SUPPOSIZIONI PROVVISORIE, di GLG

gianfranco

Sarà molto difficile interpretare i fatti politici che andranno susseguendosi nell’epoca che sembra avanzare. Dico sembra perché non credo che si debbano anticipare desideri e speranze se non con molta cautela e attenzione a quando andrà svolgendosi. In ogni caso, già da tempo ho suggerito l’idea che il multipolarismo, sia pure con sinuosità, sarà tendenzialmente in crescita e comporterà molti improvvisi e imprevisti mutamenti di rotta; spesso non programmati nemmeno dai “potenti della terra”. Ho affermato altre volte che quest’epoca andrà assomigliando – sempre con il solito “mutatis mutandis” – a quella di fine ‘800 (circa un quarto di secolo di sostanziale stagnazione e di continui balletti, anche guerreschi, tra nazioni; e tali balletti continueranno anzi fino alla prima guerra mondiale, e oltre).

Per il momento, l’unica intenzione trumpiana che mi dispiace veramente è il voler rimettere in discussione l’accordo atomico con l’Iran. Tuttavia, anche in tal caso sappiamo troppo poco del perché un Obama lo abbia accettato. Senz’altro per un tentativo di accordo con settori islamici di cui servirsi; tuttavia, l’Iran sciita in Siria, ad es., non era certamente favorevole alle posizioni Usa anti-Assad. Bisogna sospendere i giudizi, troppo oscuro il perché di quell’accordo, apparentemente invece chiarissimo (e fortemente osteggiato da Israele, che adesso dovrebbe gioire); ma solo apparentemente, non proprio del tutto comprensibile e che infatti aveva destato qualche sorpresa.

Sembra invece abbastanza ben delineata l’ostilità tra Trump e l’attuale direzione della UE, che appare assai preoccupata per le sue sorti. Tutti i governanti europei, in linea con la UE, avevano accettato – ed essendo quasi “più realisti del re” – le sanzioni all’Urss appoggiando quindi i governanti ucraini, tutt’altro che legittimi come si vorrebbe sostenere. La Germania aveva per un po’ traccheggiato – e sembra che suoi importanti settori economici non siano d’accordo nel rispettare le sanzioni – ma poi si era allineata in modo particolarmente brusco e anti-russo. Adesso, tutti gli “europeisti” (di quel genere falso e pagato dagli Usa che ormai ben conosciamo) sono spiazzati e temono di non essere più sostenuti. Ricordiamoci, fra l’altro e per quanto riguarda proprio la UE, che questa vive di fatto come “accompagnamento” della Nato, anch’essa sotto “attenzione” di Trump, che vuole diminuirne il finanziamento. Cosa che implica necessariamente anche mutamenti politici e militari; perché la finanza è al servizio di date politiche. Se Trump vuole finanziare di meno l’organismo militare, significa che pensa diversamente sull’Europa proprio dal punto di vista della politica internazionale.

Avanzo solo una piccola e provvisoria ipotesi. L’atteggiamento troppo deciso delle precedenti Amministrazioni (lo stesso che avrebbe continuato a tenere la Clinton) ha destato in Europa importanti sintomi antieuropeisti, nel senso della netta ostilità a questo tipo di europeismo, annientatore di ogni autonomia nazionale in nome di una falsa unione che non era altro che l’essere succubi e prostrati davanti agli Stati Uniti. Proprio in questi giorni sono stati nominati due presidenti (Bulgaria e Moldavia) che guardano all’amicizia “verso est”. In Ungheria sappiamo chi c’è. In Austria siamo lì lì; in Francia e Germania non credo che le forze antieuropeiste possano ancora vincere, ma stanno ponendo forti basi per rivolgimenti un po’ più avanti. E se un domani certe forze dovessero vincere in Germania, è facile si formi un asse Berlino-Mosca, che è quanto di più temono gli americani (come messo in luce anche da Friedman, intelligente analista della situazione internazionale).

Evidentemente, chi sta dietro a Trump (smettiamo di pensare che sia un individuo isolato e che pensa solo di testa sua) ha deciso che il modo migliore per non arrivare a un simile risultato sia quello di lasciare spazio a forze autonomiste europee con cui giungere, una ad una, ad accordi non così “generali” e poco favorevoli a noi come, per fare un esempio, il TTIP; ma soprattutto come la massiccia e penetrante presa militare della Nato. Pure il FMI va forse rivisto (ecco l’atteggiamento un po’ smarrito della Lagarde). E probabilmente saranno disorientati anche quei furfantoni che appoggiano l’invasione degli immigrati, rispondente ad interessi americani e a quelli dei loro servi europei senza dignità. Da una parte, si metteva a dura prova la nostra struttura sociale, con forti dissidi interni, lotta tra stupidi buonisti e “progressisti” (e fautori di un cristianesimo proprio tipico del nuovo Papa, anche lui non a caso spiazzato) e settori popolari danneggiati pesantemente dall’arrivo di masse non integrabili se non con lunghi periodi di tempo e limitazione degli arrivi. E questo era nell’interesse americano. Dall’altra parte, i servi europei di tale progetto degli ambienti americani, fin qui alla guida del paese, intendono procurarsi così masse di manovra per difenderli dalla possibilità d’essere scalzati dal governo. Abbiamo già capito, dalle reazioni negli Usa, come questi fottuti “politicamente corretti” siano cattivi e pronti a tutto pur di non perdere le loro posizioni di potere.

Bene, adesso abbiamo l’occasione – dovuta proprio al cambiamento strategico statunitense, che sembra possibile nei prossimi anni – di iniziare una lotta a fondo contro questi distruttori d’ogni nostra cultura e civilizzazione pur di mantenere il predominio nell’influenza dell’opinione pubblica, del tutto essenziale ai gruppi politici ed economici che i cosiddetti intellettuali servono spudoratamente. Dobbiamo approfittare dell’occasione. Nel mentre gli Stati Uniti, e di riflesso anche la Russia, dovranno riadattare loro reciproche strategie internazionali, cerchiamo di porre nella dovuta luce l’orrore del “politicamente corretto”, la falsità e vergogna (morale e intellettuale) dei suoi sostenitori. Sollecitiamo un vero ripudio nei loro confronti; chiariamo che non sono più parte di noi, non sono del nostro stesso genere. Non usiamo tante mezze misure. Guardate come hanno reagito negli Usa; ricordatevi che d’ora in avanti non c’è posto per tutti: o noi o loro in una lotta che temo non conoscerà pietà.