LA RUSSIA NON VUOLE INVADERE I VICINI

BASI

 

Se i russi potessero innalzerebbero ancora la loro bandiera sul Reichstag, come nel 1945. Ma non accadrà perché la Russia è ormai una potenza di seconda fascia che anela, certamente, a recuperare il terreno perduto dopo la dissoluzione dell’Urss, nel 1991, ma non a spingersi, hic et nunc, dentro conflitti dai quali uscirebbe sconfitta. Putin, pertanto, non vuole occupare i paesi vicini, non le ex Repubbliche Sovietiche e nemmeno i vecchi membri del Patto di Varsavia. Non ha la forza militare per arrischiarsi in simile avventura o quella politico-ideologica, come fu il comunismo, per forgiare classi dirigenti amiche pronte a condividere la medesima prospettiva storica e sociale.
Chi ha, invece, allungato i suoi tentacoli dietro la fu cortina di ferro è stata la Nato, approfittando del collasso dell’Unione Sovietica. Stesso ragionamento vale per l’UE che, a rimorchio di Washington, ha inglobato molti satelliti di Mosca, modificando le cartine geografiche europee. Per questo è davvero paradossale che si accusi la Russia di aver violato il diritto internazionale, annettendo la Crimea, laddove, quanto meno, europei e americani hanno aperto le danze in precedenza, violando la sovranità di numerose nazioni, prima e dopo la guerra alla Serbia del ’99 per la questione kosovara. Stando così le cose qual è il senso di dispiegare 5000 soldati americani nell’Europa dell’Est? Non sicuramente quello di proteggere Varsavia o le Capitali Baltiche da una impossibile invasione russa. E perché piazzare uno scudo antimissile puntato sul Cremlino tra Polonia e Romania? Per un equivalente motivo. E’ chiaro che la propaganda occidentale ci propina un discorso rovesciato. In realtà, sono la Casa Bianca e le altre Cancellerie continentali a portare una minaccia nella tana dell’orso affinché non si spinga nuovamente in territori di caccia più vasti. C’è pure un’altra causa che spiega le iniziative statunitensi nella nostra area. La necessità di tenere sotto il tallone di ferro anche l’Europa alla quale occorre impedire di stringere alleanze con il gigante slavo in funzione antiegemonica, cioè appunto antiamericana. Lo spettro di un asse Berlino-Mosca è il principale timore dei predominanti d’oltreoceano, l’unico evento che potrebbe mettere seriamente a rischio la loro assoluta potenza.
Nonostante l’evidenza di questi fatti, a dir poco inequivocabili, i nostri poveri scribacchini fanno a gara per negare quello che più chiaro non potrebbe essere. Soltanto i giornalisti nostrani riescono ad esporsi a cime così elevate di ridicolaggine. Per esempio, Raineri su Il Foglio scrive che è fasulla l’aggressione della Nato contro la Russia perché i paesi, antecedentemente nell’orbita di Mosca, hanno scelto liberamente, senza essere occupati o costretti, di aderire all’Alleanza Atlantica. Questa è la prima bufala. In verità, le élite al potere in quei paesi, dopo l’implosione del socialismo realizzato, si sono affermate grazie ai soldi e all’assistenza americana. Forse, quelle nazioni non sono state occupate ma sicuramente sono state comprate e quando non si sono piegate sono state bombardate, come la Serbia di Milosevic. Rainieri non può fare finta di non saperlo. Questi Stati sono passati dal giogo “cosacco” a quello yankee, senza il parere delle loro popolazioni. Infatti, i popoli subiscono le decisioni dei loro dirigenti (i quali si fanno corrompere a danno degli interessi generali) e, spessissimo, si lasciano manipolare da chi li guida in direzioni che non vorrebbero mai prendere. Il recente caso ucraino è emblematico perché non credo esista nemmeno un abitante in quel posto che pensasse di andare a morire in guerra per gli affari dell’oligarca Poroshenko, anziché per migliorare la sua vita. Invece, è successo che è scoppiato un conflitto civile fratricida per favorire il business di quattro ladroni, protetti da Usa ed Ue, mentre la popolazione schiattava e peggiorava la sua esistenza. Poi Rainieri aggiunge pensieri talmente idioti al suo (s)ragionamento che mettono in dubbio la sua intelligenza ma direi più che altro la sua buona fede. Si parte dalla famosa cartina, che pubblichiamo anche qui, in cui si vede la Russia circondata da basi della Nato. Dice Raineri: “Questa cartina…è un capolavoro di propaganda…è autentica e falsa allo stesso tempo perché nessuno può negare che mostri l’estensione attuale della Nato, ma è stata riciclata in chiave minacciosa come se stesse avvenendo adesso. Se oggi finisce nei meme su Twitter con qualche speranza di funzionare, è grazie ad un’amnesia collettiva che ha dimenticata quando si festeggiava la fine dell’Unione Sovietica e i russi facevano la coda per il pane e si sperava in un allargamento. Altri dati, come per esempio che gli aerei Nato hanno intercettato aerei militari russi sopra il mar Baltico 110 volte nel 2016, non fanno breccia nel cuore dell’utente medio di social media. E a volte anche i media tradizionali aiutano questa tendenza. Un titolo recente parlava dell’operazione militare Nato Atlantic Resolve e dei soldati americani in Polonia davanti alla porta di casa della Russia. Ma qualcuno ribatteva: perché la Polonia, uno stato sovrano ed indipendente, dovrebbe essere considerata soltanto la porta di casa della Russia”. A Raineri non viene nemmeno il sospetto che quei contingenti stiano lì apposta per far sentire il fiato sul collo a Mosca. Non possono esserci cattive intenzioni perché gli americani sono i buoni ed i buoni fanno il bene, anche quando si presentano armati fino ai denti sull’uscio dei confini altrui. Insomma, costui dà ragione a quel militare americano che commentando la stessa cartina chiosò: “ma come si permettono i russi di essere così vicini alle nostre basi?” Raineri, servo smemorato, non ricorda, o finge di non ricordare, che i candidi americani minacciarono il conflitto nucleare quando i sovietici iniziarono a sistemare i loro missili a Cuba nel 1962, alle porte dell’impero statunitense. A nessuno venne in mente di ribattere che Cuba era uno Stato sovrano ed indipendente e non solo la porta di casa degli Usa, cosicché i russi dovettero sloggiare per evitare l’apocalisse atomica. Per schivare altri guai in Europa è opportuno che gli americani facciano altrettanto, facendo fagotto. Chissà se questa lezione entrerà mai nelle zucche vuote degli impiegati della carta stampata.