torchio” da parte di chi sta appunto riprendendo la “vecchia” attenzione a quell’area da tenere sotto stretto controllo Usa. Anche su questo torneremo.
E’ evidente l’incertezza o quanto meno l’estrema prudenza dei vari “attori” nell’attuale fase mondiale. Vi è da parte di coloro, che stanno crescendo in opposizione allo strapotere americano, la preoccupazione di non ostacolare eccessivamente Trump onde evitare una nuova schiacciante prevalenza del vecchio establishment (lo ripeto, non solo democratico ma pure repubblicano) negli Stati Uniti. Tuttavia, è indispensabile non ritenere tale presidente una sorta di alleato; ma non credo proprio che russi e cinesi siano tanto sprovveduti. E’ un nemico, perché è il capo del paese ancora predominante, che deve in ogni caso essere contrastato e indebolito essendo ben evidenti le sue pretese egemoniche globali.
Così pure in Europa, deve essere ben osservata e seguita la politica del neo-presidente francese (poi vedremo anche cosa risulterà dalle elezioni tedesche). Macron è pur sempre un avversario; tuttavia, non vanno favorite le convulsioni antifrancesi dei piddini e dei “sinistri” in genere, oggi in difficoltà per l’idiozia dei quegli ambienti “buonisti” che hanno provocato un grosso guaio con l’assurda speranza di ben sfruttare a proprio favore la massiccia immigrazione. Nemmeno si devono seguire i “destri”, soprattutto berlusconiani, assolutamente negativi. E’ evidente che la politica di Macron cerca di farsi largo creando frizioni all’interno della UE anche perché sembra manifestare qualche ostilità verso la predominanza germanica. Sia comunque chiaro: Macron resta un avversario in modo netto. Tuttavia, vanno seguiti i “mal di pancia” che si fanno sempre più sostanziosi nel nostro continente a causa di una politica di rara inettitudine e inconsistenza.
Secondo me, la situazione non è così disastrosa come sembrava diventare pochissimo tempo fa. Se seguiamo TV e organi d’informazione, c’è da disperarsi. Tuttavia, l’insofferenza cresce, questi politicanti e gli orrendi intellettuali ex antisistema (ma anche quelli che ancora, da veri zombi, parlano “contro”) hanno tutto in mano, ma stanno dilapidando ogni loro risorsa perché sono inguaribilmente stupidi, il loro cervello è in chiara liquefazione. Cerchiamo di cominciare ad unire le forze, che esistono. Sono attualmente disperse perché per troppo tempo si è pensato (e ancora si pensa) a cose vecchie e ormai sfatte. Iniziamo nuove strade. Come sempre, si dovrà tentare e ritentare, “aggiustare il tiro”, ecc. Qualche timido segnale positivo traluce qua e là. Grande attenzione e meno esitazioni.
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