Si rafforza Putin di GLG

gianfranco

Vladimir Putin
Russia Unita
45.513.001 63,64
Gennadij Zjuganov
Partito Comunista della Federazione Russa
12.288.624 17,18
Michail Prochorov
Indipendente 5.680.558 7,94
Vladimir Žirinovskij
Partito Liberal-Democratico di Russia
4.448.959 6,22
Sergeij Mironov
Russia Giusta
2.755.642 3,85
Totale 70.686.784
Voti non validi 833.191 1,16
Totale 71.519.975
Aventi diritto/Affluenza 109.610.812 65,25

Questi i dati delle elezioni del 2012. Adesso tutti i vari giornalisti felloni insistono sul fatto che nelle elezioni attuali Putin contava sul 70% di votanti. “Il Giornale” (il cui padrone è il “grande amico” del presidente russo) parla di grande successo come voti, ma di flop della partecipazione. Aspettiamo certo i dati definitivi; comunque ci si attende circa il 75% di voti a Putin con un 63% di partecipazione elettorale. Lasciamo perdere le presunte aspettative del rieletto (plebiscitariamente); se i dati sono vicini al vero, con il 2% in meno di votanti, Putin avrebbe avuto il 12% in più di voti, il partito comunista 5-6 in meno e il terzo – che oggi è Žirinovskij (nazionalista estremo) – più o meno lo stesso risultato. Gli altri microscopici partitini (alcuni forse filo-occidentali) sono a risultati da “barboni”. La Russia è il punto di riferimento ormai solido dell’opposizione ai vertici politici delle nostre zone, tutti asserviti a quello statunitense (attraversato da uno scontro più forte di altre volte) e in pieno disfacimento, anche mentale (l’ultimo episodio della spia russa verrà alla fine ripreso in una pochade francese).

Quanto all’Italia, come era evidente da tempo infinito, si precisa che il disegno era l’inciucio Renzusconi, con il sostegno dell’infido e subdolo Maroni nella Lega. I risultati elettorali hanno indubbiamente scompaginato tali progetti; ma fin dal giorno dopo il voto, ci si ricorderà che affermai non essere stati abbandonati quei disegni. Ed infatti, di fronte alle mosse di Salvini, il “nano” (con il nanetto detto Brunetta) non fa che lanciare sassate contro ogni possibile contatto tra Salvini e Di Maio con la scusa che il primo è solo il rappresentante della coalizione “unita” di centro-dx (ma quando mai è stata unita!); nel contempo, però, egli insiste che si può aprire al Pd. E Maroni ha rimesso fuori la testa per portare di fatto sostegno al “nano” sempre con la scusa della coalizione. A Salvini converrebbe lasciarli scoprire sempre più in modo da poter affibbiare a loro la rottura dell’“alleanza”; e ancor più dell’impossibilità di dare all’Italia un governo per poi rendere necessarie nuove elezioni assegnando un bel colpo definitivo al “vile maneggione” e al suo corrispondente toscan-piddino (nel contempo si libererebbe di Maroni e della fronda interna). Tuttavia, bisognerebbe avere molta determinazione; e poi sarebbe necessario avere piena fiducia in un Di Maio, che è andato negli Usa, in Inghilterra a “conversare” con ambienti economici, ha dichiarato fedeltà alla Nato, alla UE (pur dicendo che si aspetta maggiori aiuti e benevolenza), ecc. ecc.
Comunque un bel casino, tutto sommato positivo. E intanto, tornando a prima, si consolida la Russia e diventa fondamentale la nascita in Europa di forze decise a spostare le alleanze internazionali “ad est” (senza sottomissione alcuna ad altri padroni). Semplicemente addosso agli Usa, progressiva liberazione dalla loro dominazione e disfacimento dell’attuale organizzazione europea, da ripensare completamente a partire da nuovi rapporti, soprattutto tra Germania, Italia e magari Francia (ma con tutt’altre forze politiche al comando in questi paesi, proprio l’opposto di quelle attuali).

 

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Putin, il migliore di G.P.

Putin ha vinto ancora, i sedicenti esperti nostrani rosicano, livorosi e succubi del loro approccio ideologico, descrivono scenari che non esistono. Non sono in grado di vedere la realtà, non sono capaci di capirla e di andare oltre i suoi fenomeni estemporanei. Sono inutili e profferiscono mere banalità. Persino Il Giornale di Berlusconi oggi è contro Putin. È evidente che il capo è ormai pienamente all’allineato all’Ue dalla quale ha ricevuto appoggio prima delle elezioni. Diciamo allora qualcosa di ancor più chiaro. La Russia è l’unico antagonista dell’Occidente, lo è “geopoliticamente”, lo è militarmente, lo è psicologicamente e lo è storicamente. Chi tira fuori la “questione economica”, sostenendo che su questa base sia la Cina la vera sfidante dell’ordine americano, non ha compreso le dinamiche globali. L’economia russa, anche se apparentemente più debole di altre, è tesa ad alcuni scopi imprescindibili della fase: il multipolarismo, il recupero delle sfere d’influenza, il ripristino dell’egemonia regionale e l’intento di proiezione mondiale. L’economia non è mai il fine ma uno strumento al servizio della potenza. La Russia, sotto questi aspetti, è davanti a tutti, altro che Cina.

Ora godetevi questa intervista su Il Giornale a Parsi.

Costui si spaccia per un esperto di geopolitica ma non avevo mai sentito prima una tale sequela di banalità e luoghi comuni.
Vittorio Emanuele Parsi: “«Putin è l’uomo forte di un Paese debole.La Russia ha un’economia più piccola della Corea del Sud, una composizione economica come quella dell’Arabia saudita, con gli orsi invece dei cammelli. Un sistema in cui chi governa il Paese possiede le risorse del Paese».
Il leader di un’oligarchia? «Peggio di un’oligarchia, la Russia oggi non è diversa dalla Cina o dai Paesi del Golfo…ha vinto contro un’opposizione che non esiste. Che è stata squalificata, mandata in Siberia, eliminata col plutonio o col gas nervino. Si dice che Putin non abbia rivali, ma così è facile…sta schiantando la Russia. Putin non ha fatto bene alla Russia, è la Russia che ha fatto bene a lui, che oggi è l’uomo più ricco del Paese mentre prima di essere primo ministro era con le pezze al sedere…chi si oppone, muore. Facciamoci qualche domanda: nel mondo quali altri interessi potevano desiderare la morte di questa persona? Chi aveva la disponibilità di gas nervino? Chi poteva permettersi uno scandalo di questo tipo? È difficile che tre indizi non facciano una prova. La risposta è che non c’è un colpevole assoluto ma che il più probabile si chiama Vladimir Putin»…«Gran Bretagna, Francia e Germania hanno dato una risposta importantissima affermando che anche se il Regno Unito è uscito dalla Ue con la Brexit resta concettualmente in sintonia con l’Europa. Siamo i Paesi dell’Occidente e dell’Occidente europeo. Non puoi usare un gas illegale a casa di un altro membro permanente del Consiglio di Sicurezza. Su questo Putin ha perso la sua scommessa».